Uffici aperti anche di sabato – dall’anagrafe agli sportelli delle multe o del commercio – e lancette di apertura e chiusura spostate di due-tre ore in avanti. Obiettivo: spalmare l’afflusso dei cittadini su 6 giorni (anziché 5) e alleggerire il traffico nella classica ora di punta del mattino
ROMA > NEWS
Mercoledì 22 Aprile 2020
di Lorenzo De Cicco
È questo il piano a cui sta lavorando la sindaca Virginia Raggi, che ha già dato l’input al dipartimento Personale del Campidoglio per mettere nero su bianco la strategia e, soprattutto, per convincere i sindacati dei travet comunali ad accettare il nuovo modus operandi. Perché qualunque decisione, spiegano nell’entourage della prima cittadina, sarà presa con l’avallo delle corporazioni dei lavoratori. Ma il tentativo è chiaro: almeno per uno o due mesi, nella cosiddetta fase 2 e non solo, tante categorie dovranno rivedere il proprio modo di lavorare.
Per i negozi, è già in programma un orario scaglionato, a seconda del settore. Le librerie, per esempio, dovrebbero aprire alle 11 e abbassare le saracinesche intorno alle 20; per le boutique di vestiti si ipotizza un’apertura alle 10. Anche i dipendenti comunali (24mila in totale, di cui 11mila con mansioni amministrative) sono chiamati allora a rimodulare il proprio impegno giornaliero.
In Comune sperano di avere l’assenso delle corporazioni degli impiegati. «Già tanti lavoratori – dicono a Palazzo Senatorio – si sono dimostrati sensibili alle sfide di questo momento difficile, da chi si è detto disponibili a collaborare con la Protezione civile ai Vigili urbani che consegnano volontariamente buoni pasto e pacchi spesa alle famiglie in difficoltà». Le trattative inizieranno nelle prossime ore ma dovranno necessariamente viaggiare a ritmi molto più rapidi di quelli ordinari per arrivare a un accordo valido, se non dal 4 maggio, almeno per la prima metà del prossimo mese.
LE STRUTTURE
Nel piano di Raggi si parla di uffici comunali aperti al pubblico dalle 11 alle 18, dal lunedì al sabato. Sarebbero coinvolti l’Anagrafe (sia quella centrale di via Petroselli, che le sedi nei municipi), poi gli sportelli per le contravvenzioni stradali, per le licenze del commercio, per i rifiuti, l’ufficio condono del dipartimento Urbanistica. E ancora: il Comune chiederà di adottare la stessa modalità agli sportelli della Tari, che fanno capo all’Ama, e agli uffici di Aequa Roma che gestiscono le cartelle dei contenziosi.
BOLLINO PER GLI HOTEL
«Dobbiamo immaginare, per la fase 2, la possibilità di lavorare 6 giorni su 7, con orari ridotti», ha detto Raggi nel vertice di ieri mattina, in video-call, con il prefetto Gerarda Pantalone e la Regione, presente con il vicegovernatore Daniele Leodori. Il Comune si attiverà anche per spostare le lezioni universitarie alle 11, sul modello del progetto già testato con successo con l‘ateneo di Tor Vergata. Anche per i negozi si va verso aperture differenziate. «Stiamo studiando come suddividere gli orari di apertura – spiega l’assessore alle Attività produttive di Roma, Carlo Cafarotti – lavoriamo per spalmare l’impatto della mobilità, anche alla luce dell’influenza sul trasporto pubblico locale dei provvedimenti futuri». Per gli hotel, c’è l’idea di un bollino che certifichi sanificazioni e messa in sicurezza.
«LA CASSA PIANGE»
Sul fronte scuola, il Comune sta ragionando sulla possibilità di riaprire nidi, materne e centri estivi a luglio, per aiutare i genitori che torneranno al lavoro. C’è il nodo dei costi, per i servizi «che continuiamo a erogare, ma non abbiamo più entrate – ha rimarcato ieri Raggi – Le casse comunali piangono». Da qui la richiesta, anticipata dal Messaggero, di ricevere più fondi e poteri dal governo. Secondo i tecnici del bilancio comunale il prezzo del mancato incasso di tassa di soggiorno, Cosap, tariffe e multe, supererebbe i 700 milioni.
Ultimo aggiornamento: 15:44