da AdnKronos.com-Pubblicato il: 28/04/2020 12:13
“Lo Stato non ha mai abbandonato Genova. Lo abbiamo solennemente detto a poche ore dalla tragedia, io ero qui e abbiamo detto subito che Genova non sarebbe stata lasciata sola. Questa presenza è doverosa ma sono qui anche con grande piacere perché oggi suturiamo una ferita, una ferita che non potrà tuttavia mai rimarginarsi per le 43 vittime” che col crollo del ponte Morandi hanno perso la vita. Così il premier Giuseppe Conte, intervenendo alla cerimonia per il varo dell’ultima campata del nuovo viadotto.
Alle 12 le sirene del cantiere e quelle delle navi in porto a Genova, accompagnate dalle campane di tutta la vallata del Polcevera, hanno suonato insieme per circa 3 minuti per celebrare la posa dell’ultima trave da 44 metri che completa il viadotto, fasciata nella bandiera di Genova con la croce rossa in campo bianco. questo Paese.
E’ merito di tutti, di un sistema-paese, di tutte le istituzioni, di tutti coloro che hanno collaborato. Il risultato di Genova è anche il risultato di sapersi parlare fra persone diverse”.
SINDACO BUCCI – “E’ un bell’effetto, veramente. Colpisce il cuore e la mente. E’ lo stile asciutto, quello dei genovesi, e visto da sotto somiglia a una nave” le parole del sindaco di Genova e commissario alla ricostruzione del viadotto Polcevera Marco Bucci, all’arrivo in cantiere. “La prima auto? Tra metà e fine luglio. Per il nome molti bambini hanno mandato suggerimenti, ne stanno arrivando da tutta Italia. Decideremo verso la fine di maggio” ha spiegato il sindaco. Sulla possibilità di chiamare il ponte con il nome di San Giorgio, Bucci ha risposto: “Non posso dirlo, non voglio influenzare nessuno. Però è un bel nome”.
“Sarà fatto un memoriale – ha aggiunto – in accordo con i parenti delle vittime, che hanno partecipato molto, visto il progetto e noi lo faremo come loro vogliono. Le nuove generazioni devono ricordare cos’è successo, per fare in modo non succeda più. Verrà messo sotto il ponte nei pressi della pila 9. E’ molto bello, manda segnali molto importanti”. “Si è sempre lavorato, anche con l’emergenza Covid, ma ce l’abbiamo fatta – ha affermato – Continueremo così per i prossimi 2 o 3 mesi per arrivare all’apertura del ponte. E’ un modello replicabile che dice ‘niente burocrazia’, dice prendiamoci responsabilità e avanti perché i cittadini vogliono i fatti”.
Poi, durante la cerimonia di varo dell’ultima porzione di impalcato del ponte, il sindaco ha tenuto a sottolineare che “oggi questo nastro d’acciaio finalmente riunisce le due parti della valle, ponente e levante. Noi genovesi abbiamo nel cuore e nell’anima il ricordo di quel 14 agosto, dedichiamo questa giornata e le prossime che verranno alle 43 vittime, ci ricorderemo di loro per sempre”. “Questo è un esempio. E’ un messaggio per Genova ma anche all’Italia. Questo modello e il modo in cui abbiamo lavorato è quello che costruisce il futuro. Il ponte non è finito ma questa è la giornata in cui celebriamo il ricongiungimento delle due parti della valle. Lasciatemelo dire nella nostra lingua: ‘Pe Zena e pe Sàn Zòrzo’ (‘Per Genova e per San Giorgio’, ndr)” ha concluso.