da Pubblicato il: 07/05/2020 10:15
Nel complesso, “il sistema finanziario dell’area euro ha retto le recenti turbolenze. Ma la perdita di produzione economica e i debiti più elevati aumentano il rischio di medio termine per la stabilità finanziaria dell‘Eurozona. Restano vulnerabilità chiave, sia nel settore bancario che in quello non bancario”. Lo sottolinea il vicepresidente della Bce Luis De Guindos, in audizione on line davanti alla commissione Econ del Parlamento Europeo, a Bruxelles.
E dopo aver detto chiaramente che la Bce è “a favore” della creazione di uno strumento paneuropeo per sostenere l’economia alle prese con la pandemia di Covid-19, ha sottolineato che è di “vitale” importanza che “la risposta di bilancio alla crisi” provocata dalla pandemia di Covid-19 sia “abbastanza forte, in tutte le parti dell’Eurozona – ha poi aggiunto – Serve un accordo politico per costruire gli strumenti appropriati per questa risposta comune e guardiamo con interesse alle prossime discussioni sulla base della proposta della Commissione Europea” sul Recovery Fund.
L’inflazione nell‘Eurozona “è diminuita ulteriormente, allo 0,4% in aprile, dallo 0,7% di marzo, secondo le prime stime, principalmente a causa della forte caduta dei prezzi del petrolio. Sulla base delle attuali aspettative sui prezzi del petrolio, l’inflazione probabilmente calerà molto di più nei prossimi mesi”, ha detto ancora De Guindos affermando che la Bce continua a “mantenersi pronta per ulteriori aggiustamenti alle nostre misure di politiche monetarie, se dovessimo vedere che la dimensione dello stimolo è insufficiente rispetto ai bisogni”.
“Useremo la flessibilità nel nostro programma” di acquisto titoli Pepp “per raggiungere il nostro mandato di evitare la frammentazione nel mercato dei titoli di Stato”, poiché la frammentazione sul rischio sovrano dell’area euro si allargherebbe immediatamente ad altri ambiti, spiega ancora il vicepresidente della Bce rispondendo in merito alla sentenza della Corte costituzionale tedesca sul Qe. L’istiuto, assicura, “rimane pienamente impegnata a compiere il suo mandato”, nella totale “indipendenza delle sue decisioni. Useremo tutti gli strumenti” a disposizione “per compiere il nostro mandato”. .
La politica monetaria della Bce non viene decisa “in una torre d’avorio. Quando prendiamo decisioni guardiamo alle interazioni, sappiamo perfettamente che ci sono. Prendiamo in considerazione continuamente gli effetti collaterali” delle decisioni di politica monetaria e “ogni volta che le prendiamo” viene effettuata una “valutazione della proporzionalità”.
Il “consolidamento” per le banche dell’Eurozona è il modo migliore per “andare avanti” ed affrontare le difficoltà pregresse, come la “redditività molto bassa”, rese ancora più acute dalla crisi provocata dalla pandemia di Covid-19, sottolinea ancora De Guindos. A differenza di quanto è successo nella crisi del 2008-2009, spiega, oggi “le banche sono parte della soluzione. Sono molto più capitalizzate” rispetto a prima e sono state prese “misure importanti sul fronte della liquidità e degli utili”, che gli istituti sono stati invitati a non distribuire ai soci. Ora, continua, la “condizione sufficiente è le banche che trasferiscano il credito all’economia reale”. Oggi le banche europee “hanno una posizione molto migliore rispetto a quella del 2008, ma resta il problema della profittabilità, che è molto bassa. E la crisi ha esacerbato ulteriormente questo problema”.