venerdì, Maggio 15, 2020

È morto Ezio Bosso, il pianista che ha commosso l’Italia

Dal 2011, il direttore d’orchestra 48enne conviveva con una malattia neurodegenerativa. L’anno scorso l’ammissione: “Non posso più suonare”

EZIO-BOSSO

aggiornato alle 10:20 15 maggio 2020

Ezio Bosso

Ezio Bosso è morto. Stroncato a 48 anni nella sua casa di Bologna da una malattia neurodegenerativa contro la quale aveva lottato con le unghie e con i denti e che, col tempo, gli ha rubato quello che più amava: la musica. Il pianista e direttore d’orchestra, che conviveva con la patologia dal 2011, ha continuato a suonare nonostante l’handicap acquisito dimostrando un coraggio e un talento che hanno commosso l’Italia intera, e non solo.

Nel settembre del 2019, in occasione della 83esima Fiera del Levante di Bari, Bosso ammise di non poter più suonare esortando tutti a non chiedergli più di farlo. “Se mi volete bene, smettete di chiedermi di mettermi al pianoforte e suonare. Non sapete la sofferenza che mi provoca questo, perché non posso, ho due dita che non rispondono più bene e non posso dare alla musica abbastanza. E quando saprò di non riuscire più a gestire un’orchestra, smetterò anche di dirigere”.

Nato a Torino il 13 settembre 1971, Bosso si avvicina alla musica all’età di quattro anni, grazie a una prozia pianista e al fratello musicista. A 16 anni esordisce come solista in Francia e incomincia a girare le orchestre europee. La svolta arriva poco dopo quando approda all’Accademia di Vienna. Compositore, pianista e direttore d’orchestra, Bosso è un nome altisonante della musica classica ma conosciuto anche negli ambienti ‘pop’:  riceve due nomination al David di Donatello per le musiche di “Io non ho paura (2004) e “Il ragazzo invisibile” (nel 2015). Indimenticabile la sua interpretazione di “Following a bird” sul palco di Sanremo nel 2016.

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