lunedì, Giugno 15, 2020

Dopo i dubbi dell’Antitrust nuovo patto Isp-Bper sulle filiali Ubi

L’Antitrust aveva sostenuto che allo stato dei precedenti accordi non fosse possibile autorizzare l’OPS, soprattutto a causa delle incertezze relative al patto sottoscritto dalle due banche

ISP-BPER   UBI

da aggiornato alle 09:50 15 giugno 2020 

AGI Intesa Sanpaolo e Bper provano a superare i dubbi dell’Antitrust sullops lanciata dalla banca milanese su Ubi, allargando – fino a 532 filiali dalle 4-500 annunciate originariamente – il ramo d’azienda che l’istituto modenese acquisterà se l’operazione dovesse andare in porto. La notizia arriva nel giorno stabilito come termine per la consegna all’autorità sulla Concorrenza di “memorie scritte e documenti” in vista dell’appuntamento di giovedì 18, per cui è stata stabilito il termine “di chiusura della fase di acquisizione degli elementi probatori”.

Nella sua valutazione preliminare, trapelata nei giorni scorsi, l’Antitrust aveva sostenuto che allo stato dei precedenti accordi non fosse possibile autorizzare l’ops, soprattutto a causa delle incertezze relative al patto sottoscritto dalle due banche e pensato proprio per risolvere già dal principio eventuali problemi relativi a una posizione dominante. Le filiali che saranno acquisite da Bper, che ha ottenuto un altro piccolo sconto, il secondo, rispetto alle condizioni annunciate il 17 febbraio, ‘valgono’ depositi e raccolta indiretta da clientela stimati rispettivamente in circa 29 miliardi e 31 miliardi e crediti netti stimati in circa 26 miliardi, con il 70% delle masse relativo a clientela nel Nord Italia, dove le sovrapposizioni fra Intesa e Ubi sono piu’ forti. Il restante 30% servirà a limitare la presenza della banca guidata da Carlo Messina nelle altre aree dove l’Antitrust, nelle proprie valutazioni preliminari, ha individuato criticità, come Abruzzo, Marche e Calabria.

“A seguito della comunicazione delle risultanze istruttorie da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), il ramo d’azienda oggetto di cessione è stato ulteriormente e coerentemente specificato”, sottolinea Intesa in una nota. Se nel nuovo patto il peso dei crediti ceduto a Bper sale, l’istituto modenese e il suo ad Alessandro Vandelli si sono tutelati prevedendo che i 4,5 miliardi di impieghi addizionali riguardano esclusivamente crediti in bonis, facendo così migliorare il rapporto fra quelli totali e quelli deteriorati all’8,4%. L’operazione, che potrebbe valere fra i 6 e i 700 milioni, sarà pagata per cassa grazie all’aumento di capitale che i soci di Bper hanno già approvato.

 

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