Il tribunale di Milano ha rigettato l’appello di Vivendi contro la sentenza che ha giudicato regolare la delibera dell’assemblea che ha dato vita a Mfe
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da aggiornato alle 17:45 19 giugno 2020
Fininvest Vivendi Mediaset
Il progetto Media for Europe, la holding olandese in cui Mediaset vuole riunire le proprie attività europee, ha un ostacolo in meno da superare. Il tribunale di Milano ha infatti rigettato l’appello di Vivendi contro la sentenza della giudice Elena Riva Crugnola che, lo scorso febbraio, ha stabilito che le delibera dell’assemblea di Mediaset che hanno dato vita MfE sono regolari.
Non solo: le motivazioni contenute nel dispositivo scritto dal collegio presieduto da Angelo Mambriani evidenziano come il gruppo francese e Simon Fiduciaria, che custodisce parte del 29% circa del capitale del Biscione comprato da Vivendi, vorrebbero esercitare “di concerto fra di loro, sull’assemblea straordinaria di Mediaset e poi di Mfe, quell’influenza che è vietata dalla delibera AgCom”.
“Sul punto Vivendi e Simonfid hanno reso dichiarazioni molto chiare e di tipo confessorio“, si legge nel provvedimento della XV sezione del Tribunale di Milano, che specifica anche come la posizione della società francese e quella della fiduciaria che custodisce parte della sua quota in Mediaset “in questa sede, non possono che essere valutate separatamente”.
“Invero la loro valutazione congiunta o come se le stesse agissero di concerto è preclusa, in astratto, dalla Delibera AGCom e provvedimenti successivi, adottati allo scopo di evitare che Vivendi, utilizzando la sua intera partecipazione, eserciti su Mediaset una influenza illecita in quanto in violazione delle regole sulla concorrenza e sulla tutela del pluralismo nel cruciale settore della comunicazione, stabilite dal Tusmar“, sottolineano i giudici, che ricorda anche quanto stabilito da tre ordinanze cautelari del Tribunale secondo cui “Vivendi puo’ votare nelle assemblee di Mediaset ed invece la esclusione di Simonfid è legittima”.
“Il motivo di illegittimità dell’esclusione di Simonfid di piu’ stretta competenza di questo Tribunale – cioè il concreto pericolo di un concerto con Vivendi – ha trovato ulteriore riscontro in questa sede processuale proprio nelle dichiarazioni di Vivendi e Simonfid di voler esercitare su Mediaset un’influenza loro preclusa dalla Delibera AGCom”, si legge ancora.
Secondo il tribunale di Milano, dalle opinioni degli esperti e anche dai voti dei soci in minoranza in assemblea, emerge anche che l’operazione Media for Europe, con cui Mediaset vuole riunire sotto la holding Mfe le attività italiane e spagnole, “presenta una consistente razionalità economica e commerciale e costituisce per il gruppo Mediaset un importante obiettivo strategico, qualificante rispetto l’obiettivo che si propone di costituire un player leader nel mercato europeo della comunicazione e dei media”.
Fra i vari punti evidenziati dai giudici c’è anche che, escluse le parti parte in causa, “i soci minoritari hanno votato in maggioranza, sia per azioni che per teste, a favore della fusione”, che “nessuno, salvo Vivendi e Simonfid, ha impugnato le deliberazioni” e che “il recesso è stato esercitato da un numero di azioni pressoché irrilevante”. Per Mediaset rimangono da superare i ricorsi presentati da Vivendi in Spagna, che saranno discussi e valutati a luglio.