L’Osservatorio Conti Pubblici Italiani ha quantificato le misure del Piano Colao per la ripartenza del Paese post Pandemia: il costo totale stimato su 5 anni, nel caso si volessero introdurre tutte le misure del Piano redatto dalla task force guidata dal manager Vittorio Colao, sarebbe di circa 170 miliardi.
da ECONOMIA
di Redazione del 20 Giugno 2020 10:08
Quanto costano le misure previste dal Piano Colao. Secondo l‘Osservatorio CPI il costo totale stimato su 5 anni, nel caso si volessero introdurre tutte le misure del Piano redatto dalla task force guidata dal manager Vittorio Colao, sarebbe di circa 170 miliardi. Una cifra imponente, ma molto vicina a quanto potrebbe arrivare all’Italia dal programma Next Generation EU.
Il Piano Colao, consegnato al governo il 9 giugno scorso, include un “menù” di 102 iniziative, presentate in altrettante schede di lavoro. Il governo potrebbe attingere da questo menù per definire la sua strategia per la ripresa del paese. Il Piano, di grande utilità, non contiene una quantificazione dei costi di ciascuna misura.
L’Osservatorio CPI si è quindi cimentato in tale quantificazione, che, seppure imperfetta, pensiamo possa comunque risultare utile.
Alcuni caveat prima di procedere:
Molte delle misure descritte nel Piano presentano un limitato grado di dettaglio e pertanto, in sede di quantificazione, si sono dovute fare alcune ipotesi arbitrarie (per esempio sul numero di beneficiari o sul significato concreto di una certa proposta). In alcuni casi, si è ipotizzato che le misure debbano avere un impatto “consistente” per riuscire a rilanciare la crescita economica, e quindi anche un costo altrettanto consistente. Costi inferiori avrebbero comportato effetti verosimilmente minori sulla ripartenza. Per la quantificazione di alcune voci, si è fatto riferimento a stanziamenti già effettuati per passate misure simili, oppure a dati contenuti, per proposte simili, nei rapporti di ministeri o enti della PA.
Per la maggior parte degli investimenti, il costo totale stimato è stato arbitrariamente suddiviso su più anni (da 2 a 4). Alcune misure non sono state quantificate per mancanza di sufficienti informazioni. Tra queste, la più importante è la compensazione tra crediti e debiti verso la Pubblica Amministrazione: in linea teorica, non dovrebbe aver costi, ma in pratica potrebbe averne, anche di consistenti, a causa del riconoscimento di crediti che, per vari motivi, potrebbero non essere pagati a una data successiva (per esempio perché contestabili). Infine, per semplicità, sono state considerate a costo zero ed escluse dai conteggi tutte le misure che secondo il piano avranno un finanziamento “principalmente privato”, anche se in alcuni casi è chiaro che qualche costo emergerà anche per il settore pubblico.
La quantificazione è riassunta nella Tavola 1 “menù” del Piano stesso.
Due sono gli indicatori più rilevanti: il costo totale del Piano in ogni anno e il costo totale su 5 anni. La stima del costo è di circa 4,5 miliardi nel primo anno di implementazione e di 47 miliardi nel secondo, scendendo poi gradualmente a 35 miliardi nel quinto. L’iniziale minor impatto è dovuto al numero limitato di iniziative definite come immediatamente attuabili dal Piano stesso (l’8 per cento del costo sui 5 anni). La discesa sul finire del periodo è dovuta alla natura temporanea di alcuni interventi, compreso il fatto che alcuni investimenti vengono completati prima della fine dei 5 anni. Il costo totale su 5 anni si attesta attorno ai 170 miliardi. È una cifra imponente, ma molto simile a quella, tra i 150 e i 170 miliardi, che potrebbe spettare all’Italia sulla base del programma Next Generation EU.
Questi totali riflettono poche grandi misure e moltissimi interventi di piccola entità. Infatti, focalizzandosi sui costi complessivi sui 5 anni, quasi due terzi dei costi è dovuto a 5 misure (il 6 per cento del totale).
In particolare, si tratta del potenziamento della linea alta velocità e dei collegamenti con gli aeroporti, dell’introduzione dell’assegno unico per figli, degli incentivi alla transizione energetica, del piano nazionale asili nido e della valorizzazione di poli turistici, aree marine e portuali. Di contro, l’85 per cento delle iniziative proposte ha un costo medio annuo inferiore ai 500 milioni. Più della metà hanno un costo medio annuo inferiore ai 100 milioni.
Il Piano Colao si articola in 6 macroaree di intervento. Riprendendo questa classificazione, le aree per cui sono previsti costi complessivi maggiori sono “Individui e famiglie” (56,8 miliardi), “Turismo, arte e cultura” (48,1 miliardi) e “Infrastrutture e ambiente” (43,6 miliardi), che assorbono complessivamente l’89 per cento dei costi totali sui 5 anni. Più contenuti sono invece i costi stimati per interventi a favore di “Imprese e lavoro” (12 miliardi), “Pubblica amministrazione” (5,3 miliardi) e “Istruzione, ricerca e competenze” (1,8 miliardi).
Infine, relativamente alla durata, le azioni previste dal Piano sono quasi ugualmente ripartite (in termini di costi sui 5 anni) tra azioni di natura temporanea e azioni di natura permanente, con una leggera prevalenza di queste ultime. Lo stesso risultato vale anche per la ripartizione tra spese per investimenti e spese correnti.