Valgono più di 8 miliardi i beni sequestrati nel 2019 dalle Fiamme gialle, o pronti per esserlo, frutto di reati contro il fisco. Oltre 9 mila contribuenti fantasma evadono 2,5 mld di Iva. Il bilancio sull’attività 2019-2020 redatto dal comando generale della Guardia di finanza.
da del 22/06/2020
pagine a cura di Cristina Bartelli
Nel 2019 più di 9 mila invisibili al fisco hanno sottratto oltre 2,5 miliardi di Iva. Mentre valgono oltre 8 miliardi i beni posti in sequestro, o pronti per esserlo, frutto di reati contro il fisco. I dati sono forniti in esclusiva a ItaliaOggi Sette dal comando generale della Guardia di finanza e fotografano l’attività del 2019 e dei primi sei mesi del 2020.
Evasione fiscale internazionale, frodi carosello, indebite compensazioni, illeciti doganali e traffici illeciti di prodotti petroliferi: sono alcuni dei fenomeni su cui si è concentrata l’azione della Guardia di finanza nel corso del 2019. Questi macro temi sono diventati nella realtà 107.426 interventi ispettivi e 11.048 indagini delegate dalla magistratura, che hanno permesso di riscontrare 6.841 reati fiscali (principalmente riferibili all’utilizzo di fatture false, all’occultamento delle scritture contabili e all’omessa dichiarazione) e di denunciare 14.540 soggetti, di cui 389 tratti in arresto.
Lo sguardo delle Fiamme gialle si è concentrato sui sequestri: il valore dei beni sequestrati nella passata annualità per reati in materia di imposte dirette e Iva è di oltre un miliardo di euro, mentre le proposte di sequestro al vaglio delle competenti Autorità giudiziarie ammontano a oltre 7,8 miliardi di euro.
Sul fronte dell‘evasione fiscale internazionale, sono 1.627 gli schemi messi al vaglio e contestati, che sono riconducibili a stabili organizzazioni occulte, esterovestizioni della residenza fiscale, manipolazioni dei prezzi di trasferimento e illecita detenzione di capitali all’estero. Particolare attenzione è stata rivolta anche alle frodi carosello: sono ben 2.204 i casi scoperti di società «cartiere» o «fantasma» utilizzate per evadere l’Iva, anche mediante indebite compensazioni. Dal contrasto all‘economia sommersa, sono stati individuati 9.020 soggetti sconosciuti al fisco (evasori totali), che hanno evaso complessivamente oltre 2,5 miliardi di Iva. Inoltre, sono stati verbalizzati 9.209 datori di lavoro per aver impiegato 44.404 lavoratori in «nero» o irregolari.
Ammontano, invece, a 3.722 gli interventi svolti nel settore delle accise, al fine di contrastare la filiera distributiva delle merci illecitamente introdotte sul territorio nazionale mediante servizi di prevenzione nei porti, negli aeroporti e nelle rotabili maggiormente interessate dai traffici illeciti, nonché, nei casi più gravi, attraverso l’esecuzione di indagini di polizia giudiziaria volte a neutralizzare l’operatività delle organizzazioni criminali, anche di carattere transnazionale, operanti nel settore.
Operazioni 2019,da Gucci oltre 1,25 mld di accertamento con adesione. Il bilancio del 2019 delle operazioni delle Fiamme Gialle vede al primo posto l’inchiesta nel campo dell’evasione fiscale internazionale che ha portato alla chiusura di un accertamento con adesionedi 1,25 miliardi di euro in capo alla società Gucci. Per quanto riguarda le frodi fiscali la Gdf ricorda le indagini svolte a Como che hanno portato all’arresto di 34 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di reati tributari, societari e fallimentari. Le indagini hanno permesso di accertare un sistema di frode ideato da due professionisti, tra cui il depositario di scritture contabili di società appartenenti a una nota cosca calabrese, che prevedeva l’emissione di fatture false da parte di cooperative di comodo operanti nei settori delle pulizie e del facchinaggio per consentire l’evasione degli oneri tributari e previdenziali da parte degli effettivi titolari del rapporto di lavoro.
In primo piano professionisti poco fedeli alla loro missione anche a Messina, dove sono stati arrestati 16 componenti di un’associazione per delinquere dedita alla commissione dei reati di bancarotta, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, riciclaggio, auto-riciclaggio, falso ideologico in atto pubblico e appropriazione indebita, tra cui un commercialista e due avvocati posti al vertice dell’organizzazione.
Dalle investigazioni è emerso che, dal 2014 al 2017, i tre professionisti, anche avvalendosi di alcuni «prestanome», ideavano e realizzavano per la loro clientela, composta da imprenditori operanti su tutto il territorio nazionale, operazioni finanziarie e societarie tese a occultare il loro patrimonio ai creditori e al Fisco.
Infine a Napoli il caso di un primario gruppo imprenditoriale operante nella fornitura di lavoro temporaneo.
La frode si basava sull’utilizzo di società «cartiere» che venivano «dotate» di un credito Iva inesistente mediante false fatturazioni per compensare i debiti delle società del gruppo, che in tal modo è riuscito ad appropriarsi di segmenti di mercato sempre più ampi, a discapito degli altri operatori del settore, arrivando a gestire oltre 30 compagini societarie con 17 mila dipendenti e un fatturato di circa 400 milioni di euro.