ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Il direttore dell‘Unità di informazione finanziaria di Bankitalia: le segnalazioni di operazioni sospette sono state 7.700 in più rispetto a un anno prima (+7,9%). Tuttavia la nuova disciplina ha segnato un arretramento, restringendo il perimetro delle autorità con cui è possibile scambiare informazioni.
da del 01/07/2020 11:15
In aumento dell’8% nel 2019 le segnalazioni per sospetti di riciclaggio all’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia, ma le ultime normative italiane ostacolano l’accesso alle informazioni investigative. Lo afferma il direttore dell’Uif, Claudio Clemente, secondo cui “le segnalazioni di operazioni sospette sono state 105.789, circa 7.700 in più rispetto a un anno prima (+7,9%). L’aumento è ascrivibile interamente a sospetti di riciclaggio, in quanto le segnalazioni di operazioni sospette di finanziamento del terrorismo si sono attestate a 770 unità (-27,8%), per una minore percezione della minaccia di matrice islamica”.
Le segnalazioni, spiega il direttore presentando il rapporto annuale dell’Uif, “complessivamente analizzate e trasmesse agli organi investigativi sono state 106.318 (+8,4%), con l’effetto di un ulteriore assottigliamento dello stock in lavorazione, da diversi anni a livelli minimi”.
L’incremento del numero di operazioni sospette segnalate è proseguito anche nel corso del 2020. Nel primo quadrimestre, la Uif ha ricevuto 35.927 segnalazioni di operazioni sospette, con un incremento del 6,3% rispetto allo stesso periodo del 2019. L’aumento delle segnalazioni analizzate e trasmesse agli organi investigativi e’ stato del 9%. Nel mese di marzo 2020 il flusso segnaletico in entrata ha mostrato una flessione molto contenuta, nonostante il diffuso ricorso a modalita’ di lavorazione delocalizzate adottate dai segnalanti.
Inoltre fra fine febbraio e meta’ giugno 2020 l‘Uif ha ricevuto circa 350 segnalazioni di operazioni sospette direttamente collegate all’emergenza. Casi significativi sono emersi anche dagli scambi con altre Fiu (Financial Intelligence Unit). L’analisi delle segnalazioni, ha spiegato Clemente, “conferma l’emergere di anomalie nelle forniture sanitarie legate all’assenza di requisiti tecnici richiesti dalla normativa, all’incongruenza tra l’entita’ degli acquisti e la reputazione imprenditoriale dei fornitori, all’estraneita’ degli articoli venduti rispetto al settore produttivo di appartenenza”. Sono stati inoltre rilevati, in circa 250 segnalazioni, anomali movimenti di contante, spesso motivati da timori indotti dalle misure di contenimento e confinamento sociale, che possono pero’ nascondere anche finalita’ illecite. In alcuni casi il profilo soggettivo dei nominativi convolti e le modalita’ operative suggeriscono il possibile coinvolgimento della criminalita’ e forme di usura.
“Lo scambio informativo – aggiunge Clemente – avviato con la Direzione nazionale antimafia (Dna), a seguito della riforma normativa del 2017, ha consentito di accrescere l’incisività dell’azione specie in tema di criminalità organizzata. Sono stati introdotti nuovi modelli segnaletici e ulteriori affinamenti nei processi di valutazione con riferimento a specifiche categorie di segnalazioni quali quelle del comparto dei giochi, dei pagamenti con carte e dell’operatività in valute virtuali. Forte attenzione è stata dedicata al Fintech”.
Tuttavia, le ultime normative italiane ostacolano l’accesso alle informazioni investigative per l’Uif. “Anche a seguito – spiega Clemente – di gravi problemi riscontrati in alcuni paesi del Nord e dell’Est Europa, a causa dell’infiltrazione nel sistema bancario di rilevanti flussi illeciti, gli organi europei hanno avvertito la necessità di riconsiderare l’effettiva adeguatezza dei sistemi antiriciclaggio dei singoli paesi, delle stesse norme comuni e della loro concreta applicazione. Emerge un quadro normativo europeo che sollecita una ulteriore crescita dei livelli di collaborazione a livello sia domestico sia internazionale”.
“Non sempre in tale direzione – sottolinea il direttore – si sono mossi i recenti interventi legislativi italiani che, per taluni profili, hanno reso di fatto ancor più difficile e complesso l’accesso della Uif alle informazioni investigative, incidendo negativamente sulla capacità di fornire alle altre Fiu (Financial information unit, ndr) una collaborazione tempestiva ed efficace”. “Anche sul fronte domestico – aggiunge Clemente – la nuova disciplina ha segnato un arretramento, restringendo ulteriormente il perimetro delle autorità con cui è possibile scambiare informazioni, con il rischio di ridurre l’efficacia complessiva del sistema di prevenzione”.