Confermati tutti i livelli dei tassi di interesse nell’area euro, a 1.350 mld di euro l’ammontare del Pepp e l’intenzione di proseguire gli acquisti almeno fino a giugno 2021. La Bce resta pronta ad aggiustare i suoi strumenti se necessario. L’euro resta forte sul dollaro. Lo spread Btp/Bund scende in attesa della Lagarde che lascerà le porte aperte a un aggiustamento espansivo nella riunione di fine anno.
da del 10/09/2020 13:50 di Francesca Gerosa
Nessuna sorpresa dalla Banca centrale europea. Ha confermato, come da attese, tutti i livelli dei tassi di interesse nell’area euro: zero sulle operazioni principali, 0,25% sulle operazioni marginali e -0,50% sui depositi presso lo stesso Istituto centrale. Resteranno ai livelli attuali o inferiori finché la Bce non vedrà le prospettive di inflazione convergere “saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2%”.
Confermato anche a 1.350 miliardi di euro l’ammontare del Programma di acquisto di titoli per l’emergenza pandemica (Pepp) e l’intenzione di proseguire gli acquisti “almeno fino a giugno 2021” e “finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus”. Un’altra decisione in linea con le attese degli economisti.
In merito, il Consiglio direttivo ha rilevato che gli acquisti di titoli condotti con il programma anti Covid “concorrono ad allentare l’orientamento complessivo della politica monetaria, contribuendo così a compensare l’effetto al ribasso della pandemia sul profilo previsto per l’inflazione. Gli acquisti continueranno a essere effettuati in maniera flessibile nel corso del tempo, fra le varie classi di attività e i vari paesi”. Secondo la Bce questo consente “di contrastare efficacemente i rischi per l’ordinata trasmissione della politica monetaria”.
E’ stato poi ribadito che l’Eurotower reinvestirà il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel Pepp almeno sino alla fine del 2022 e che, in ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del Pepp sarà gestita allo scopo di evitare interferenze con l’orientamento di politica monetaria. Peraltro, proseguirà “almeno fino a fine anno” il precedente piano di acquisti di titoli in corso (App), al ritmo di 20 miliardi di euro al mese per 120 miliardi ulteriori complessivi rispetto a quanto accumulato in precedenza.
Sulla durata di questo piano di acquisti il Consiglio direttivo continua ad attendersi che gli acquisti netti mensili di attività proseguiranno finché necessario a rafforzare l’impatto di accomodamento dei suoi tassi di riferimento e che termineranno poco prima che inizierà a innalzare i tassi di riferimento della Bce. Il ché, anche in questo caso, significa a lungo.
Infine, la Bce continuerà a fornire abbondante liquidità attraverso le proprie operazioni di rifinanziamento ai mercati, ma la Banca centrale resta pronta “ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito, in linea con il suo impegno alla simmetria”.
Ora l’attenzione si sposta sulla conferenza stampa della presidente, Christine Lagarde, che alle 14:30 riferirà anche delle previsioni economiche aggiornate dei tecnici dell’Istituto centrale. Gli strategist di Mps Capital Services si aspettano “lievi modifiche alle stime d’inflazione e crescita” con la Lagarde che “lascerà le porte aperte ad un aggiustamento espansivo nella riunione di fine anno”. Per questi esperti, poi, “sarà interessante anche valutare la posizione dell’Istituto sul cambio, dopo le recenti dichiarazioni del capoeconomista, Philip Lane”.
Nel complesso, la Bce, a detta di Adrien Pichoud, capo economista di SYZ Private Banking, “troverà un modo, come ha fatto in precedenza la Fed statunitense, per trasmettere il messaggio che la sua posizione rimarrà estremamente accomodante per il prossimo futuro”. Quanto all’inflazione, ancora lontana dall’obiettivo della Bce, Francoforte “deve fare il possibile per spingere il mercato in questa direzione”. L’euro forte è tra le ragioni per cui la Bce tenderà a suggerire un possibile ulteriore accomodamento futuro, ha concluso Pichoud.
Dopo che la Bce ha confermato, come da attese, l’impostazione fortemente espansiva della politica monetaria nell’area euro, senza operare variazioni o varare nuove misure, l’euro resta forte a 1,18443 dollari (+0,35%). Nessuna reazione dei mercati: Milano guadagna un +0,44% e Francoforte un +0,04%, mentre Parigi segna un -0,10% e Londra un -0,29%. Lo spread Btp/Bund scende a quota 145,6 punti base.
“L’inerzia dei titoli di Stato italiani rimane positiva, ma i rischi politici potrebbero riemergere nelle prossime settimane”, hanno sottolineato gli strategist obbligazionari di UniCredit. Tali rischi “innescherebbero volatilità e farebbero pressione sui Btp”, hanno aggiunto gli esperti, ricordando come alla fine di questo mese in Italia si terranno le elezioni regionali e il referendum costituzionale. Di conseguenza, il profilo rischio/rendimento dei Btp “non sembra molto favorevole a breve termine”, hanno detto, raccomandando di ridurre l’esposizione rispetto al Btp e di tornare rialzisti nel caso in cui lo spread si allargasse nuovamente nel range 160-180 punti base nel periodo settembre-ottobre.