Con l’avvio del coprifuoco, tutto chiuso e divieto di circolazione se non per motivi di comprovata esigenza dalle 24 alle 5. Il vicepresidente della Regione aggiunge: «Ma dobbiamo rilanciare l’economia, più attenzione al centro di Roma»
da di Andrea Arzilli
Coprifuoco notturno, più didattica a distanza e più terapie intensive: l’ordinanza in vigore da oggi serve a «tenere sotto controllo il virus senza necessità di ulteriori restrizioni», spiega la Regione. Daniele Leodori, vicepresidente del Lazio, in molti fanno ironia sull’efficacia del coprifuoco, pensa che arriveranno altre strette?
«Non a breve. L’ordinanza è un segnale chiaro: blocchiamo completamente gli spostamenti nel Lazio anche per contrastare il fenomeno della movida che tanto ha preoccupato nelle scorse settimane. Però proteggiamo le attività produttive già provate dal lockdown».
Si può dire che è l’ultimo provvedimento che tiene insieme sanità ed economia, poi si dovrà scegliere?
«Dobbiamo essere intelligenti ad adottare i provvedimenti necessari nel momento in cui servono. Credo che il combinato disposto di ordinanza e dpcm sia in grado di tenere a bada il virus senza bisogno di altre restrizioni».
Terapie intensive. A livello nazionale c’è una soglia (2.300 posti) oltre la quale scatterebbe il lockdown. E nel Lazio?
«Nell’ordinanza raddoppiamo la rete di letti Covid con più di 500 nuovi posti tra terapia intensiva e sub intensiva. Con questi numeri siamo in grado di fronteggiare gli attuali livelli di contagio, che sono importanti, per parecchio tempo. Se nei prossimi 15 giorni riusciamo a tenere ferma o abbassare la curva, abbiamo un margine abbastanza ampio per programmare un eventuale aumento di terapie intensive».
Quindi esclude che alla fine scatti il lockdown?
«Se rispettiamo le norme, mettiamo la mascherina, ci laviamo le mani e applichiamo il distanziamento, siamo nelle condizioni di fermare il virus e prepararci con minor ansia a un inverno che sarà lungo».
Esclude anche altre strette? Per i centri commerciali, ad esempio.
«Queste realtà dovremmo metterle al riparo dalla pandemia economica. Magari con regole rigide, ma dobbiamo tenerle aperte e vive, perché non so se riuscirebbero a superare un altro lockdown».
Niente chiusura totale, ma nuove limitazioni agli spostamenti tra regioni?
«Questi sono provvedimenti nazionali, noi non ci pensiamo. E Roma ha un indice di rischio più basso rispetto alle altre province del Lazio, la città è ancora gestibile: la situazione non è scappata di mano».
E i trasporti? Sembrano al limite…
«Già prima della Dad nelle scuole, che parte lunedì, a Roma si vedono i primi miglioramenti sul traffico grazie alla spinta sullo smart working inserita nel dpcm. E la nostra ordinanza porta a sgravare i mezzi di decine di migliaia di persone al giorno. Così il livello di rischio si abbassa».
Resta l’alto rischio economico, anche il prefetto ha fatto suonare l’allarme soprattutto per il centro.
«Dobbiamo immaginare provvedimenti che rilancino l’economia, stavolta con maggiore attenzione al centro di Roma che, senza turismo, è in grande sofferenza. Quando supereremo l’emergenza faremo un piano straordinario: il turismo va rilanciato, non c’è da perdere tempo».