La struttura chiusa nel 2015. «Vogliamo nuovi investimenti, la riapertura delle strutture vergognosamente chiuse con la scusa di tagliare, ma solo a beneficio dei soliti privati»
ROMA / CRONACA
di Carmen Plotino
Venerdì mattina lavoratori della sanità, Sindacati di base come l’Usb, il Coordinamento Sanità, realtà sociali e organizzazioni politiche — il Collettivo Militant e il Fronte della gioventù comunista —anno simbolicamente occupato l’Ospedale Forlanini, chiuso nel 2015 dal governatore Nicola Zingaretti (al tempo commissario ad acta alla Sanità regionale) nell’ambito dei tagli effettuati nel settore. Sulla facciata dell’ex nosocomio al Portuense, lo striscione che titola l’intento della protesta: «Riaprite gli ospedali».
Le ragioni dell’iniziativa, in un volantino distribuito dai manifestanti. «Nelle ultime settimane l’aumento dei contagi ha messo a nudo ancora una volta la condizione di forte carenza e insufficienza di cui soffre il sistema sanitario nazionale, e di cui lavoratori e lavoratrici della sanità (oltre che pazienti) sono i primi a pagare il prezzo. Ciò avviene a causa di privatizzazioni, aziendalizzazione e tagli (anche per rispettare i vincoli europei) portati avanti da governi di ogni colore sia a livello nazionale che regionale. Parliamo di oltre 37 miliardi di tagli solo negli ultimi 10 anni, assenza di oltre 100 mila tra medici e infermieri, perdita di oltre il 60% dei posti letto dal 1981, Ospedali che funzionano come aziende e che trattano la salute come una merce. E’ evidente qui nel Lazio dove Zingaretti, segretario Pd e presidente della Regione, ha chiuso ben 16 ospedali. In questa partita perdiamo tutti – lavoratori e lavoratrici, cittadini/e, utenti – tranne quelli che grazie alla privatizzazione e l’aziendalizzazione della Sanità Pubblica stanno aumentando i propri profitti».
E ancora si legge: «Non possiamo più accettare che l’arricchimento degli imprenditori della Sanità Privata venga prima della Salute e del Benessere collettivo. Pretendiamo un Sistema Sanitario Universale, Pubblico e Umanizzato che sia gestito come un bene pubblico e non come un’azienda. Vogliamo nuovi investimenti, la riapertura delle strutture sanitarie vergognosamente chiuse con la scusa di tagliare, e in realtà a tutto beneficio dei soliti privati, nuove assunzioni e stabilizzazioni, nonché il miglioramento delle condizioni di lavoro ad oggi inaccettabili. Riaprire gli ospedali che in questi anni sono stati chiusi è un ulteriore passo nella lotta per affrontare questa crisi affermando i nostri interessi, in quanto lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse, disoccupati e disoccupate, contro chi fino ad ora li ha sacrificati in nome del profitto di pochi. Rompiamo il ricatto tra salute e i nostri diritti».
20 novembre 2020 | 11:09