La Regione Lazio comunica che l’ultima rilevazione dell’indice Rt lo attesta a 0,9: si tratta di un dato importante perché un Rt sotto quota 1 significa una riduzione progressiva del numero dei nuovi casi e un Rt stabilmente sotto quel parametro significherebbe poter affermare che l’epidemia nel Lazio è sotto controllo.
da ATTUALITÀ 19 NOVEMBRE 2020 17:35
di Enrico Tata
L’indice Rt (l’indice di contagiosità del virus) del Lazio scende sotto quota 1 per la prima volta dalla fine dell’estate. La Regione Lazio comunica che l’ultima rilevazione lo attesta a 0,9: si tratta di un dato importante perché un Rt sotto quota 1 significa una riduzione progressiva del numero dei nuovi casi e un Rt stabilmente sotto quel parametro significherebbe poter affermare che l’epidemia nel Lazio è sotto controllo. Ecco perché: R0 è il numero medio di infezioni trasmesse da ogni individuo all’inizio di un’epidemia e quindi in una fase in cui non sono stati effettuati interventi per ridurne la diffusione. Rt invece viene calcolato nel corso del tempo e consente di monitorare l’efficacia degli interventi decisi nel corso di un’epidemia provocata da una malattia infettiva.
Se Rt è superiore a 1 vuol dire che l‘epidemia è in fase espansiva, mentre se è inferiore a 1, come nel caso del Lazio, significa che l’epidemia si sta spegnendo e può essere definita sotto controllo (se il dato viene confermato). L’indice Rt, in altre parole, rappresenta il numero di infezioni che causa una persona infetta.
Per fare un esempio, se Rt fosse pari a 2, questo vorrebbe dire che 100 persone ne potrebbero contagiare 200 e questi, a loro volta, ne potrebbero contagiare 400. Un Rt a 0,9, come quello stimato nel Lazio, significa che 100 persone ne infettano 90 e questi 90 ne infettano 81 e così via, fino a 0.
L’indice Rt nel Lazio in calo da diverse settimane
L’indice Rt (l’indice di contagiosità del virus) del Lazio scende sotto quota 1 per la prima volta dalla fine dell’estate. La Regione Lazio comunica che l’ultima rilevazione lo attesta a 0,9: si tratta di un dato importante perché un Rt sotto quota 1 e usignifica una riduzione progressiva del numero dei nuovi casi e un Rt stabilmente sotto quel parametro significherebbe poter affermare che l’epidemia nel Lazio è sotto controllo.
Ecco perché: R0 è il numero medio di infezioni trasmesse da ogni individuo all’inizio di un’epidemia e quindi in una fase in cui non sono stati effettuati interventi per ridurne la diffusione. Rt invece viene calcolato nel corso del tempo e consente di monitorare l’efficacia degli interventi decisi nel corso di un’epidemia provocata da una malattia infettiva.
Se Rt è superiore a 1 vuol dire che l’epidemia è in fase espansiva, mentre se è inferiore a 1, come nel caso del Lazio, significa che l’epidemia si sta spegnendo e può essere definita sotto controllo (se il dato viene confermato). L’indice Rt, in altre parole, rappresenta il numero di infezioni che causa una persona infetta.
Per fare un esempio, se Rt fosse pari a 2, questo vorrebbe dire che 100 persone ne potrebbero contagiare 200 e questi, a loro volta, ne potrebbero contagiare 400. Un Rt a 0,9, come quello stimato nel Lazio, significa che 100 persone ne infettano 90 e questi 90 ne infettano 81 e così via, fino a 0.
Nel Lazio l’indice Rt è in calo da diverse settimane: era 1,49 all’inizio di ottobre, è sceso a 1,29 e, infine, a 1,04 nell’ultima rilevazione. Negli ultimi sette giorni, dal 12 al 18 novembre, i nuovi casi di coronavirus registrati nella regione amministrata da Nicola Zingaretti sono stati complessivamente 19.031, con una media di 2700 casi giornalieri circa. Nei sette giorni precedenti i nuovi casi erano stati 18mila, con una media di 2500 casi giornalieri circa. Nei prossimi sette giorni, in teoria, dovrebbe verificarsi una diminuzione dei nuovi casi registrati.
Per quanto riguarda gli altri indicatori (sono 21 in totale) dell‘Istituto Superiore di Sanità che domani certificheranno la conferma del Lazio in area gialla o il passaggio in area arancione, la Regione Lazio comunica che diminuisce il tempo mediano tra la data di inizio sintomi e la data di diagnosi da 4 a 2 giorni.
Bene anche l’indicatore del totale risorse umane dedicate all’attività di tracciamento. Continua a preoccupare, però, il tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva al 32 per cento e quello di area medica per pazienti COVID al 49 per cento. Questi gli unici due indicatori che preoccupano il Lazio: “Non bisogna abbassare la guardia occorre ancora tempo”, il commento ai dati di oggi dell’assessore D’Amato.