del 24 Novembre 2020, 11:50 |da
di Barbara Corrao |
Presentati il Piano industriale 2021-23 e la visione del gruppo per i prossimi dieci anni. Enel mobilita 190 miliardi di investimenti per accelerare la transizione sulle rinnovabili e anticipare la decarbonizzazione. Il Ceo Starace: “Si apre un decennio di opportunità, saremo leader”. E su Open Fiber: “Monetizzare quando in linea con il nostro interesse”
Enel guarda lontano e presenta il Piano strategico 2021-23. Questa volta l’aggiornamento del piano si inquadra nella visione complessiva del gruppo per i prossimi dieci anni, nell’orizzonte del 2030. E capita proprio il giorno dopo della lettera con la quale il Governo chiedeva ai vertici del gruppo di accelerare le decisioni su Open Fiber e di considerare il valore strategico della rete unica con Tim.
“Non diventeremo un operatore di tlc, lo abbiamo sempre detto, gestiremo l’infrastruttura. Di conseguenza vogliamo monetizzare non appena vediamo un’opportunità in linea con il nostro interesse” è stata la risposta ad un analista che chiedeva notizie al Ceo Francesco Starace. Quanto alla lettera dei ministri Gualtieri e Patuanelli “ci rafforza nella convinzione di aver fatto bene a lanciare Open Fiber: finalmente è partita la realizzazione della rete digitale, una rete che sia aperta a tutti e non a controllo verticalmente integrato. Senza OF che ha portato la fibra nel doppio di case di quanto abbia fatto l’incumbent, l’Italia sarebbe ancora in fondo alla classifica europea”. Infine, come garantire il controllo pubblico in caso di uscita di Enel? “Cdp dovrà assumere il controllo operativo dell’asset” è stata la risposta nel corso della conferenza stampa finale.
Argomento esaurito. Ben più ampio il tempo dedicato agli obiettivi strategici del gruppo. Tutti i target di piano sono in crescita e tutti sopra le attese. La visione riguarda una forte accelerazione della transizione energetica, nella digitalizzazione delle reti e abilitazione della gestione operativa su piattaforme, maggiore remunerazione per gli azionisti, tariffe stabili per i clienti in ragione del miglioramenti di efficienza acquisiti con il digitale. Enel intende mobilitare una montagna di investimenti : 190 miliardi al 2030, 40 miliardi saranno spesi entro il 2023. Dove sarà allocato questo volume record di spesa e per raggiungere quali obiettivi? Ecco cosa hanno detto, nel corso del Capital markets day rigorosamente in videoconferenza, il Ceo e direttore generale del gruppo Enel Francesco Starace e il Chief Financial Officer (Cfo) Alberto De Paoli. Quest’anno fanno il loro ingresso nelle strategie di sviluppo anche le batterie (5 miliardi di investimento) e l’idrogeno verde.
“Sarà un decennio pieno di opportunità” ha detto Francesco Starace che candida Enel ad una posizione di “Super Major” nel campo delle rinnovabili a livello mondiale. Il Ceo ha spiegato che “grazie all’impegno di tutti i dipendenti nel mondo abbiamo potuto mantenere gli obiettivi annunciati lo scorso anno, quando la pandemia Covid-19 era ancora lontana. Continueremo ad essere leader e protagonista assoluto: l’obiettivo di raggiungere 70 miliardi di Rab (Regulated asset base) è molto ambizioso – ha riconosciuto – ma associato agli obiettivi di maggiore flessibilità e efficienza nelle reti è raggiungibile. I nostri clienti potranno così aumentare il consumo di elettricità con una riduzione della bolletta finale. Questa componente digitale resterà nel genoma dell’azienda e ci consentirà una politica attrattiva verso i nostri azionisti”. La visione è dunque estremamente ambiziosa ed è stata salutata dalla Borsa con un balzo delle azioni del 2,7% a fronte del +1,2% dell’indice generale FtseMib, in una giornata spinta in positivo dal sollievo dei mercati per lo sblocco della presidenza Usa.
RINNOVABILI e RETI
Le fonti verdi assorbiranno quasi la metà dei 190 miliardi di investimenti del decennio mentre il 46% andrà alla digitalizzazione delle reti. Sui progetti verdi arriveranno 70 miliardi per triplicare la capacità installata portandola a 120 GW rispetto agli attuali 45 GW. L’ambizione di Enel, ha affermato Starace è di leadership mondiale, l’atteso incremento sull’Ebitda è dell’11% al 2030, equamente ripartito tra solare (53%) ed eolico (47%). Il mix energetico del gruppo, a fine decennio, sarà alimentato all’80% da fonti rinnovabili e per la restante parte da gas. Dal 2027 – in anticipo di 3 anni sul precedente target – Starace ha annunciato l’uscita dal carbone.
La Renewable Super Major – come Enel si autodefinisce – ha come obiettivo ravvicinato di accrescere la propria capacità verde da 49 a 68 GW (+39%) nel 2023, con 21 miliardi di Capex diretto e 3,8 miliardi da parti terze. La capacità aggiuntiva privilegerà il solare (58%) rispetto all’eolico (42%).
Il 90 per cento degli obiettivi di Enel sono allineati – ha sottolineato il vertice – con i sustainable development goals e l’intera strategia di sviluppo si inquadra all’interno dell’obiettivo di contenere il surriscaldamento climatico del pianeta entro 1,5 gradi (inferiore ai due gradi ipotizzati dall’accordo di Parigi). Le emissioni dirette di CO2 a fine decennio sono stimate in calo dell’80% rispetto al 2017.
Una novità del piano riguarda il coinvolgimento di terzi, sotto forma di partnership. Ciò consentirà di mobilitare altri 10 miliardi in capo ad Enel e 30 in capo a terzi per 40 miliardi aggiuntivi da investire in totale nei dieci anni.
Nel triennio 2021-23 sui 40 miliardi di investimenti complessivi 38 saranno a carico Enel e circa 2 in partnership (modello stewardship) in modo di mobilitare 8 miliardi di investimenti da terzi. Alle rinnovabili andranno 17 miliardi di investimenti per alzare la capacità installata a 60 GW (+33%) rispetto al 2020.
Il capitolo reti punta a rggiungere e gestire 90 milioni di clienti al 100% da remoto in tutto il mondo nel 2030, un obiettivo che oggi è possibile solo in Italia e Spagna. Starace ha ricordato che l’intero gruppo è ormai transitato sulla propria piattaforma digitale dalla quale ricava un enorme mole di dati utili per la gestione operativa, in termini anche di prevenzione della manutenzione e degli interventi. Da qui la maggiore flessibilità e i minori costi promessi. Alle reti andrà il 43% degli investimenti tra il 2021 e il 2023, con un incremento della Rab di gruppo del 14% a 48 miliardi a fine periodo. Il 60% degli investimenti sarà speso in Europa e il 40% nel resto del mondo.
GUIDANCE E DIVIDENDI
L’Ebitda del gruppo Enel è previsto in crescita composta annua (Cagr) del 5-6 per cento nel decennio con una crescita dell’utile ordinario del 8-10%.
Per il 2020, la stima è di 18 miliardi di Ebitda che diventeranno 20,7-21,3 miliardi nel 2023. L’utile netto ordinario stimato per questo’anno è di 5-5,2 miliardi a fronte di 6,5-6,7 previsti alla fine del prossimo triennio.
Anche su dividendo Enel lancia un messaggio innovativo agli azionisti. Nel piano è infatti previsto un dividendo garantito e in crescita: si parte dai 35 centesimi del 2020 e si arriva ai 43 centesimi del 2023 (30 nel 2021 e 40 nel 2022) con un Cagr del 7% e un total return del 13% per gli azionisti.
Infine l’indebitamento: arriverà i 57-58 miliardi di euro alla fine del 2023, guidato dall’accelerazione degli investimenti. Il rapporto debito netto/Ebitda del Gruppo è visto nel 2023 a 2,7 volte, un livello inferiore alla media dei principali concorrenti europei.
Ultimo aggiornamento alle 15.57 del 24 novembre 2020