Il grande risiko degli ultimi mesi, partito con l‘opa di Intesa su Ubi, è ora arrivato al punto di svolta dopo la conferma dell’addio di Mustier da Unicredit.
L’istituto di piazza Gae Aulenti dovrà ora scegliere se puntare su Banco Bpm o Mps. Le opzioni in campo
da del 02/12/2020 14:28
di Marco Capponi
La Pandemia di Covid-19, unita al contesto economico di tassi ai minimi, ha costretto le banche italiane a ripensare se stesse e i propri assetti strutturali, dando il via al grande risiko che si sta svolgendo negli ultimi giorni. “È evidente che in Italia è in corso una nuova ondata di consolidamento del settore bancario, conseguente anche alla crisi economico-finanziaria generata dalla pandemia”, spiega Massimiliano Schena, direttore investimenti di Symphonia sgr, che ha un’idea chiara: in un simile contesto, “l’m&a è probabilmente una delle poche soluzioni per creare valore”.
Secondo il money manager, lo scenario attuale affonda le sue radici nei mesi estivi, quando si è assistito all‘acquisizione di Ubi da parte di Intesa Sanpaolo, cui ha fatto seguito nelle ultime settimane l’annuncio dell‘OPA del Credit Agricole sul Credito Valtellinese. “Tra l’altro”, chiosa il gestore, “è probabile che quest’ultima offerta debba essere alzata”.
In questo contesto, la notizia che Mustier dalla prossima primavera non sarà più alla guida di Unicredit è la più illustre delle punte dell’iceberg. “A questo punto Gae Aulenti ha due possibilità”, analizza l’esperto. Primo, un’offerta suBanco Bpm che ricalchi quella già fatta da Intesa su Ubi. Secondo, “una più probabile acquisizione di Mps, togliendola dal controllo statale”.
Se questa opzione sembra la più percorribile, per il money manager un’avvertenza è d’obbligo: “Affinché il deal vada in porto, lo Stato dovrà rendere appetibile Mps, nello stile di quanto fatto da Intesa con l’intervento sulle Popolari Venete”. Vale a dire: aumento di capitale di Mps prima dell‘acquisizione da 3 miliardi di euro, più la garanzia sulle cause legali.
E se questa prospettiva si concretizzasse, il risiko non finirebbe qui: infatti, secondo Schena “se Banco Bpm non finisce nell’orbita di Unicredit è probabile che guardi a un’aggregazione con Bper Banca“. Un’opzione con cui si è espresso con favore anche Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, che proprio di Bper è l’azionista numero uno.