Un ordigno contro una nave battente di bandiera di Singapore che stava scaricando greggio a Gedda. Sospetti sui ribelli yemeniti
ARABIA SAUDITA HOUTHI PETROLIO
da aggiornato alle 10:07 14 dicembre 2020
© YouTube – La petroliera BW Rhine
AGI – Nuovo attacco a una petroliera davanti a un porto saudita: la compagnia di navigazione Hafnia ha denunciato che una sua nave, la BW Rhine, è stata colpita davanti a Gedda da una “fonte esterna” non identificata, un ordigno che ha innescato un’esplosione e il successivo incendio, rapidamente estinto dall’equipaggio.
L’esplosione è avvenuta poco dopo la mezzanotte ora locale, mentre la petroliera scaricava il petrolio in un terminal al largo del porto saudita. Nessuno è rimasto ferito. La nave, che batte bandiera di Singapore, riesce a caricare tra le 60 e le 80 mila tonnellate di petrolio o distillati. “E’ possibile che ci sia stata una fuoriuscita di greggio dalla nave”, ha aggiunto la compagnia di navigazione, “ma non è confermato e le strumentazioni indicano che i livelli di petrolio sono gli stessi di prima dell’incidente”. Il porto di Gedda è tra i più importanti del Mar Rosso, centro di distribuzione per il colosso petrolifero saudita Aramco; secondo Dryad Global, una società di sorveglianza marina che ha sede a Londra, l’esplosione è avvenuta “al punto di ancoraggio principale” nel porto.
Gli interessi di Riad nel mirino
Non è la prima volta che vengono prese di mira gli interessi petroliferi sauditi. Appena tre settimane fa, il gruppo armato degli Houthi, in Yemen, stretto alleato dell’Iran, aveva rivendicato di aver lanciato un missile contro una stazione di distribuzione gestita dal colosso petrolifero Aramco, sempre a Gedda, e di averla colpita; e gli Houthi, insieme alla rivendicazione dell’attacco, avevano avvertito le compagnie straniere e i sauditi che le operazioni sarebbero continuate. Due giorni dopo un’esplosione aveva danneggiato una petroliera greca, sempre nel Mar Rosso al largo delle coste saudite, vicino al confine con lo Yemen.
La guerra degli Houthi
Gli Houthi sono una milizia filo-iraniana impegnata dal 2014 in un sanguinoso conflitto civile con le autorità centrali yemenite, sostenute dall’Arabia Saudita; e da tempo hanno intensificato gli attacchi di rappresaglia contro la vicina monarchia wahabita. Lo Yemen si è impantanato nel conflitto da quando la coalizione guidata dai sauditi è intervenuta nel marzo 2015 per ripristinare il governo yemenita estromesso dal potere nella capitale Sanaa dalle forze Houthi alla fine del 2014: è di fatto una ‘proxy war’, tra le nazioni sunnite guidate dall’Arabia Saudita e l’Iran sciita. Gli attacchi transfrontalieri delle forze Houthi si sono intensificati dalla fine di maggio, quando è scaduta la fragile tregua firmata a causa della pandemia di coronavirus. La coalizione guidata dai sauditi ha risposto sistematicamente con attacchi aerei sul territorio controllato dagli Houthi, ovvero la maggior parte dello Yemen settentrionale e delle grandi aree urbane. La guerra è stata una tragedia per la popolazione: secondo i dati dell’Onu, i combattimenti hanno provocato quasi 100 mila vittime, oltre 3 milioni di sfollati e una gravissima carestia.