ROMA / CRONACA
L’assessore alla Sanità Alessio D’Amato: «C’è il rischio della tempesta perfetta. Ieri alla Nuvola su 1.982 prenotazioni, c’è stata una sola rinuncia. E su 70 mila vaccini fatti complessivamente nessuna reazione avversa»
di Clarida Salvatori
«Tra tagli alle consegne e un’errata gestione del vaccino AstraZeneca, stiamo rischiando una tempesta perfetta»: i timori che da tempo esprime l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, si stanno purtroppo trasformando in amara realtà. «E se ci saranno ulteriori contraccolpi sarà dura proseguire una campagna vaccinale che invece in questo momento avrebbe dovuto fare un salto di qualità – spiega ancora – per arrivare allo standard di 50 mila somministrazioni giornaliere e di un milione e mezzo mensile richiesto dal premier Draghi. Un obiettivo possibile solo se ci sono le giuste dosi di vaccino a disposizione».
Lo spettro più pericoloso da affrontare ora, dopo l’ultima pronuncia dell’Ema (Agenzia europea del farmaco) a seguito dell’ennesima sospensione di AstraZeneca, è la diffidenza da parte di chi si sottopone volontariamente all’immunizzazione al Covid, verso questo siero, che però – come sostenuto anche dallo stesso presidente del Consiglio – finora «ha registrato un crollo della fiducia inferiore rispetto a quanto ci si poteva aspettare». I numeri della Regione parlano chiaro: «Oggi (ieri, ndr.) sono stato alla Nuvola a fare un sopralluogo – prosegue D’Amato – e ho constatato che non ci sono stati grossi scossoni. Le persone chiedono molte informazioni, è stato modificato il consenso informato, ma sulle 1.982 prenotazioni di giornata, c’è stata una sola disdetta». Segno che i romani hanno capito che vaccinarsi è la cosa più importante oggi e che gli eventi avversi sono una rarità. «Sempre parlando della Nuvola – continua l’assessore – dalla sua apertura sono state vaccinate settantamila persone, tra insegnati e forze dell’ordine e nessuna, ripeto nessuna, ha avuto reazioni importanti, che non siano quelle comuni anche per gli altri vaccini», come dolorabilità al braccio, qualche linea di febbre, dolori articolari e senso di spossatezza.
«Un dato che ci conforta, specie considerando che AstraZeneca è il vaccino maggiormente opzionato dall’Italia. Originariamente era infatti raccomandato dai 16 anni e fino ai 55, poi fino a 65, ora oltre i 60. Se l’autorità europea del farmaco dà delle indicazioni non capisco perché poi i singoli Paesi devono modificarle. Tutto questo, cambiare continuamente platea, non aiuta affatto».
Ma ora il Lazio come si regolerà? Rimodulerà ancora il suo piano vaccinale? Anche nell’ottica dei richiami che inizieranno a breve per chi ha ricevuto già la prima dose di AstraZeneca?
«No, non occorre rimodulare il piano, chi ha fatto la prima dose di AstraZeneca, farà la seconda sempre con AstraZeneca. Chi è già prenotato (oltre un milione di utenti fino a maggio, ndr.), verrà immunizzato con AstraZeneca. Non ci sono alternative per uscire da questo incubo. Bisogna vaccinarsi e farlo con AstraZeneca è sicuro».
Tanto più che, al di là delle consegne di Pfizer e Moderna, su Johnson&Johnson è già cominciata la corsa al ribasso: «Anziché le 40 mila dosi attese, ne arriveranno appena 18 mila tra il 18 e il 19 aprile. E basteranno per immunizzare popolazione e agenti carcerari – conclude D’Amato -. Bisognerà capire quanto saranno corpose le prossime forniture. Di certo così le farmacie non possono partire. E invece da lunedì prossimo prevediamo di aprire le prenotazioni per 60-61enni».
9 aprile 2021 | 07:13