lunedì, Settembre 23, 2019

Ora rottamare il 3%

BANCHE E ASSICURAZIONI

Con tassi a zero e la grande liquidità in circolo sarebbe un errore fatale non riformare i parametri di Maastricht. Dopo l’annuncio di Draghi, l’Italia non deve perdere un minuto di più e fare una proposta operativa

 di Roberto Sommella da Milano Finanza del 23/09/2019

Ripensare subito i vincoli di Maastricht. Se qualcuno aveva ancora dubbi sulla necessità di allentare i vincoli contabili europei, con la recessione alle porte, il Presidente della Bce, Mario Draghi, ha fornito l’elemento decisivo.

Parlando di fonte alla Commissione Affari Economici e Monetari del Parlamento Europeo, il numero uno dell’Eurotower, prossimo alla fine del suo mandato, ha rotto gli indugi e ha affermato: “i Paesi con un elevato debito dovrebbero mantenere una politica di bilancio prudente” e le regole di bilancio “dovrebbero essere riviste. Le regole che abbiamo ora sono state utili per molto tempo, e lo sono ancora nella misura in cui evitano un eccessivo accumulo di debito, ma non forniscono uno strumento di stabilizzazione anticiclico dell’economia”.

Più chiaro di così non poteva essere. Con tassi a zero, la grande liquidità in circolo e l’ombrello del QE ancora aperto, sarebbe perciò un errore fatale non rivedere i parametri di Maastricht, proprio ora che persino la Germania ha deciso di avviare un mega piano di investimenti da oltre cento miliardi con la scusa della necessità di combattere l’inquinamento.

Dopo questo intervento, il Presidente della BCE ed ex governatore della Banca d’Italia prima ancora che si insedi Christine Lagarde al suo posto, l’Italia ed il governo Conte ha assolutamente la necessità, dunque d’entrare nel dibattito della riforma dei parametri comunitari e di promuovere con gli altri paesi fondatori, Francia e Germania, magari tramite un vertice straordinario, la sospensione del vincolo del 3%.

Non c’è più tempo da perdere: ora o mai più. Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri e i suoi colleghi europei hanno un’occasione storica, cambiare davvero l’Europa.

Quasi dieci anni di crisi sono lì a testimoniare i danni che l’austerity contabile ha comportato a milioni di persone e a decine di migliaia di imprese.

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