da del 03/05/2021 20:02
di Andrea Montanari
Definito l’accordo transattivo tra il Gruppo tv e il socio francese (28,8%) che venderà la sua quota mantenendo un simbolico 4,6%. Fininvest comprerà un 5%. Bolloré incasserà un dividendo straordinario di oltre 100 milioni e altri 150 milioni dalla holding dei Berlusconi. Stop a tutte le cause e denunce in essere.
Un lungo weekend di lavoro, con attimi di tensioni tra le parti e qualche minimo rischio di un nuovo stop (per questioni inerenti il diritto olandese sulla questione delle partecipazioni e della soglia dell’opa) alla trattativa tra avvocati. Sono state intense e impegnative le ultime 72 ore per Mediaset, l’azionista Fininvest e il socio Vivendi. Ma alla fine, come già anticipato lo scorso 28 aprile da MF-Milano Finanza, a cinque anni dall’inizio dello scontro – l’accordo dell’aprile 2016 per l’acqusto dell’ex pay tv Premium non rispettato dai francesi – tutto si è risolto per il meglio con un’intesa tombale e definitiva messa a punto dagli avvocati Luca Fossati, dello studio Chiomenti, per conto della holding della famiglia Berlusconi e per Giuseppe Scassellati-Sforzolini, della law firm Cleary Gottlieb, per la Società che fa riferimento a Vincent Bolloré.
L’intesa raggiunta oggi in via ufficiale prevede la chiusura di tutte le cause e denunce incrociate che potrebbe anche portare a un blocco o una revisione dell’inchiesta aperta per manipolazione di mercato dalla Procura di Milano e che vede indagati lo stesso Bolloré e il braccio destro Arnaude de Puyfontaine, anche alla luce delle sentenze del Tribunale civile in merito alle azioni legali promosse da Mediaset e relative al risarcimento per danni (3 miliardi) per il mancato acquisto di Premium e per la tentata scalata ostile nel capitale del Biscione.
I francesi si impegnano a vendere il 19,19%, attualmente congelato nel trust SimonFid ma il cui possesso è stato riottenuto dopo la pronuncia del Tar del Lazio, che ha recepito il parere della Corte di Giustizia Ue dello scorso anno, in un arco temporale di 5 anni: sarà ceduto sul mercato, a blocchi, il 20% per ogni anno di questa partecipazione, salvo che il titolo del network tv di Cologno Monzese non schizzi alle stelle sopra la soglia dei 3 euro per azione. Nel dettaglio un quinto della quota sarà venduto ogni anno a partire dalla data di chiusura a un prezzo minimo di 2,75 euro nell’anno uno, 2,80 euro nell’anno due, 2,90 euro nell’anno tre, 3 euro nell’anno quattro e 3,10 euro nell’anno cinque. Vivendi avrà il diritto di vendere l’intera quota in qualsiasi momento qualora il prezzo del titolo Mediaset raggiungesse € 3,20.
Contestualmente, e anzi in tempi assai più rapidi, Fininvest rileverà un 5% del restante 9,6% in mano a Vivendi per un controvalore di poco inferiore ai 160 milioni (2,70 euro per azione), mentre il gruppo francese manterrà in carico in portafoglio il 4,61% residuo. Prima di queste dismissioni,però, Mediaset staccherà un dividendo straordinario di 0,30 euro per azione che permetterà a Bolloré di incassare 100-105 milioni. La holding presieduta da Marina Berlusconi otterrà invece esattamente la cifra che dovrà poi versare al gruppo transalpino: 155-156 milioni. Inoltre “Fininvest avrà il diritto di acquistare le azioni eventualmente invendute in ciascun periodo di dodici mesi, al prezzo annuale stabilito”, viene specificato nel Comunicato Congiunto.
In tal modo i francesi dovrebbero rientrare di una parte consistente dell’investimento iniziale fatto quando comprarono le azioni oggi in carico a 3,7 euro per azione, a fronte della chiusura odierna di 2,69 euro, che equivale a una minusvalenza latente sull’intera quota del 28,8% di 343 milioni di euro.
Inoltre, Dailymotion, società controllata da Vivendi, ha concordato di effettuare un pagamento di 26,3 milioni per la definizione del contezioso relativo al copyright con Rti e Medusa, società del gruppo Mediaset. Il closing è atteso per il 22 luglio.
Infine nel documento vi è l’impegno da parte di Bolloré a non interferire nell’attività di Mediaset per quel che attiene ai piani di sviluppo, crescita e acquisizione anche all’estero nel business della tv in chiaro, che non è tra l’altro un business di interesse di Vivendi. In altre parole, sulla tedesca ProsiebenSat.1, il Biscione, oggi primo socio con il 24,9%, avrà assoluta libertà d’azione.
Resta invece fuori dall’accordo la partita che si sta giocando in Francia sul polo radio-tv M6 messo in vendita di Rtl (gruppo Bertelsmann), per il quale sono in corsa sia il network italiano sia il gruppo transalpino, oltre al big tv Tf1 (Bouygues), Altice, agli editori de Le Monde Xavier Niel e Matthieu Pigasse assieme a Pierre Antoine Capton, supportati da Bernard Arnault ( Lvmh) e infine a Daniel Kretinsky. In tal senso non è da escludere che Mediaset cerchi un alleato in terra di Francia che difficilmente sarà però Bolloré, visto che quest’ultimo non gode della simpatia e del sostegno del Presidente Emmanuel Macron, attento al dossier M6 in vista della Presidenziali 2022.