Nel documento finale del summit di Bruxelles con Biden, i leader denunciano l’aggressività crescente di Mosca e di Pechino. Monito anche all‘Iran: “Non avrà mai l’arma nucleare”. Draghi: “Affrontare chi non condivide i nostri valori”
NATO RUSSIA CINA IRAN
da aggiornato alle 17:35 14 giugno 2021
© NATO / Pool / ANADOLU AGENCY / Anadolu Agency via AFP – I leader dei Paesi Nato al termine del vertice di Bruxelles.
AGI – I capi di Stato e di governo dei Paesi Nato riuniti nel vertice di Bruxelles avvertono che il comportamento sempre più aggressivo della Cina, che comprende la guerra informatica e la costruzione di testate nucleari, pone “sfide sistemiche al diritto e alla sicurezza internazionali e alle aree rilevanti per la sicurezza dell’Alleanza”, si legge nella dichiarazione finale del vertice.
Nel testo si afferma anche che “le azioni aggressive della Russia costituiscono una minaccia alla sicurezza euro-atlantica”. Messaggio chiaro al Cremlino, alla vigilia dell’incontro tra il presidente americano Joe Biden e Vladimir Putin: “Fino a quando la Russia non dimostrerà di rispettare il diritto internazionale, i suoi obblighi e le sue responsabilità internazionali, non si potrà tornare al ‘business as usual'”, si legge nella dichiarazione finale del vertice.
I leader hanno discusso anche dell’Iran: “Ci impegniamo a garantire che l’Iran non svilupperà mai un’arma nucleare“, si assicura nel documento. “Accogliamo con favore – prosegue il testo – le discussioni sostanziali tra i partecipanti al Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa, l’accordo sul nucleare, ndr), e separatamente con gli Stati Uniti, per realizzare un reciproco ritorno al rispetto del Jcpoa da parte degli Stati Uniti e dell’Iran”. I Paesi della Nato aggiungono: “Sosteniamo l’obiettivo di ripristinare i benefici di non proliferazione del Jcpoa e di garantire la natura esclusivamente pacifica del programma nucleare iraniano. È fondamentale che l’Iran conservi lo spazio per queste discussioni evitando qualsiasi ulteriore escalation”.
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento al vertice della Nato, ha fissato quali a suo dire devono essere gli obiettivi dell’Alleanza. Ovvero quello di “mantenere la nostra superiorità tecnologica collettiva ed essere pronti ad affrontare tutti coloro che non condividono i nostri stessi valori e il nostro attaccamento all’ordine internazionale basato sulle regole e sono una minaccia per le nostre democrazie; preservare la stabilità strategica e rinnovare anche i nostri sforzi per rafforzare il controllo degli armamenti, il disarmo e l’architettura internazionale della non proliferazione; affrontare le implicazioni per la sicurezza dei cambiamenti climatici; rafforzare – ha proseguito Draghi – la nostra resilienza nazionale e la nostra capacità di affrontare i problemi globali che interessano la nostra Alleanza regionale in un’epoca di vulnerabilità strutturale”.
I leader hanno discusso anche dell’Iran: “Ci impegniamo a garantire che l’Iran non svilupperà mai un’arma nucleare”, si assicura nel documento. “Accogliamo con favore – prosegue il testo – le discussioni sostanziali tra i partecipanti al Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa, l’accordo sul nucleare, ndr), e separatamente con gli Stati Uniti, per realizzare un reciproco ritorno al rispetto del Jcpoa da parte degli Stati Uniti e dell’Iran”. I Paesi della Nato aggiungono: “Sosteniamo l’obiettivo di ripristinare i benefici di non proliferazione del Jcpoa e di garantire la natura esclusivamente pacifica del programma nucleare iraniano. È fondamentale che l’Iran conservi lo spazio per queste discussioni evitando qualsiasi ulteriore escalation”.
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento al vertice della Nato, ha fissato quali a suo dire devono essere gli obiettivi dell’Alleanza. Ovvero quello di “mantenere la nostra superiorità tecnologica collettiva ed essere pronti ad affrontare tutti coloro che non condividono i nostri stessi valori e il nostro attaccamento all’ordine internazionale basato sulle regole e sono una minaccia per le nostre democrazie; preservare la stabilità strategica e rinnovare anche i nostri sforzi per rafforzare il controllo degli armamenti, il disarmo e l’architettura internazionale della non proliferazione; affrontare le implicazioni per la sicurezza dei cambiamenti climatici; rafforzare – ha proseguito Draghi – la nostra resilienza nazionale e la nostra capacità di affrontare i problemi globali che interessano la nostra Alleanza regionale in un’epoca di vulnerabilità strutturale”.