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Il Presidente del Consiglio di Vigilanza ha messo in guardia il mercato dagli istituti troppo esposti sulla leva, già richiamati da Francoforte ma che non hanno dato una risposta significativa. La Banca Centrale ora dovrà intervenire. Settore finanziario in rosso a Piazza Affari.
da del 07/07/2021 11:32
di Elena Dal Maso
Mentre il Ftse Mib ha ripreso a salire dello 0,45% e il mercato sta acquistando in velocità Btp (il rendimento, che viaggia opposto al prezzo, sta calando dallo 0,75% allo 0,72%), il settore bancario a Piazza Affari è virato in rosso. Unicredit perde lo 0,65%, Intesa Sanpaolo lo 0,4%, Bper lo 0,3%, Banco Bpm lo 0,15%. Questa mattina Andrea Enria, Presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce, è intervenuto in collegamento nel corso di un evento a Palazzo Mezzanotte a Milano. E ha anticipato un inizio di tapering sul settore finanziario.
“Stiamo lavorando a una graduale e cauta uscita dalle misure di sostegno e flessibilità garantite alle banche e il livello dei buffer patrimoniali verrà definito nelle lettere Srep che rifletteranno anche i risultati degli stress test che verranno resi noti a fine mese”, ha infatti spiegato Enria. “Quest’anno facciamo girare uno scenario avverso molto pesante e sfidante per le banche, che sono preoccupate per possibili assorbimenti patrimoniali elevati ma la metodologia messa a punto offre risultati ragionevoli”.
Alla Vigilanza bancaria della Bce “saremmo disposti a riconsiderare, sia banca per banca, sia in generale i buffer patrimoniali se ci fosse in significativo deterioramento della qualità degli attivi”, ha avvertito poi Enria, intervenendo ad un convegno sulle esposizioni a rischio del Credi Village.
“Abbiamo fatto molti progressi rispetto alla situazione della grande crisi, abbiamo meccanismi per ridurre gli Npl in maniera più veloce, c’è un mercato secondario più liquido ed efficiente”, ha aggiunto il membro del board della Bce. Aggiungendo poi che c’è però nel settore ancora “un bisogno di consolidamento e la pandemia è un’occasione anche per le banche di ripensare i modelli di business. Il consolidamento può essere un efficace strumento per raggiungere questi obiettivi”.
Sulle banche in Europa “ci sono alcuni mercati su cui abbiamo concentrato l’attenzione da tempo, uno di questi è quello dei high leveraged loans”, ha proseguito Enria. “Abbiamo chiesto alle banche di mettere limiti, di contenere l’esposizione a clienti con leva elevata. Purtroppo abbiamo visto che negli ultimi mesi questo mercato è aumentato molto, sia in volumi sia in deterioramento della qualità”. Per questa ragione la Bce sta “richiamando le banche ma non abbiamo visto sufficiente reazione e quindi”, ha avvertito il Capo della Vigilanza Bce, “penseremo a interventi qualitativi e quantitativi nel nostro intervento prudenziale”.
Fino al 2022 Francoforte comunque non chiederà alle banche di rispettare i buffer patrimoniali più stringenti e intende “rivedere ancora i livelli richiesti nel caso di eccessivo deterioramento dello scenario”.
Sul tema bad bank, per Enria “si sono dimostrate utili in molti casi e anche in Italia, così come le garanzie pubbliche”. Il membro del board della Bce è in generale favorevole a un aiuto alla pulizia “dei bilanci bancari anche se lo scenario ora è meno preoccupante di prima. Sono anche favorevole all’estensione dello schema delle Gacs sugli Utp. In Grecia, per esempio, è stato molto utile: sono schemi che si sono dimostrati efficaci”.
Quanto ai dividendi, un tema su cui il mercato è molto sensibile, “la nostra raccomandazione alle banche sulle cedole lo scorso anno è arrivata nel mezzo della stagione delle assemblee societarie e i dati mostrano che gli istituti erano già riusciti a pagare dividendi, prima della nostra raccomandazione, hanno poi avuto una crescita dei prestiti molto inferiore agli altri”. Inoltre la raccomandazione “ha consentito di evitare una reazione prociclica che avrebbe portato ad aumentare la percezione del rischio”, ha concluso Enria.