Draghi chiede responsabilità alle forze politiche. Regge la mediazione. In Italia per il terzo grado di giudizio in un processo civile ci vogliono in media 1300 giorni.
da del 08/07/2021 18:49
Sulla Giustizia, il premier Mario Draghi si è appellato al senso di responsabilità. E su questo punto, secondo quanto trapelato dal Consiglio dei Ministri, nessuno ha obiettato per l‘approvazione all’unanimita della Riforma del Giustizia Penale messa a punto dalla Ministra Marta Cartabia. Tentantivi di mediazione quindi su uno dei temi divisivi dell’ampia compagine di governo. Da una parte il Movimento Cinque Stelle, che storce il naso perché la Cartabia è lontana da quella dell’ex Ministro Pentastellato Alfonso Bonafede.
Dall’altra il malcontento di Forza Italia e Italia Viva per le modifiche al testo. La riunione del Cdm è iniziata con circa due ore di ritardo.
Cartabia e Draghi hanno lavorato a una mediazione. Tre anni per chiudere un processo in appello e 18 mesi in Cassazione, pena l’azzeramento del processo.
Il punto di caduta si è ottenuto prevedendo una prescrizione lunga per i reati contro la pubblica amministrazione, comprese corruzione e concussione.
La Riforma della Giustizia è uno dei cardini per l’attuazione del Recovery Plan. I nodi da affrontare sono emersi appieno ieri nell’ultimo rapporto della Commissione Europea.
In Italia per il terzo grado di giudizio in un processo civile ci vogliono in media 1302 giorni, ponendo il Paese all’ultimo posto nella Ue, 791 per il secondo e 531 per il primo, per il quale solo la Grecia è più lenta dell‘Italia con 637 giorni.
“Mi appello al vostro senso di responsabilità”, avrebbe detto Draghi secondo quanto trapelato, “sono Riforme legate al Pnrr, fondamentali per il Paese, e voglio una maggioranza compatta e responsabile”. Le divisioni potrebbero però a questo punto spostarsi sul piano parlamentare. Sulla giustizia “non arretriamo”, dicono i Cinque Stelle, tra le cui file c’è chi è convinto che il movimento stia cedendo su troppi fronti.