La partecipazione è composta da un 2,9% in azioni e da un 2,12% potenziale in opzioni. A inizio luglio Del Vecchio era salito al 19%, a un soffio dalla quota autorizzata dalla Bce. Occhi puntati su Generali | La battaglia di Trieste
da del 20/07/2021 20:10
di Luca Gualtieri
Francesco Gaetano Caltagirone prenota il 5,055% di Mediobanca. Il costruttore romano ha dato un nuovo scossone agli assetti di controllo di piazzetta Cuccia, costruendo una posizione composta per il 2,88% da azioni e per il 2,18% da opzioni put con scadenze 16 luglio, 20 agosto e 17 settembre. Un modus operandi simile a quello usato da Caltagirone in Generali. I pacchetti, secondo quanto riferito ieri da Consob, risultano parcheggiati presso i veicoli Istituto Finanziario 2012, Capitolium, Mantegna 87 e Calt 2004.
Circa le finalità dell’investimento, fonti vicine al compratore fanno riferimento all’opportunità di investire l’abbondante liquidità disponibile in una buona banca e di ricostituire la storica presenza del gruppo nel settore creditizio. Non si tratta comunque dell’unica novità recente per Mediobanca. Proprio nelle scorse settimane anche Leonardo Del Vecchio aveva incrementato la propria quota, portandola al 19%, a un soffio dal 19,99% autorizzato l’anno scorso dalla Bce. Nella city milanese si sussurra peraltro che Mister Luxottica possa chiedere un ulteriore benestare a Francoforte per superare il 20%, anche se per il momento non si hanno conferme.
Se gli assetti proprietari di Piazzetta Cuccia sono insomma in profonda evoluzione, occorre ricordare che i nuovi inquilini si sono mossi sinora con grande circospezione. A partire da Del Vecchio. Non solo perché la Bce e il mercato non gradirebbero schermaglie tra il primo socio e il board ma anche perché, sin dall’inizio, Mister Luxottica ha scelto di presentarsi come investitore puramente finanziario.
Coerentemente con questa scelta all‘assemblea di rinnovo del cda dell’ottobre scorso, Delfin ha appoggiato la lista di Assogestioni astenendosi da operazioni di disturbo nei confronti del vertice. Secondo fonti vicine al vertice di Mediobanca, il clima sarebbe insomma “fluido” e la tregua potrebbe durare fino alla scadenza del board.
Va però osservato che le frizioni non mancano, soprattutto sul fronte delle Generali di cui sia Del Vecchio che Caltagirone sono azionisti storici. I due imprenditori vogliono dare una scossa alla compagnia e, pur con toni diversi, lo hanno già fatto capire al mercato e a Mediobanca.
Caltagirone e Del Vecchio (ascoltati con attenzione, si dice, sia dai Benetton che dalla Crt) spingono per un cambiamento che porti al vertice un manager di elevato standing esperto in tecnologia, taglio dei costi e m&a. Candidati ufficiali non ce ne sono ma sul mercato sono circolati diversi nomi, dall’attuale ad di Poste Italiane Matteo Del Fante all‘executive chairman di Axa Investment Managers Marco Morelli. Non sembra invece interessato a qualunque coinvolgimento il ceo di Unipol Carlo Cimbri.
Mediobanca e i Drago-Boroli di De Agostini (il cui attuale rappresentante nel board Lorenzo Pellicioli non sarebbe intenzionato a ricandidarsi) d’altro lato apprezzano i molti risultati portati finora dal ceo Philippe Donnet: la buona posizione di capitale, il migliore combined ratio tra i concorrenti, un total shareholder return del 95% dal novembre 2016 a oggi. A fronte di questi risultati, si argomenta, risulta assai difficile giustificare un ricambio del manager. Malgrado ciò Piazzetta Cuccia non è pregiudizialmente contraria a discutere altre soluzioni.