La multiutility batte le attese. Nel primo semestre i ricavi sono stati pari a 4,179 mld di euro, +22,8%, grazie al settore ambiente e alle aree energy. Crescita a due cifre anche per mol (+10,4%) e utile netto (+35,1%). Il debito è migliorato a 2,956 mld con un rapporto debito netto/mol sceso a 2,5 volte. Le acquisizioni nell’area ambiente, una volta concluse, genereranno un apporto aggiuntivo sul mol del gruppo pari a 20 mln
da del 28/07/2021 14:20
di Francesca Gerosa
Ricavi oltre 4 miliardi di euro e solidità finanziaria confermata, Hera batte le attese degli analisti. Nel primo semestre 2021, la multiutility ha registrato ricavi pari a 4,179 miliardi, in aumento del 22,8%, rispetto ai 3,402 miliardi dell’analogo periodo del 2020, grazie al contribuito di tutti i business. In particolare, alla crescita hanno contribuito il settore ambiente, con l’aumento dei rifiuti trattati e delle materie plastiche vendute, e le aree energy. Equita Sim (rating hold e target price a 3,6 euro confermati sul titolo) e Intesa Sanpaolo (buy e target price a 4,7 euro) si aspettavano ricavi più bassi, rispettivamente, a 3,618 miliardi e a 3,940 miliardi.
Anche il margine operativo lordo è aumentato oltre le attese e a due cifre (+10,4%) a 617,9 milioni (597 milioni la stima di Equita e 603,9 milioni la stima di Intesa Sanpaolo), grazie soprattutto alle aree energy, per i maggiori margini di vendita e intermediazione, e al settore ambiente. Il risultato operativo è salito a 343,6 milioni (+16,2%, 322,4 milioni la stima di Intesa Sanpaolo) anche grazie al miglioramento della gestione finanziaria, pari a 55,1 milioni. Un risultato che contabilizza i maggiori oneri per la cessione dei crediti fiscali nell’ambito delle attività legate all’ecobonus.
L’utile prima delle imposte è cresciuto a 288,5 milioni (+20,5%) e grazie a un tax rate del 26,7%, in miglioramento rispetto al 27% registrato nel primo semestre 2020, l’utile netto è salito oltre le previsioni di Equita (182 milioni) e di Intesa Sanpaolo (180,4 milioni) a 236,2 milioni (+35,1%). Un incremento legato al valore degli special items, che hanno contribuito per 24,7 milioni. Anche per questo effetto, l’utile di pertinenza degli azionisti è risultato in forte crescita a 216,1 milioni (+30%).
Infine, a fronte di investimenti operativi netti passati da 195,1 milioni a 237,4 milioni (+21,7%) e dopo il contributo positivo della gestione operativa, che ha consentito di finanziare integralmente sia i maggiori investimenti sia le operazioni di M&A, è migliorato ulteriormente l’indebitamento finanziario netto a 2,956 miliardi rispetto ai 3,227 miliardi di fine 2020 (3,1 miliardi la stima di Equita e 3,027 miliardi quella di Intesa Sanpaolo).
Una solidità patrimoniale e finanziaria confermata anche dal rapporto debito netto/mol che nel primo semestre è sceso a 2,5 volte, in ulteriore miglioramento rispetto alle 2,87 volte di fine 2020 e alle 2,81 al 30 giugno dello scorso anno. La solidità finanziaria di Hera, emersa pure dalle valutazioni delle principali agenzie di rating, tra cui il recente upgrade di Standard & Poor’s a BBB+ con un outlook stabile, va di pari passo con la strategia di sviluppo sostenibile e la capacità di gestione di rischi e opportunità, attestata la scorsa settimana dalla ESG Evaluation di S&P Global Rating.
“I risultati semestrali riflettono il buon andamento del gruppo e ci consentono di guardare al futuro con fiducia, in linea con lo storico percorso di crescita della multiutility e l’attenzione alla creazione di valore per i nostri azionisti e i territori in cui operiamo”, ha sottolineato il Presidente esecutivo, Tomaso Tommasi di Vignano. In particolare, coerentemente con gli indirizzi strategici del piano industriale al 2024, “stiamo effettuando una serie di operazioni di sviluppo per linee esterne, che ci consentiranno di consolidare la leadership italiana nel trattamento dei rifiuti e ampliare ulteriormente la nostra piattaforma impiantistica, con strutture all’avanguardia e soluzioni per le aziende in chiave di economia circolare”, ha precisato il top manager, proseguendo: “potremo così continuare a estendere il nostro perimetro di attività, estraendo sinergie e garantendo sempre più benefici ai nostri clienti, grazie a una maggior capillarità sui territori serviti. Le sole acquisizioni nell’area ambiente, una volta concluse, genereranno a regime un apporto aggiuntivo sul mol del gruppo Hera pari a circa 20 milioni di euro, oltre al valore delle sinergie da integrazione previste”.
Anche il ceo, Stefano Venier, ha rimarcato che i risultati conseguiti in questo primo semestre evidenziano un ulteriore rafforzamento della solidità finanziaria, fondata su un’ottima performance operativa e un’efficace gestione del capitale circolante. “Questo equilibrato e solido percorso ci consente di governare efficacemente i cambiamenti in atto, garantire un’ulteriore espansione degli investimenti e proseguire nell’attuazione della strategia di sviluppo tracciata dal piano industriale, capace di combinare crescita e soluzioni per sostenere la transizione, così come attestato nei giorni scorsi anche dalla ESG Evaluation di S&P Global Rating”, ha previsto Venier. In borsa, dopo i conti, il titolo Hera strappa un +1,59% a 3,59 euro.