Dopo l’invito a tempestare di telefonate e mail i i numeri e gli indirizzi pubblici di Palazzo Chigi, nelle chat sono comparse numerose minacce anche contro il ministro: “Infame da giustiziare”, scrive un utente nei canali Telegram
di F. Q. | 31 AGOSTO 2021
La Procura di Torino sta indagando sul canale Telegram dei no vax ‘Basta Dittatura‘. Nel fascicolo, aperto a carico di ignoti in concorso, si ipotizzano i reati di istigazione a delinquere aggravata dallo scopo di commettere delitti di terrorismo e dall’utilizzo di strumenti informatici e telematici e di trattamento e diffusione illecita di dati personali su larga scala. È l’Adnkronos a riportare la notizia dell’apertura di un’inchiesta sulla chat diventata covo dei contrari al vaccino e culla delle azioni dimostrative contro coloro che sono ritenuti responsabili dell’introduzione del green Pass e chi incentiva la vaccinazione. Come raccontato lunedì da Ilfattoquotidiano.it, le iniziative del canale Telegram hanno ormai superato la protesta sui social arrivando allo stalking e fomentando comportamenti illegali. In primis le minacce al governo e ai politici, passando per medici e giornalisti.
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Dopo l’invito a tempestare di telefonate e mail i i numeri e gli indirizzi pubblici di Palazzo Chigi, nelle chat sono comparse infatti anche numerose minacce contro il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Un altro infame da giustiziare”, “è necessario il piombo”, “devi crepare” sono alcune delle frasi di No vax e No green pass apparse nelle scorse ore sull’onda delle dichiarazioni rese nell’ultimo periodo da Di Maio a favore della campagna vaccinale.
“Un’escalation preoccupante, un clima d’odio che fa male al Paese, ma che non fermerà la campagna di vaccinazione“, ha replicato il Ministro M5s con un post su Facebook. “Parlano di libertà, di vita, e poi minacciano di morte le persone – scrive Di Maio – Frasi come ‘ti sparo, devi morire‘, aggressioni fisiche e verbali. Si sta superando ogni limite”. Il ministro ricorda “giornalisti, medici, cittadini comuni” che sono stati aggrediti: “Ringrazio quanti oggi mi hanno espresso solidarietà. Una solidarietà che deve andare alle tante, troppe persone che da giorni ormai subiscono minacce e aggressioni”, scrive Di Maio. Che poi aggiunge: “La risposta migliore che possiamo dare è vaccinarci. E non saranno di certo le minacce di questi vigliacchi a fermare la campagna di vaccinazione”. “Adesso sensibilizziamo coloro che non l’hanno ancora fatto, la ripresa del Paese passa anche da questo”, conclude il ministro.
Di Maio era tornato sul tema proprio in questi giorni, sottolineando come “non solo tutto l’arco politico deve condannare le violenze che stiamo vedendo da parte di sedicenti No Vax, che stanno manifestando con forme inaccettabili. Ma faccio anche un appello a tutte le forze politiche: non bisogna soffiare sul fuoco”. Posizioni che alcuni partecipanti ai gruppi Telegram hanno commentato con messaggi violenti e minacce: “Lo impalerei in pubblica piazza”, “Ti veniamo a prendere”, “Ti vedremo presto anche a te con il cappio al collo”, si legge tra l’altro. Fino a chi si spinge anche oltre, sostenendo che la “soluzione finale” consista nel “procurare attentati dislocati nei luoghi di potere, in simultanea”.
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La Procura di Torino sta indagando sul canale Telegram dei no vax ‘Basta Dittatura‘. Nel fascicolo, aperto a carico di ignoti in concorso, si ipotizzano i reati di istigazione a delinquere aggravata dallo scopo di commettere delitti di terrorismo e dall’utilizzo di strumenti informatici e telematici e di trattamento e diffusione illecita di dati personali su larga scala. È l’Adnkronos a riportare la notizia dell’apertura di un’inchiesta sulla chat diventata covo dei contrari al vaccino e culla delle azioni dimostrative contro coloro che sono ritenuti responsabili dell’introduzione del green Pass e chi incentiva la vaccinazione. Come raccontato lunedì da Ilfattoquotidiano.it, le iniziative del canale Telegram hanno ormai superato la protesta sui social arrivando allo stalking e fomentando comportamenti illegali. In primis le minacce al governo e ai politici, passando per medici e giornalisti.
Tutto questo in un clima sempre più rovente, dopo le aggressioni e le minacce dei giorni scorsi a giornalisti, militanti M5s, al virologo Fabrizio Pregliasco e all’infettivologo Matteo Bassetti. E proprio per le intimidazioni via social rivolte al Primario del San Martino di Genova, si è scoperto nelle scorse ore che sono 8 le persone identificate e denunciate finora dalla Digos per le minacce via social al medico, che domenica sera è stato inseguito per strada mentre rientrava nella sua abitazione. Bassetti negli ultimi mesi ha presentato, tramite il suo legale Rachele De Stefanis, una ventina di querele per i continui attacchi: “La situazione sta ormai diventando insostenibile – spiega l’avvocato – È necessario che la Magistratura intervenga, il mio assistito non si sente più sicuro”. Per il professore di malattie infettive all’Università di Genova già dallo scorso dicembre era stata disposta la sorveglianza dinamica. Ad aprile gli investigatori della Digos avevano individuato due 50enni, uno residente a Trieste e uno a Cosenza.
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