SPORT
di Federica Seneghini
L’atleta siciliana medaglia di bronzo insieme a Sabatini (oro) e Caironi (argento): «È il Paese che mi ha tolto una parte di me ma in realtà mi ha regalato tante emozioni e una nuova vita, che è fighissima»
«Dedico la mia medaglia all’Afghanistan, è il motivo per il quale alla fine mi trovo qui e non da un’altra parte. È il Paese che mi ha tolto una parte di me ma in realtà mi ha regalato tante emozioni e una nuova vita, che è fighissima». È fuori di sé dalla gioia Monica Contrafatto, medaglia di bronzo nei 100m T63 ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. Un podio conquistato insieme alle altre azzurre Ambra Sabatini (oro) e Martina Caironi (argento). «Il nostro sogno era quello di salire sul podio in tre, e ci siamo riuscite».
Era il 24 marzo 2012 quando in Afghanistan venne sparato il colpo di mortaio contro la base italiana, nella valle del Gulistan, che fece un morto – il sergente Michele Silvestri – e cinque feriti. Due gravi. Uno era Monica Graziana Contrafatto, bersagliera, siciliana, nata a Gela nel 1981. Perse la gamba destra, diventando la prima donna dell’Esercito a essere decorata con una medaglia d’oro al valore.
Bloccata su un letto d’ospedale, vide per la prima volta delle donne amputate correre alle Paralimpiadi e fece una promessa a se stessa: «Avrei partecipato ai Giochi di Rio del 2016». E così è stato. In Brasile vinse un bronzo, correndo i 100 metri in 16’’30. Agli Invictus Games del 2018, a Sydney, conquistò l’oro nei 100 metri piani. Ora, a Tokyo,un nuovo bronzo in 14’’73 .
«Quando corro mi sento un super eroe», dice. Il momento sportivo più bello? «Non uno ma tutti, dalla mia prima gara alle convocazioni, da Doha nel 2015 fino a oggi. Certo, il bronzo di Rio resta nel mio cuore».
Cos’è la resilienza? «Sono io, una persona che si rialza ogni volta che cade e non si ferma mai».
4 settembre 2021 (modifica il 4 settembre 2021 | 16:53)