ROMA/CRONACA
Botta e risposta tra la prima cittadina M5S e l’ex ministro del Pd alla festa del Fatto Quotidiano. I sondaggi vedono l’ex ministro, candidato del centrosinistra, secondo dietro Enrico Michetti del centrodestra, con la sindaca terza.
di Andrea Managò
Nel giorno in cui si è chiusa la consegna delle candidature per il Campidoglio, (sono 22 i nomi in lizza, un record a 39 liste), due tra i quattro sfidanti principali, Roberto Gualtieri e Virginia Raggi, si sono confrontati a colpi di spigolosità sul palco della Festa del Fatto Quotidiano. Nodo del contendere chi dei due arriverà al ballottaggio disputandosi un elettorato contiguo. I sondaggi vedono l’ex ministro, candidato del centrosinistra, secondo dietro Enrico Michetti del centrodestra, con la Sindaca terza. Assenti al dibattito gli altri due contendenti, Michetti e Carlo Calenda, il primo ha declinato subito l’invito, l’altro ha dato forfait in un secondo momento. Li sostituivano due cartonati con la loro immagine.
L’ora di confronto, il secondo, scorre via tra punti di vista divergenti su rifiuti, trasporti e beni comuni. E soprattutto sulle alleanze, a conferma del rapporto difficile tra Pd ed M5S a Roma – alleati a Napoli, Bologna e in Calabria – dopo l’esperienza del Movimento in Campidoglio. «A Roma non era possibile un’alleanza, noi diamo un giudizio negativo sull’amministrazione uscente», incalza Gualtieri.
La Raggi replica: «Le alleanze si fanno sul programma, con i cittadini, a Roma ci sono differenze». Per il ballottaggio, invece, l’ex ministro sottolinea: «Al secondo turno ci rivolgeremo a tutti gli elettori di Raggi e Calenda, non faremo apparentamenti, chiederemo un voto in alternativa al centrodestra». Mentre la Sindaca risponde: «Credo di avere le carte in regola per arrivare al ballottaggio. In periferia sono molto amata. I sondaggi credo lascino il tempo che trovano».
Un crescendo di piccoli attriti. Tra la defenestrazione di Ignazio Marino, con Gualtieri a sostenere «è stato fatto un errore, ho un giudizio positivo della sua esperienza» e la Raggi: «Lo avete pugnalato voi, ora nelle tue liste ci sono gli accoltellatori». Sul mancato sgombero di CasaPound. E poi la Sindaca: «Cinque anni di insulti perché sono donna». Il deputato Pd ribatte: «Mai insultato a nessuno, cerchi di attribuirmi cose che non ho mai fatto».
Mentre i due si confrontano, all’Ufficio elettorale vengono depositate le firme per 22 candidati, con 39 liste, 20 sono a sostegno dei 4 sfidanti principali: la Raggi ne ha 6, Michetti altrettante, Gualtieri 7 mentre Calenda una sola.
In lizza per il Campidoglio: Andrea Bernaudo per i Liberisti Italiani (in passato già consigliere regionale del Lazio), la presidente del Municipio del Tuscolano Monica Lozzi, ex M5s, con Revoluzione Civica, Fabrizio Marrazzo con il Partito Gay, Rosario Trefiletti dell’Italia dei Valori, la ginecologa Elisabetta Canitano per Potere al Popolo. E ancora: il cartello di sinistra Roma ti Riguarda con l’urbanista Paolo Berdini, già assessore della giunta Raggi, la pasionaria Atac Micaela Quintavalle per il Partito Comunista, la senatrice ex M5s Margherita Corrado, Fabiola Cenciotti per il popolo della Famiglia, Gilberto Trombetta per Riconquistare l’Italia, Luca Teodori per gli anti vaccinisti del Movimento 3V. Nell’elenco anche Giuseppe Cirillo, alias Dr. Seduction, con il Partito delle Buone Maniere, sessuologo napoletano in passato in corsa alle regionali in Umbria. E poi altri 6 nomi in alcuni casi transitati nella galassia delle liste centriste o di sinistra cittadine.
5 settembre 2021 | 08:16