Il progresso tecnologico è ormai inarrestabile e l’Italia deve farsi trovare pronta, agendo come ecosistema unico e sempre nel rispetto del quadro normativo. Questi i principali orientamenti emersi dal webinar della Consob in collaborazione con il Politecnico di Milano sugli strumenti finanziari e le tecnologie distributed ledger | Savona (Consob): le criptovalute non sono moneta ma prodotti finanziari.
da del 08/10/2021 15:20
“Il progresso tecnologico è ormai inarrestabile ed è certo che queste innovazioni tecnologiche si affermeranno, ma è incerto il quando ciò avverrà”. Queste le parole del Presidente della Consob, Paolo Savona, nel corso del webinar della Commissione in collaborazione con il Politecnico di Milano sugli strumenti finanziari e le tecnologie distributed ledger.
Gli ha fatto eco il Direttore dell’Osservatorio in materia del Politecnico di Milano, Valeria Portale, paragonando l’onda della digitalizzazione finanziaria ad uno “tsunami perché sappiamo e vediamo che sta per arrivare ma non riusciamo a capire quanto sarà grande l’onda” quindi non “ci resta che farci trovare pronti”. L’Italia non può permettersi di perdere questo treno e per farlo deve agire “come ecosistema unico e sempre nel rispetto della regolamentazione in materia”, ha aggiunto la direttrice. Sulla stessa linea di pensiero anche Stefano Caselli, Professore Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari dell’Università Bocconi, per il quale lo sviluppo del mondo Fintech sarà “esponenziale e quindi il digitale diventerà dominante”.
Questo “big bang continentale”, come lo ha definito il Commissario Consob, Paolo Ciocca, “apre un mondo di opportunità”. Innanzitutto, abbassa i costi e facilita la creazione delle nuove “infrastrutture più leggere” ossia le dlt e blockchain. Non di meno, fa sfumare il tradizionale confine tra equity e debito, creando nuove forme intermedie o super partes come i token ad esempio. E non si può certo sottovalutare la potenzialità di una piazza finanziaria milanese. Allo stesso tempo però non si possono ignorare i possibili problemi: la vulnerabilità agli attacchi cyber, la necessità di diffondere conoscenza e consapevolezza su questi strumenti “per fare il passo verso il mainstream”.
Un ulteriore aspetto emerso è l’importanza del “come regolare tali innovazioni” ha dichiarato Savona. Il quadro normativo ha sicuramente “rallentato l’evoluzione digitale del sistema finanziario, non prevendendola” però “lo scenario sta per cambiare” ha rassicurato Anna Genovese, Professoressa di Diritto Commerciale presso l’Università di Verona, già Commissaria Consob. È infatti in via di approvazione in Commissione Europea un Piano normativo che regoli il mercato comunitario di cryptoasset e di servizi finanziari digitalizzati. I singoli Paesi membri dovranno parallelamente “disciplinare il pilastro civilistico dell’emissione di obbligazione e di contratti”. La Consob e il Tesoro stanno collaborando per disegnare la norma italiana, ha richiamato il Commissario Cioppa. Alla regolamentazione è appunto “importante che partecipino le Autorità nazionali”, ha aggiunto la Genovese, perché non deve “imbrigliare le novità ma diversificare e modulare anche i nuovi istituti per garantire l’integrità del mercato e i diritti a chi decide di accedervi”.
L’Italia è davvero pronta a questa rivoluzione finanziaria? Secondo Gian Maria Mossa Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca Generali, “il salto sarà più facile per l’Italia che per altre economie o altri Paesi”. “Le piccole e piccolissime imprese italiane cercano sempre nuove fonti di approvvigionamento e credo che il blockchain possa costituire una grande opportunità per loro”, ha continuato Mossa. E comunque la dlt non sarebbe solo più efficiente, ma “fornirebbe una serie di servizi che rendano i servizi più accessibili, diversi e personalizzati, come fossero app su uno smartphone inizialmente creato soltanto perché il telefonare sarebbe stato più efficiente”. Allargando lo sguardo a tutti gli operatori di mercato, l’opinione di Mossa dunque non cambia: “il mercato è pronto, servono solo maggiori sperimentazioni e sandbox”.
Anche il professor Caselli ritiene che la digitalizzazione finanziaria rappresenti un’opportunità per le pmi italiane. Non solo in quanto “i capitali fondamentali per la loro crescita avrebbero due possibili fonti” ma anche perché “il digitale toglie l’ostacolo del pudore ed elimina le tradizionali etichette, in primis la differenza tra retail e private equity”. Affinché però questo nuovo mercato funzioni e l’investitore sia sicuro, c’è “bisogno di consapevolezza, di liquidità, di intermediazione e di advisory, advisory, advisory” ha concluso Caselli.
La reattività degli operatori italiani è testimoniata dalle esperienze concrete riportate oggi. Francesco Bruschi Direttore dell’Osservatorio blockchain & distributed ledger del Politecnico di Milano si è soffermato sul mercato della finanza decentralizzata che attraverso le applicazioni Defi ad oggi raccoglie 189 miliardi.
Alessandro Roveda, Head of Blockchain Solutions della SIA, ha affermato che la loro piattaforma per emettere bond (cioè token qualificati come bond) aspetta solo la definitiva normativa nazionale per essere messa sul mercato. E Marco Pagani ha portato la sua esperienza di Ceo della Wizkey, una start up decentralizzata che aiuta le banche nella gestione del credito.
Tutti questi attori sono d’accordo sui concetti, espressi qui di seguito con le parole di Roveda, “esistono dei ruoli e delle regole che sicuramente devono essere cambiate ma sempre rispettate. C’è quindi bisogno di sperimentare, di sporcarsi le mani e condividere i risultati perché è il momento di cooperare non di competere”.