Le trimestrali oltre le attese delle principali Banche Usa sostengono il sentiment degli investitori. In rialzo il petrolio, mentre l’oro sfiora 1.800 dollari l’oncia. Debole la moneta unica. Spread fermo a 102 punti.
da del 14/10/2021 16:42
Milano brilla oltre soglia 26 mila e chiude la giornata in rialzo dell‘1,23%, seguendo le altre principali piazze europee (Francoforte +1,37%, Parigi +1,33% e Londra +0,90%) e la scia dell’apertura di Wall Street in netto progresso dopo le ottime trimestrali, tra cui quella di Bank of America, Morgan Stanley e Wells Fargo (+1,34% il Dow Jones, +1,38% l’S&P e +1,38% il Nasdaq).
“Stiamo entrando in questa parte centrale del ciclo di mercato in cui i fondamentali diventano molto più importanti dei fattori macro”, commenta Emily Roland, co-chief investment strategist di John Hancock Investment Management.
Il mercato si chiede se “le aziende possono resistere a questi rischi o l’intero rally è stato alimentato solo da una politica monetaria estremamente accomodante”, aggiunge Carsten Brzeski di Ing. Gli investitori stanno cercando di vedere “dove siamo in termini di ciclo post-lockdown e anche di ottenere alcune indicazioni su come gli utili e le Società solide stanno performando in questo periodo di tapering e in questa era di tassi di interesse un po’ più alti”.
Sul fronte macroeconomico, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti (dato destagionalizzato) sono calate di 36.000 unità a quota 293.000, sotto il consenso degli economisti contattati dal Wall Street Journal a 318.000. Il numero di sussidi continuativi al 2 ottobre, infine, è sceso di 134.000 unità a quota 2,593 milioni.
Inoltre, i prezzi alla produzione per la domanda finale negli Usa sono cresciuti dello 0,5% a livello mensile a settembre, in linea al consenso degli economisti. Sempre a settembre, i prezzi alla produzione core sono saliti dello 0,2% (+0,4% su base mensile il consenso) e quelli per consumi personali sono aumentati dello 0,5%.
Infine i prezzi alla produzione di agosto sono stati confermati al +0,7% in termini congiunturali. Nonostante i segnali di moderazione dei prezzi alla produzione Usa, “il peggioramento delle dinamiche dal lato dell’offerta e la recente accelerazione dei prezzi delle materie prime manterranno le pressioni sui prezzi persistenti ed elevate fino al prossimo anno”, avverte Mahir Rasheed, economista statunitense di Oxford Economics.
In rialzo anche le materie con il greggio in progresso su entrambi i listini di riferimento: il Wti guadagna lo 0,17% a 80,58 dollari al barile, mentre il Brent sale dello 0,26% a 83,40 dollari.
L’oro, intanto, si avvicina ai 1.800 dollari l’oncia (1.798). Nel valutario la moneta unica perde leggero terreno sul dollaro (-0,05%) a 1,15. Il rendimento del Btp decennale è in calo allo 0,839% e lo spread Btp/Bund si mantiene a 102 punti.