Multa da 5 milioni di euro complessivi per aver iscritto nelle proprie ‘banche dati‘ microimprese che non ne avevano fatto richieste, pretendendo da loro ingenti somme.
da del 26/01/2022 14:10
di Silvia Valente
L‘Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha sanzionato nove società per pratiche commerciali aggressive e ingannevoli, tra luglio e ottobre 2021, e per un valore pecuniario di circa 5 milioni di euro complessivi. Nello specifico, Mulpor Company, International Business Convention Management (Ibcm), Seo Marketing, Inversiones Dgsm, C.L. Business Conflict Solutions Management, Credit Intelligence Kft, Wipot d.o.o., Servizi Imprese di Palma Roberto e Medianet One iscrivevano nelle proprie ‘banche dati‘ microimprese che non ne avevano fatto richiesta e pretendevano il pagamento di ingenti somme.
A questo seguiva un’intensa attività di recupero del credito ingiustamente vantato, tramite solleciti, diffide e talvolta con la minaccia di intraprendere azioni giudiziarie internazionali per il recupero coattivo particolarmente costose.
Tali pratiche non fanno, quindi, che approfittarsi del timore delle imprese e continuano pericolosamente a diffondersi nel nostro Paese, seppur solitamente attuate da società straniere, assumendo sempre nuove e diverse forme.
Entrando nello specifico dei casi sanzionati, l‘Autorità ha riscontrato che Mulpor Company e Ibcm hanno indirizzato a centinaia di microimprese comunicazioni strutturate in modo da farle sembrare dell‘Ente organizzatore di una (o più) manifestazioni fieristiche a cui avevano partecipato, per ottenere la sottoscrizione di un oneroso servizio pubblicitario. Ibcm ha continuato, poi, inviando solleciti, diffide e minacce di procedere alla riscossione coattiva attraverso azioni giudiziarie internazionali.
Seo Marketing ha, invece, ripetutamente tentato di indurre alcune microimprese a sottoscrivere un servizio di annunci pubblicitari, pretendendo per giunta il pagamento del servizio mai consapevolmente richiesto. Nondimeno Mulpor, Ibcm e Seo Marketing non hanno modificato le proprie condotte alla luce di precedenti decisioni dell’Agcm.
Inversiones Dgsm, C.L. Business Conflict Solutions Management e Credit Intelligence Kft hanno indotto a sottoscrivere in modo inconsapevole un abbonamento triennale al database collegato al sito internet http://www.expo-guide.com, pretendendone il pagamento tramite solleciti molesti, espressioni intimidatorie e minacce di costose azioni legali internazionali. Già a dicembre 2020 era stata ordinata la sospensione cautelare di Expo Gide, a causa dell’ampia diffusione e del carattere aggressivo della pratica.
D’altro canto, Wipot d.o.o. ha richiesto il pagamento di oltre 900 euro per un adempimento presentato ingannevolmente come obbligatorio e proveniente dalla Wipo, un’organizzazione internazionale per la tutela della proprietà intellettuale, sfruttando il nome e un logo facilmente confondibili con quelli dell’istituzione.
La somma richiesta andava, in realtà, a remunerare anche in questo caso un’iscrizione inconsapevole di un servizio pubblicitario della società. Infine, Servizi Imprese di Palma Roberto e Medianet One hanno preteso da microimprese di nuova costituzione pagamenti di importi tra i 268 e i 315 euro circa, facendoli passare come adempimenti obbligatori connessi all‘iscrizione alla Camera di Commercio.