CRONACA
Chiesto il processo per 8 dirigenti pubblici e 12 imprenditori: 1,8 milioni l’entità delle gare per gli interventi di manutenzione. Anche i tartufi fra le richieste per concedere gli appalti.
di Giulio De Santis
Carcere di Regina Coeli-Roma
I lavori di manutenzione della Cittadella Giudiziaria di piazzale Clodio affidati in cambio di tangenti: come la spintarella per la nomina ai vertici dirigenziali del Ministero delle Infrastrutture, l’assunzione di un figlio, la ristrutturazione di un maneggio fino ai «regali» di tartufi o di 20 birilli per svolgere lavori stradali. O anche l’aiuto a trovare un appartamento dove vivere dopo il divorzio. A chiedere le bustarelle per strappare bandi riguardanti il Tribunale e la Corte d’appello sono stati, secondo la Procura, due Dirigenti del Provveditorato alle Opere pubbliche, Luigi Fazzone e Stefano Bravi, che rischiano di finire sotto processo con l’accusa di corruzione insieme a 5 imprenditori.
Gli appalti nella cittadella giudiziaria sono il troncone principale dell’inchiesta: in totale sono 20 gli imputati per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio: 8 dirigenti pubblici e 12 imprenditori. Le tangenti sarebbero state pagate anche per la manutenzione della Corte d’Appello a viale Giulio Cesare, della lavanderia e della Centrale termica di Regina Coeli nonché del Tribunale di Velletri. Nel mirino anche un appalto per la manutenzione delle case Ater a Monterotondo. Oltre alla corruzione, è contestata anche la turbativa d’asta.
Le mazzette sarebbero circolate dal 2013 al 2017. Il totale del valore degli appalti banditi: un milione e 870mila euro.
In Tribunale i lavori hanno riguardato: nell’edificio B l’infiltrazione dell’acqua piovana e l’impianto elettrico delle aule; nell’edificio A il rifacimento dei canali pluviali. In Corte d’appello le camere di sicurezza.
A smezzarsi le mazzette della Cittadella Giudiziaria sarebbero stati Bravi e Fazzone. A pagare, gli imprenditori Franco De Angelis, i fratelli Alessandra e Mauro De Nicola, Silvio Vizioli e Gaspare De Blasi. In particolare Bravi avrebbe avanzato una richiesta diversa a ogni imprenditore: l’assunzione del figlio ai Di Nicola; lavori nella sua scuderia a Vizioli, cui avrebbe sollecitato anche la consegna dei 20 birilli; la sistemazione dell’impianto elettrico del maneggio al Parco Leonardo a De Blasi. Fazzone invece avrebbe chiesto a De Angelis un aiuto per una nomina ai vertici del Ministero delle Infrastrutture o per acquistare una casa a prezzo favore. Contestazione quest’ultima smontata dal Riesame, perché la casa della ditta De Angelis individuata da Fazzone, difeso dagli avvocati Cesare e Roberta Piraino, è stata poi venduta dall’Imprenditore a un prezzo inferiore a quello proposto al Dirigente. Per Regina Coeli è imputato Pietro Giadda, dipendente del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria: per l’affidamento dei lavori avrebbe chiesto l’assunzione del cognato all’Imprenditore Maurizio Di Buono.
23 febbraio 2022 (modifica il 23 febbraio 2022 | 07:11)