Il dragone potrebbe entrare nel mirino delle sanzioni europee ed americane per i legami con la Russia
Redazione TOKYO 15 marzo 2022 09:48 NEWS
La Borsa di Milano, dopo un avvio in flessione, peggiora ulteriormente e finisce con cedere l’1,53% con il Ftse Mib a 23.075 punti.
Male soprattutto gli industriali.
Tra i peggiori Buzzi (-3,59%). Vendite poi su Tenaris (-3,49%), Cnh Inudstrial (-2,6%) e, nella moda, su Moncler (-3%). Negative Ferrari (-2,1%), Stellantis (-2%). Nell’energia Eni perde l’1,9% con il prezzo del petrolio giù a 97 dollari al barile. Piatta Generali (-0,03%) dopo i conti. Tim segna invece un -1,65% dopo la corsa della vigilia sull’apertura del Cda ad esaminare un’offerta concreta di Kkr. Bene Erg (+1,2%) con piano e conti.
Le Borse cinesi affondano con il timore dell’ondata di Covid-19 e chiudono ai minimi intraday: l‘indice Composite di Shanghai chiude a -4,95%, a 3.063,97 punti, mentre quello di Shenzhen cede il 4,56%, a quota 2.013,37.
Le Borse cinesi crollano anche per il timore che Pechino e le sue aziende possano diventare obiettivo di sanzioni da parte di Stati Uniti ed Europa, a causa dei legami tra Cina e Russia. Hong Kong, che ieri era piombata ai minimi da sei anni, cede il 5,72% (a 18.415,08 punti), con i titoli tecnologici bersaglio di un sell-off (l’Hang Seng Tech Index cede oltre l’8%).
Il rischio di sanzioni si aggiunge ai timori per la stretta regolatoria già in corso da parte di Pechino e Washington e alle preoccupazioni crescenti per l’andamento dell’epidemia di Covid 19, che ha spinto Pechino a mettere in lockdown Shenzhen e la provincia di Jilin.
L’indice di riferimento Nikkei segna una variazione appena positiva dello 0,15%, a quota 25.346,48, con un guadagno di 58 punti. Sul fronte valutario prosegue la fase di indebolimento dello yen sul dollaro, attualmente ai massimi in 5 anni, a un valore di 118,30, e a un livello di 129,50 sull’euro.