sabato, Marzo 19, 2022

REPORTAGE I Ora Leopoli ha davvero paura, ‘non smetteranno’……….

Qualcuno fugge. Il Sindaco: ‘Sotto attacco ma ci difenderemo’.

Dell’inviato Michele Esposito-LEOPOLI 19 marzo 2022 15:59 REPORTAGE

Gente fugge a Kyev  (Photo by Sergei SUPINSKY / AFP)  ANSA/AFP

“Prima o poi doveva accadere”.

Nel composto rifugio del Central Hotel un giovane ucraino sta guardando dal cellulare le immagini del primo attacco russo contro Leopoli.

Le sirene hanno iniziato a suonare solo una manciata di minuti prima. Questa volta lo hanno fatto più a lungo. E non è stato un caso. I russi sono arrivati a sei chilometri del centro. Non è chiaro quale fosse il loro obiettivo. Ma uno scopo Mosca lo ha raggiunto: spaventare l’unica città che, nell’Ucraina in guerra, era considerata alla stregua di un porto franco. Leopoli, ora, ha davvero paura. E ad alimentarla c’è soprattutto una sorta di assioma, che all’imbrunire, la giovane Olena riassume così, prima di lasciare la città: “Non la smetteranno qui”.

I sei missili russi, probabilmente dei Kh-155, sono partiti dal Mar Nero. Due sono stati intercettati, quattro hanno raggiunto terra distruggendo una fabbrica per la riparazione di velivoli nei pressi dell’aeroporto internazionale. Zona Sud-Ovest, a due passi dalla strada che da Leopoli porta alla Polonia. I danni agli edifici limitrofi, si sono affrettate a dire le autorità locali, sono stati marginali. E si è contato un solo ferito, lieve. Ma il risveglio di Leopoli, questa volta, è stato cupo.

Secondo me volevano colpire l’aeroporto. Ci riproveranno domani e dopodomani”, spiega una mamma ucraina mentre osserva la protesta dei passeggini a piazza del Mercato. A Leopoli, come anche a Kiev, nessuno pensa che la guerra finirà a breve e nessuno pensa che a perderla saranno gli ucraini. In fondo, a dirlo, è lo stesso Sindaco Andrij Sadovyj. “Non ci sono città sicure e non sicure in Ucraina. Siamo tutti nella stessa situazione e Leopoli è sotto attacco”, ha spiegato in un’affollatissima conferenza stampa. “Ma noi siamo preparati e difenderemo il nostro meraviglioso patrimonio artistico”, promette il primo cittadino chiedendo, tuttavia, agli occidentali un sistema anti-missili di tipo israeliano.

Praticamente il più sicuro al mondo. Per Sadovvj la fabbrica colpita era ferma dall’inizio della guerra, così come lo stesso aeroporto. Ma allora perché distruggerla? “Perché Putin bombarda tutto, è come Hitler”, è la sua secca risposta. Eppure, gli hangar colpiti erano situati tra laeroporto e i binari che conducono alla Stazione di Leopoli. In un punto, quindi, a dir poco strategico per un’eventuale distribuzione di aiuti. Ma strategica è la posizione della stessa Leopoli, crocevia di forniture dalla Polonia e di legionari stranieri che, giorno dopo giorno, popolano le strade della città.

Anche per questo in pochi pensano che, quello all’alba, sia stato un attacco sporadico. E qualcuno preferisce scappare. La grande stazione cittadina, nel pomeriggio, è tornata ad affollarsi come qualche giorno fa. Una lunga fila attendeva la partenza del treno per Przemysil, prevista poco dopo le 17. Sono ucraini dell’Est ma anche residenti dellOblast di Leopoli, studenti e giovani genitori provati da 23 giorni di guerra. E nel tram 6 che dal Teatro dell’Opera porta alla Stazione Centrale ecco spuntare trolley e borsoni. “Andiamo via per qualche giorno, da amici in Polonia”, accenna una giovane coppia salendo sul tram in uno dei quartieri più abbienti della città, al di là del parco Ivan Franko. La guerra di Putin è arrivata sin qui.

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