Trovati 87 cadaveri sotto le macerie. Il leader filorusso di Donetsk: i combattenti dell’Azovstal saranno processati. 007 britannici: morti tanti soldati russi quanti in 9 anni di Afghanistan.
da Redazione Internet lunedì 23 maggio 2022
Nuove sepolture nel Cimitero di Staryi Krym nei pressi di Mariupol – Reuters
Nell’89° giorno della guerra in Ucraina la Procuratrice Generale Iryna Venediktova ha detto che “la Russia ha ucciso almeno 4.600 civili dal 24 febbraio, inclusi 232 bambini”, aggiungendo che il bilancio non tiene conto dei dati dei territori filorussi del Donbass.
E il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenendo in videocollegamento al Forum Economico Mondiale di Davos, ha comunicato: “Oggi abbiamo terminato i lavori sulla Desna. Purtroppo le statistiche sono le seguenti: oggi sotto le macerie abbiamo trovato 87 cadaveri. Senza queste persone sarà il futuro dell‘Ucraina”. Una settimana fa ci fu un attacco aereo contro il paese di Desna, nella Regione di Chernihiv, vicino al quale si trova il Centro di Addestramento delle Forze armate.
Intanto gli Stati Uniti valutano l’invio di forze speciali a Kiev per proteggere l’Ambasciata Americana. Lo ha detto il portavoce del dipartimento della Difesa, John Kirby, al Washington Post confermando le anticipazioni del Wall Street Journal. “Stiamo esaminando le condizioni di sicurezza” della sede diplomatica “ma non è stata presa nessuna decisione”, ha sottolineato Kirby.
Si dimette diplomatico russo: «Mi vergogno del mio Paese»
Il consigliere presso la missione russa alle Nazioni Unite a Ginevra, Boris Bondarev, ha lasciato il suo incarico e la diplomazia, criticando le azioni di Mosca in Ucraina. Lo ha reso noto su Twitter l’avvocato internazionale Hillel Neuer.
“Non mi sono mai vergognato così tanto del mio Paese come il 24 febbraio scorso”, ha spiegato Bondarev, in una dichiarazione. Il Consigliere d’ambasciata – in diplomazia dal 2002 e nella missione in Svizzera dal 2019 – ha definito le azioni del Cremlino “un crimine contro il popolo ucraino e forse il più grave mai commesso verso quello russo”. Ha poi definito il Ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, “un eccellente esempio del degrado del sistema” e ha invitato altri diplomatici russi alle Nazioni Unite e in tutto il mondo a dimettersi.
Mosca: pronti a riprendere i negoziati
Il Capo dei negoziatori russi nei colloqui con l‘Ucraina, Vladimir Medinsky, ha detto ieri che Mosca è pronta a riprendere il negoziato, anche se, ha aggiunto, l’iniziativa di proseguirli spetta a Kiev. “Da parte nostra, siamo pronti a continuare il dialogo – ha dichiarato l’assistente del Cremlino in un’intervista alla TV bielorussa –. Il congelamento dei colloqui è stato interamente un’iniziativa dell’Ucraina”.
Dall’inizio dell’offensiva militare russa, il 24 febbraio, i colloqui tra le delegazioni russe e ucraine si sono svolti regolarmente sia di persona che in video-collegamento. I Ministri degli Esteri ucraini e russi si sono incontrati in Turchia a marzo e poi ci c’è stato un incontro delle delegazioni a Istanbul, ma non ci sono stati risultati concreti.
Martedì scorso, il principale negoziatore di Kiev, Mykhaylo Podolyak, aveva dichiarato che i colloqui con Mosca sono “in sospeso”.
Ieri il Presidente polacco Duda, in visita a Kiev, ha detto che “solo l’Ucraina ha il diritto di decidere il suo futuro”. Una presa di distanza dalle “voci in Europa secondo cui Kiev dovrebbe cedere ad alcune richieste di Putin”.
Putin: l’economia russa resiste, bene il pagamento del gas in rubli
“L’economia russa resiste abbastanza bene al colpo delle sanzioni” ha dichiarato il Presidente russo Vladimir Putin, incontrando
l’omologo bielorusso, Aleksandr Lukashenko. Lo dimostrano “tutti i principali indicatori macroeconomici”, ha detto Putin. Allo stesso tempo, il leader del Cremlino ha convenuto che “non tutto è facile, quello che sta accadendo richiede un’attenzione e degli sforzi speciali da parte del blocco economico del governo”. “Nel complesso, questi sforzi stanno avendo un effetto positivo”, ha aggiunto.
Il Presidente russo ha osservato che il passaggio ai pagamenti in valute nazionali nel commercio con i partner della Federazione russa “si sta facendo sentire”. Questo, ha aggiunto, “non avviene a scapito dei nostri partner, la Russia adempie a tutti i suoi obblighi”.
Leader di Donetsk: i combattenti dell’Azovstal saranno processati
Il capo dell’autoproclamata repubblica filorussa di Donetsk, Denis Pushilin, ha detto che tutti i prigionieri ucraini che si sono arresi presso l’acciaieria Azovstal a Mariupol sono detenuti nel territorio della Repubblica popolare di Donetsk e lì saranno processati. “Si prevede di organizzare un Tribunale Internazionale sul territorio della Repubblica” ha detto, aggiungendo che è “in fase di stesura” lo statuto del tribunale.
007 britannici: morti tanti soldati russi quanti in 9 anni di Afghanistan
Nei primi tre mesi di invasione in Ucraina la Russia “probabilmente ha subito un bilancio di morti simile” a quello dell’Unione Sovietica durante i suoi nove anni di guerra in Afghanistan: lo rileva l‘intelligence britannica nel suo ultimo aggiornamento sulla guerra in Ucraina. Questo bilancio così pesante è dovuto a “una combinazione tattiche di scarso livello, una copertura aerea limitata, la mancanza di flessibilità e un approccio di comando che è pronto a rafforzare i fallimenti e gli errori ripetuti”.
Secondo l’intelligence britanniche questo tragico bilancio (che “continua ad aumentare nel Donbass”) potrebbe avere conseguenze sugli umori dei russi in patria. “Nel passato, l’opinione pubblica russa si è dimostrato sensibile alle vittime subite durante le guerre che sono frutto di scelta: man mano che le vittime subite in Ucraina continuano ad aumentare, (questi morti) diventeranno più evidenti e potrebbero far aumentare la disaffezione della gente per la guerra e la volontà di dargli una voce”.
Escalatione nel Donbass. “Severodonetsk come Mariupol”
Blindato il fronte meridionale con la presa dell’Azovstal, la Russia ha lanciato un nuovo assalto al Donbass. Un’offensiva partita da Severodonetsk, città chiave per assumere il controllo dell’oblast di Lugansk e su cui “il nemico ha concentrato tutte le sue forze”, che da giorni subisce un martellamento sempre più pesante con drammatiche conseguenze sul piano umanitario, ha denunciato la Commissaria per i Diritti umani del Parlamento di Kiev, Lyudmila Denisova, secondo la quale “Severodonetsk si sta trasformando in una nuova Mariupol”.
A Severodonetsk i russi stanno facendo “terra bruciata, distruggendo deliberatamente la città” denuncia il governatore regionale Sergei Gaidai affermando che Mosca sta riposizionando lì le forze che si sono ritirate dalla regione di Kharkiv, altre coinvolte nell’assedio di Mariupol, le milizie separatiste filorusse e persino le truppe appena mobilitate dalla Siberia. Le forze russe hanno distrutto tutti i ponti, tranne uno, sul fiume Siversky Donets e che Severedonetsk è quasi isolata.
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito la situazione “estremamente difficile”. Secondo l’amministrazione militare regionale, i russi tentano di sfondare da quattro direzioni ma finora sono stati respinti. Assalti in cui Mosca, secondo l‘intelligence britannica, sta schierando i tank Terminator di nuova generazione, visto che si tratta di una delle sue “priorità tattiche immediate”.
L’offensiva continua a insistere anche sull‘oblast di Donetsk. Le autorità ucraine hanno denunciato raid su abitazioni e strutture civili, che hanno provocato almeno 7 morti. Pesante è anche il bilancio del bombardamento missilistico di venerdì su Lozova, nella regione nordorientale di Kharkiv, con oltre mille appartamenti colpiti e 11 strutture scolastiche, secondo il Sindaco Serhiy Zelensky. Tra i feriti, c’è anche un bambino di 11 anni.
Gli attacchi proseguono in tutto il Paese. Bombe a grappolo su Kherson hanno provocato almeno 3 morti ed esplosioni sono state segnalate nella regione di Kiev e in quella ancor più occidentale di Zhytomyr. Il Parlamento ha prolungato la legge marziale fino al 23 agosto, prevedendo ancora lunghi mesi di conflitto.
Parigi: Kiev nell’Ue non prima di 15-20 anni
Il cammino dell’Ucraina verso l’Ue non procede con la velocità auspicata da Kiev. La Francia ha spiegato che ci vorranno dai 15 ai 20 anni, perché è questa la tempistica prevista dai Trattati.
Una doccia fredda per Zelensky, che aveva respinto la proposta di compromesso avanzata da Emmanuel Macron su una “comunità politica europea” in cui far confluire rapidamente Stati non Ue.
È stato Clement Beaune, ministro delegato agli Affari europei, a richiamare al realismo: “Se diciamo che entrerà a far parte dell’Ue tra 6 mesi, 1 anno o 2 anni, stiamo mentendo. Non è vero. Probabilmente saranno 15 o 20 anni, non possiamo illuderli”, ha detto in un’intervista. “Nel frattempo dobbiamo agli ucraini un progetto politico in cui possano entrare”, ha proseguito, rilanciando il progetto dell’Eliseo: una comunità allargata “complementare all’Ue” che può offrire vantaggi “reali” ai nuovi entrati, come “la libera circolazione” o “parte del bilancio Ue per la ricostruzione”, nel caso dell‘Ucraina.