del 25 mag 2022
di Diana Cavalcoli
La sede della Banca Centrale della Federazione Russa
Stop all’ultimo canale rimasto a Mosca per ripagare il proprio debito. Tanto che il default russo sembra, ormai, inevitabile. Gli Stati Uniti hanno annunciato che chiuderanno mercoledì 25 maggio l’ultima strada percorribile dalla Russia per ripagare gli investitori internazionali. Il Dipartimento del Tesoro americano in una nota fa sapere che non intende rinnovare la concessione che permetteva alla Russia di continuare a pagare gli investitori attraverso le banche americane. Nel complesso, il Governo russo dovrà ripagare circa 20 miliardi di dollari di obbligazioni, per lo più in dollari, e circa 500 milioni di dollari di interessi nel prossimo mese.
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La concessione e le parole di Yellen
Fin dai primi cicli di sanzioni, il Dipartimento del Tesoro aveva infatti concesso alle banche una sorta di licenza straordinaria per gestire i pagamenti delle obbligazioni in dollari dalla Russia. Fino ad oggi il Cremlino ha infatti utilizzato JPMorgan Chase e Citigroup come tramite per pagare i suoi investitori. Il regime concessorio però scadrà alla mezzanotte del 25 maggio. La mossa americana era prevedibile. La scorsa settimana, il segretario al Tesoro Janet Yellen ha dichiarato che la concessione esisteva «per consentire una transizione ordinata e per permettere agli investitori di vendere i titoli. L’aspettativa era che fosse limitata nel tempo».
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Il default sul debito estero
Le conseguenze della decisione sono però importanti per Mosca. Senza la licenza ad utilizzare le banche statunitensi per pagare i propri debiti, la Russia non sarà in grado di rimborsare i propri investitori obbligazionari internazionali e rischia il default. Secondo Jay Auslander, avvocato specializzato in debiti sovrani, a questo punto la maggior parte degli investitori istituzionali ha venduto le proprie partecipazioni, sapendo che la scadenza è imminente. «Quelli che ancora detengono il debito sono investitori in difficoltà o disposti ad aspettare di risolvere la controversia nei prossimi anni. La maggior parte di coloro che volevano uscirne sono usciti. L’unico problema è trovare acquirenti», aggiunge.
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La strategia di Mosca
Il Cremlino si era preparato all’eventualità che gli Stati Uniti sospendessero la concessione sui pagamenti. Non a caso, venerdì 20 maggio il Ministero delle Finanze russo ha prepagato due obbligazioni in scadenza questo mese per anticipare la scadenza della licenza americana del 25 maggio. I prossimi pagamenti che la Russia dovrà effettuare sui suoi debiti sono previsti per il 23 giugno. Si tratta però di obbligazioni che possono contare sul cosiddetto periodo di grazia di 30 giorni. Il che farebbe dichiarare il default della Russia entro la fine di luglio, a meno che la guerra tra Russia e Ucraina non si concluda prima.
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Le probabilità di default
Il countdown per il default russo, ad ogni modo, è partito da mesi. I contratti di assicurazione che coprono il debito russo hanno stimato una probabilità di default dell’80% e ad aprile il rating del debito russo in valuta estera a lungo termine è stato declassato da S&P da CC a SD, cioè in default selettivo. Sarebbe un tonfo storico per l’economia russa. Mosca non ha fatto default sui suoi debiti internazionali dalla Rivoluzione del 1917, quando crollò l’Impero russo e fu creata l’Unione Sovietica.