Stabile anche lo spread a 212,85 punti base. La crisi di governo italiana che ieri aveva affossato Piazza Affari sembra essere stata digerita dai mercati. Il gas europeo torna a trattare intorno a quota 160 euro. In rialzo il petrolio | Il caso di borsa: Enel | Migliori e peggiori della giornata.
da del 15/07/2022 18:14
di Emma Bonotti
Le borse europee chiudono la settimana in positivo, con Francoforte maglia rosa (+2,74%), seguita da Parigi (+2,04%), Madrid (+1,89%) e Milano (+1,85%). Dopo il crollo di ieri che aveva portato l’euro sotto la parità con il biglietto verde, la moneta unica europea ha ripreso vigore e ora tratta al rialzo dello 0,78% a 1,0095 dollari. Chiude stabile lo spread tra il Btp decennale e il Bund di pari durata a 212,85 punti base.
Rimbalzo riuscito a Piazza Affari
Contro le aspettative di molti operatori di mercato che si attendevano una seduta all’insegna della volatilità, le borse europee venerdì 15 in chiusura sono riuscite a tenere il rimbalzo della mattina. Quella di giovedì era stata una seduta nera per il Ftse Mib (-3,4%), affossato dalle tensioni politiche. Venuta meno la fiducia al governo di Mario Draghi dopo l’astensione dal voto del dl Aiuti del Movimento Cinquestelle, l’ex banchiere centrale giovedì sera era salito al Colle per presentare le sue dimissioni al Capo dello Stato. Ma Sergio Mattarella le ha respinte, esortandolo a presentarsi mercoledì 20 luglio in Parlamento per verificare se ci sia, di fatto, ancora una maggioranza.
La crisi politica in Italia è significativa per i mercati, soprattutto per le banche che hanno in pancia una quantità non indifferente di titoli di Stato. Secondo Andy Mulliner, head of global aggregate strategies di Janus Hender, se l’attuale esecutivo si sfaldasse e si andasse a elezioni anticipate ci troveremmo di fronte a un governo molto diverso da quello attualmente guidato da Draghi caratterizzato da un’ampia coalizione di destra. Per Mulliner, lo scenario descritto “probabilmente solleverà le preoccupazioni degli investitori sulle prospettive a lungo termine dell’Italia, sia per quanto riguarda l’Eurozona sia per quanto riguarda la sostenibilità delle sue finanze”. Per concludere, l’esperto ha puntualizzato che “in assenza della volontà di portare avanti l’attuale coalizione fino alla scadenza originariamente prevista a maggio 2023, dovremmo aspettarci un aumento dei rendimenti dei Btp e un ampliamento degli spread”.
Il gas torna su quota 160 euro al megawattora
Dopo i rally degli ultimi giorni, il prezzo del gas europeo scambiato al Ttf tratta ora appena sopra i 160 euro al megawattora, al ribasso del 8,17%. Si apprezza invece il greggio su entrambi i listini: il Brent sale del 2,35% a 98 dollari al barile, mentre il Wti torna sopra i 100 euro al barile, in rialzo del 2,36%.
Le notizie positive dagli Stati Uniti hanno sostenuto le piazze europee
Le contrattazioni nel Vecchio continente sono state inoltre sostenute dall’andamento positivo di Wall Street, spinto al rialzo dalle vendite al dettaglio migliori delle attese. Se si tiene conto dell’aumento dei prezzi, l’incremento dell’1% del dato statunitense sulle vendite al dettaglio indica che “il consumo reale sembra essere stato ampiamente stagnante a giugno”, ha affermato Andrew Hunter di Capital Economics. Per l’esperto questo scenario rappresenta “un miglioramento rispetto al calo dello 0,4% mese su mese di maggio, ma è improbabile che sia sufficiente a convincere la Fed ad accelerare il ritmo della stretta a 100 punti base nella riunione di fine luglio”. Dopo i preoccupanti dati sull’inflazione di giugno negli States (9,1%), le scommesse su un aumento dei tassi di 100 punti base in Usa da parte della Fed sono aumentate. “Ci aspettiamo che la crescita dei consumi rimanga debole per il resto dell’anno”, ha dichiarato Hunter in chiosa.
I timori sulla valuta britannica
Sui mercati conta anche quello che succede sui mercati britannici. Per gli analisti di UniCredit Research la prossima settimana la sterlina potrebbe scendere a causa dei dati potenzialmente più elevati sull’inflazione del Regno Unito e della debolezza degli indici pmi. “I forti dati probabilmente esacerberanno il dilemma politico tra crescita e inflazione che anche la BoE sta affrontando”, afferma lo strategist valutario Roberto Mialich. Secondo l’esperto, un ulteriore ammorbidimento delle aspettative di rialzo dei tassi rischia di indebolire la sterlina. Al momento la valuta britannica guadagna sul biglietto verde a 1,1862 dollari.