Le Borse europee contrastate dopo la pubblicazione delle minute della Fed di ieri che fanno temere una nuova stretta a settembre. In giornata le decisioni della Banca centrale norvegese. Euro debole contro il dollaro |Nikkei in calo con Hong Kong e Shanghai | Fed, qualcuno teme che la stretta sui tassi sia eccessiva | Borse europee attese poco mosse. A Piazza Affari focus su Prima Industrie
da del 18/08/2022 09:30
di Emma Bonotti
Borse europee contrastate in avvio di seduta giovedì 18 agosto (+0,16% il Dax, -0,10% il Cac40, -0,27% il Ftse100 e +0,31% a 22.830 punti il Ftse Mib) in scia a Wall Street (future sul Dow Jones -0,3% e sull’S&P500 -0,37%) e alle Borse asiatiche. A pesare sulle piazze mondiali è la chiusura in rosso di Wall Street dopo la pubblicazione dei verbali del meeting del 26-27 luglio, quando la Federal Reserve aveva effettuato un nuovo rialzo dei tassi di interesse da tre quarti di punto. Le minute hanno evidenziato voci contrastanti tra gli economisti del comitato di politica monetaria della Fed (Fomc).
L’entusiasmo dei mercati dopo le minute delle Fed è durato poco
All’ultimo simposio di Jackson Hole, “molti partecipanti hanno osservato che, in considerazione della natura in continua evoluzione del contesto economico e dell’esistenza di ritardi lunghi e variabili riguardo agli effetti della politica monetaria sull’economia, esiste anche il rischio che il comitato possa inasprire la politica più del necessario per ripristinare la stabilità dei prezzi”, si legge nei verbali. Un’osservazione che all’inizio ha spinto verso l’alto gli indici di Wall Street, in quel momento tutti in rosso. Ma il passaggio in territorio positivo a un’ora dal termine delle transazioni non è riuscito e il Dow Jones ha chiuso al ribasso dello 0,50%, l‘S&P500 dello 0,72%, il Nasdaq dell‘1,25%.
L’entusiasmo è durato poco perché a una più attenta lettura è risultato che i rialzi dei tassi nel breve termine andranno sicuramente ancora avanti. Come è scritto nei verbali, gli esponenti del Fomc «ritengono che, poiché la posizione della politica monetaria si è ulteriormente inasprita, a un certo punto probabilmente sarebbe appropriato rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi, valutando gli effetti degli aggiustamenti cumulativi delle politiche sull’attività economica e sull’inflazione».
Strategie divergenti delle banche centrali
Nella giornata di oggi, 18 luglio, è previsto l’incontro della Norges Bank in cui l’istituto centrale norvegese dovrebbe alzare i tassi di interesse di un altro mezzo punto percentuale, portando il tasso chiave a 1,75% il dato più alto dell’ultimo decennio. L’inasprimento della politica monetaria è una mossa adottata dalla maggior parte delle banche centrali per combattere l’inflazione. Fa però eccezione l‘istituto turco che si è dichiarato pronto a mantenere il suo tasso di riferimento al 14% anche nella riunione di oggi, perseverando nella politica non convenzionale che l’ha portato ad avere i tassi di interesse più negativi al mondo.
Il rendimento del Btp 10 anni tratta sopra il 3,3%
Intanto in Italia prosegue l’allargamento dello spread Btp/Bund, oltre i 225 punti base, con il rendimento del Btp a 10 anni che tratta oltre il 3,3%, mentre il pari scadenza tedesco sale 1,09%. Per Bank of America le banche centrali del G10 dovranno intervenire più pesantemente per combattere l’alta inflazione, in particolare la BoE e la Bce. Nonostante l’inasprimento della politica monetaria da parte di tutte le banche centrali del G10, ad eccezione della BoJ, i tassi reali aggiustati per l’inflazione rimangono profondamente negativi, affermano gli analisti. “La Bce e la BoE hanno i tassi reali più negativi e potrebbero dover fare di più, ma non è scontato che lo facciano”.
Sul fronte valutario, il biglietto verde recupera terreno contro l‘euro che vale 1,0151 dollari (-0,27%) all’indomani dalla pubblicazione dei verbali del Fomc. Secondo Chris Turner, analista di Ing, le minute hanno mostrato come gli economisti statunitensi siano soddisfatti della forza del dollaro, in quanto ritengono che questo contribuisca a sopprimere i prezzi delle importazioni e quindi a ridurre l’inflazione. La Fed ha attribuito il recente rialzo del dollaro, soprattutto nei confronti dell‘euro, ai differenziali dei tassi d’interesse e per Ing questi differenziali potrebbe allargarsi ulteriormente fino alla fine dell’anno, mantenendo il cambio euro dollaro tra l’1,00 e l’1,02.
Scende il petrolio ma il gas resta in rally
Sul fronte delle materie prime, entrambi i listini di riferimento del petrolio trattano al ribasso di quasi mezzo punto percentuale: il Wti americano viaggia intorno agli 88 dollari al barile, mentre il Brent del Mare del Nord è intorno ai 93 dollari. Avvio in rialzo del 2,3% per il gas al Ttf, dove i futures sulla materia prima sono scambiati a 231 euro al megawattora. L’impennata estiva del prezzo del gas sta mettendo in ginocchio le industrie del vecchio continente. Mercoledì 17 agosto, l‘utility tedesca Uniper, finora la vittima più illustre della crisi energetica europea, ha riportato una maxi perdita netta di 12,3 miliardi di euro nel primo semestre di quest’anno (-20 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente) e ha avvisato che prevede utili negativi per l’anno in corso e che bisognerà aspettare fino al 2024 prima che possa rivedere un ebit adjusted positivo (-564 milioni nei primi 6 mesi dall’utile di 580 milioni del primo semestre del 2021). Di riflesso, alla Borsa di Francoforte il titolo è crollato di oltre il 7% e ora continua a perdere il 2,50% a 6,64 euro. Leggermente sotto la parità l’oro a 1.776 dollari all’oncia.
A Piazza Affari focus su Prima Industrie
Sul listino milanese focus su Prima Industrie dopo che Femto Technologies ha sottoscritto accordi per l’acquisto di una partecipazione pari al 50,1% dei diritti di voto, a seguito del closing, sarà promossa un’opa obbligatoria totalitaria sulle azioni della società al prezzo di 25 euro/azione (22,2 euro la chiusura di ieri). Quotato sul segmento Star, il titolo ha iniziato le negoziazioni in netto rialzo dell’11% a 24,65 euro, vicino al massimo dell’ultimo anno pari a 24,7 euro.
Occhi puntati anche su Telecom Italia, su cui Jefferies ha ridotto da 0,44 a 0,34 euro il prezzo obiettivo, confermando la raccomandazione buy. All’apertura dei mercati il titolo tratta in leggero rialzo a 0,226 euro. La Società delle Telecomunicazioni è sotto il mirino degli investitori da parecchi mesi, in particolare da quando la crisi del governo di Mario Draghi ha avvicinato la data delle elezioni. Al centro dell’interesse restano le indiscrezioni secondo cui Fratelli d’Italia sosterrebbe un piano che prevederebbe un’Opa da parte di Cdp su Tim.