di Francesca Basso, inviata a Strasburgo14 set 2022
L’Unione europea è arrivata a una svolta, deve cambiare e per farlo deve modificare i Trattati. La Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha concluso il suo discorso sullo Stato dell’Unione, che indica le priorità dell’Ue per i prossimi mesi chiedendo al Consiglio europeo di convocare la convenzione che è necessaria per cambiare i Trattati: «Ritengo che sia giunto il momento di sancire la solidarietà tra le generazioni nei nostri Trattati» ma anche «migliorare il modo in cui facciamo le cose e il modo in cui le decidiamo. Qualcuno potrebbe dire che non è il momento giusto. Ma se vogliamo prepararci seriamente al mondo di domani, dobbiamo essere in grado di agire sulle cose che contano di più per le persone. E se vogliamo seriamente un’unione più ampia, dobbiamo anche essere seri sulle riforme. Quindi, come richiesto da questo Parlamento, credo che sia arrivato il momento di una Convenzione europea». La richiesta è importante perché tocca nel vivo un tema che divide gli Stati membri che non vogliono rinunciare alla loro sovranità per consentire un migliore funzionamento dell’Ue. Ma è il nodo da sciogliere se si vuole che l’Ue abbia un futuro.
Il vestito con i colori dell’Ucraina
Il discorso di von der Leyen, vestita di blu e giallo con coccarda (i colori dell’Ucraina ma anche della bandiera dell’Ue che si stagliava dietro di lei) è durato circa un’ora e ha toccato tutti i temi cruciali per l’Ue — ha anche ricordato la recente scomparsa della Regina Elisabetta —, partendo dalla guerra in Ucraina che «è una guerra alla nostra energia, una guerra alla nostra economia, una guerra ai nostri valori e una guerra al nostro futuro. Si tratta di autocrazia contro democrazia», ha detto la presidente che quest’anno ha invitato come ospite d’onore la first lady ucraina, Olena Zelenska (lo scorso anno era Bebe Vio). La presidente ha elogiato il «coraggio» del popolo ucraino. Per von der Leyen «con il coraggio e la solidarietà, Putin fallirà e l’Europa prevarrà»
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.L’INTERVISTA Breton (Industria): «Dagli extraprofitti fondi per le imprese.
Il mercato elettrico? Va corretto»
di Francesca Basso
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«Non permetteremo alle autocrazie di attaccare le nostre democrazie»
La guerra ha messo in evidenza le debolezze dell’Ue non solo in ambito economico ma anche politico e la necessità di porvi rimedio. Per von der Leyen è necessario «rafforzare le nostre democrazie» e «non dobbiamo perdere di vista il modo in cui gli autocrati stranieri prendono di mira i nostri Paesi. Entità straniere finanziano istituti che minano i nostri valori». Parole che trovano conferma anche nelle notizie di queste ore di finanziamenti russi per 300 milioni di dollari a partiti politici e candidati di oltre 20 Paesi, non solo in Europa ma anche in Africa e nel Sud-Est asiatico, come emerso da un rapporto dell’intelligence statunitense. Von der Leynen nel suo discorso non cita espressamente la Russia ma la Cina: «All’inizio di quest’anno, l’Università di Amsterdam ha chiuso un centro di ricerca presumibilmente indipendente, che in realtà era finanziato da entità cinesi». Per proteggere l’Ue «dalle interferenze maligne» la Commissione presenterà «un pacchetto per la difesa della democrazia. Porterà alla luce le influenze straniere occulte e i finanziamenti loschi — ha spiegato von der Leyen — non permetteremo a nessun cavallo di Troia dell’autocrazia di attaccare le nostre democrazie dall’interno». La presidente ha quindi citato David Sassoli, scomparso l’11 gennaio scorso: «La democrazia non è passata di moda, ma deve aggiornarsi per continuare a migliorare la vita delle persone».
Sarà riformato il mercato elettrico
Tra le conseguenze della guerra in Ucraina ci sono la crisi energetica ed economica. Ma questo non deve far indietreggiare sulle sanzioni: «Le sanzioni sono qui per restare. Questo è il momento di mostrare risolutezza, non acquiescenza». Von der Leyen ha poi ricordato il pacchetto energia che prevede un tetto ai ricavi delle aziende che producono elettricità a basso costo. «La nostra proposta — ha spiegato — raccoglierà più di 140 miliardi di euro per gli Stati membri per attutire il colpo direttamente». Quanto al gas, la Commissione continua a lavorare per abbassarne il prezzo ma «va garantita la sicurezza di approvvigionamento la nostra competitività globale». Ha annunciato la creazione di una task force con il primo ministro norvegese Store. Inoltre sarà stabilito «un benchmark più rappresentativo» per il Gnl rispetto al TTF (il mercato di Amsterdam). Sarà riformato il mercato elettrico e per andare incontro al bisogno di liquidità delle utility la Commissione «modificherà il quadro temporaneo degli aiuti di Stato in ottobre per consentire la fornitura di garanzie statali, preservando al contempo la parità di condizioni». Inoltre la Commissione intende «far passare la nostra economia dell’idrogeno dalla nicchia alla scala»: sarà creata una nuova Banca europea dell’idrogeno. Contribuirà a garantire l’acquisto di idrogeno, in particolare utilizzando le risorse del Fondo per l’innovazione. Potrà investire 3 miliardi di euro per contribuire alla costruzione del futuro mercato dell’idrogeno».
L’esempio positivo delle fabbriche di ceramica italiane
Per quanto riguarda l’industria messa in crisi dai prezzi esorbitanti delle bollette, von der Leyen ha preso a esempio positivo il settore italiano della ceramica. «I prezzi del gas sono aumentati di oltre 10 volte ma gli europei stanno affrontando questo con coraggio. I lavoratori delle fabbriche di ceramica del centro Italia, hanno deciso di spostare i loro turni al mattino presto per beneficiare della riduzione dei prezzi dell’energia», riferendosi alla cooperativa Noi ceramiche di Città di Castello, azienda condotta da undici soci operai, ex dipendenti licenziati, che per risparmiare sui costi dell’energia hanno spostato i turni all’alba. «Voglio che la nostra Unione prenda esempio dalla sua gente. Ridurre la domanda durante le ore di punta farà durare più a lungo l’offerta e farà scendere i prezzi», dice von der Leyen. La Presidente ha citato l’Italia anche per la transizione energetica: «Sta accadendo nel Mare del Nord e nel Mar Baltico, dove i nostri Stati membri hanno deciso di investire massicciamente nella produzione eolica offshore. Sta accadendo in Sicilia, dove la più grande fabbrica solare d’Europa produrrà presto la nuova generazione di pannelli. E sta accadendo nel nord della Germania, dove i treni locali ora viaggiano con idrogeno verde». Il richiamo dedicato Sicilia si riferisce alla fabbrica di pannelli solari di Enel nato nel 2010 a Catania.
«Costituiremo riserve strategiche dove l’approvvigionamento è a rischio»
Un insegnamento della guerra è che l’Ue non può permettersi di passare da una dipendenza (dalle fonti fossili) a un’altra (le materie rare cinesi). Quasi il 90 % delle terre rare e il 60 % del litio sono lavorati in Cina. «Identificheremo progetti strategici lungo tutta la catena di approvvigionamento, dall’estrazione alla raffinazione, dalla lavorazione al riciclo — ha spiegato —. E costituiremo riserve strategiche dove l’approvvigionamento è a rischio». La Presidente ha annunciato una legge europea sulle materie prime critiche sulla scia del Chips Act e dell’Alleanza Ue delle batterie. Inoltre spingerà «per creare un nuovo Fondo europeo per la sovranità». Ma senza un cambio dei Trattati, senza modificare il modo di prendere le decisioni, il futuro dell’Ue sarà sempre legato al veto di turno e l’Unione non riuscirà ad avere il peso internazionale e il ruolo geopolitico che un mercato di quasi 500 milioni di abitanti può rivendicare.
Corriere.it del 14 set 2022