venerdì, Settembre 16, 2022

Mps, chiusa l’inchiesta a Milano sui crediti deteriorati, cinque indagati tra i quali Profumo, Viola, Tononi………….

La Procura di Milano ha chiuso l’inchiesta sul terzo filone del caso Mps sulla corretta contabilizzazione dei crediti deteriorati a bilancio tra il 2014 e il 2016. L’avviso di chiusura delle indagini dei pm Roberto Fontana e Giovanna Cavalleri notificato agli ex vertici Alessandro Profumo, Massimo Tononi, Fabrizio Viola e Arturo Betunio. Tra le ipotesi di reato, a vario titolo, false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato. Anche l’Istituto di Rocca Salimbeni è indagato per la  legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti |Mps, Lovaglio: aumento urgente | Mps, di chi è davvero la colpa della crisi del Monte?

da del 16/09/2022 19:58

di Fabrizio Massaro

La procura di Milano ha chiuso l’inchiesta sul terzo filone del caso Mps sulla correttezza contabilizzazione dei crediti deteriorati (Npl) nelle relazioni dei bilanci di Mps tra la relazione di bilancio 2014 fino alla semestrale del 2016. L’avviso di chiusura delle indagini preliminari, firmato dai pm Roberto Fontana e Giovanna Cavalleri, è stato notificato agli ex presidenti Alessandro Profumo e Massimo Tononi, all’ex amministratore delegato Fabrizio Viola e all’ex dirigente predisposto alla redazione dei documenti contabili Arturo Betunio. Le accuse nei loro confronti sono, a vario titolo, false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato.

Anche l’Istituto di Rocca Salimbeni è indagato per la legge 231/01 sulla responsabilitá amministrativa degli enti. Agli indagati è stato notificato un avviso di chiusura indagini ai sensi del 415 bis del codice di procedura penaleLo comunica il procuratore di Milano in una nota.

L’inchiesta sui crediti deteriorati arriva mentre è Mps sta per varare un aumento di capitale da 2,5 miliardi  e potrebbe sollevare nuove richieste di risarcimenti da parte di soci o ex soci. Ma giovedì il ceo della banca, Luigi Lovaglio, ha detto in Assemblea che le coperture per cause legali a bilancio sono idonee.

La chiusura dell’inchiesta arriva dopo che lo scorso fine febbraio i pm Fontana e Cavalleri avevano ottenuto dal gip Guido Salvini una proroga delle indagini di tre mesi che si è poi protratta fino a settembre. Nei mesi precedenti all’istanza per avere ulteriore tempo, gli inquirenti avevano sentito come persone informate dei fatti un capo team degli ispettori di Bankitalia e anche gli ex responsabili della direzione crediti Mps dal 2012 al 2016. 

I riscontri avuti dalle loro testimonianze aveva portato i pubblici ministeri ad aggiornare a fine luglio 2021 il registro degli indagati con sette nuove iscrizioni rispetto alle tre iniziali.

Dopo aver rigettato una richiesta di archiviazione proposta da altri pm, Salvini aveva disposto una perizia incaricando gli esperti Gian Gaetano Bellavia e Fulvia Ferradini di verificare la corretta contabilizzazione delle rettifiche effettuate a bilancio da Mps, sulla base dei risultati di tre ispezioni di Bankitalia e Bce tra il 2012 e il 2017.

In una maxi-perizia di circa 6 mila pagine i periti avevano concluso che Montepaschi non avrebbe  contabilizzato subito rettifiche su crediti per 11,42 miliardi di euro tra il 2012 e il 2016.

Lo scorso maggio, infine, i commercialisti Stefania Chiaruttini e Luca Minetto hanno invece depositato un’ulteriore consulenza disposta dai pm Fontana e Cavalleri. 

I pm titolari del fascicolo hanno mantenuto, in vista della probabile richiesta di rinvio a giudizio, solamente  i quattro indagati (Profumo, Viola, Tononi e Betunio) mentre hanno stralciato le altre sei posizioni per cui, invece, verrá chiesta l’archiviazione. Tra queste figurano, tra le altre, quelle dell’allora Presidente della banca Alessandro Falciai (in carica dal novembre 2016 alla fine del 2017) e quella dell’ex ad Marco Morelli (in carica dal settembre 2016 al 2020).

Profumo e Fabrizio Viola sono stati condannati in primo grado a 6 anni (e il coimputato Paolo Salvadori a 3 anni e 6 mesi) nel filone relativo alla contabilizzazione delle operazioni Santorini e Alexandria, effettuate rispettivamente con Deutsche Bank e Nomura, tra il 2008 e il 2009, dai precedenti vertici Giuseppe Mussari e Antonio Vigni i quali invece, insieme con le banche estere e i loro ex manager sono stati assolti in appello. Profumo e Viola anno invece già presentato ricorso in appello.

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