A quasi due settimane dal primo soccorso e sei giorni dall’ultimo sale la tensione a bordo della nave Humanity 1; anche su Open Arms Uno in 402 naufraghi bloccati senza porto di approdo.
SOS Humanity (international) / Twitter
A quasi due settimane dal primo soccorso e sei giorni dall’ultimo sale la tensione a bordo della nave Humanity 1, dove 398 persone attendono di poter approdare in un porto sicuro. Sabato una persona è saltata giù dalla nave in preda alla disperazione mentre le famiglie di tre bambini venivano evacuate per ragioni mediche dalle autorità italiane.
“Le scorte – fa sapere la ong Sos Humanity – stanno finendo, anche i membri dell’equipaggio sono malati, il maltempo si avvicina. Siamo particolarmente preoccupati per i 55 minori di età inferiore ai 13 anni e per i 110 minori non accompagnati”.
La legge del mare, aggiunge, “obbliga i centri di controllo ad assegnare immediatamente le persone soccorse in un luogo sicuro. Abbiamo già fatto 18 richieste ma senza successo!”. Sedici persone sono state evacuate per motivi di salute lo scorso fine settimana.
“L’acqua potabile finirà entro la metà della settimana e anche le scorte di cibo“ è la denuncia dei soccorritori a bordo che hanno spiegato che “i 55 bambini sotto i 13 anni e i 110 minori non accompagnati stanno soffrendo particolarmente”, mentre “le malattie infettive continuano a diffondersi”. Il naufrago più giovane ha appena undici mesi. La nave umanitaria sta continuando a cercare riparo dal maltempo al largo delle coste siciliane e sono già 18 le richieste inoltrate alle Autorità Competenti rimaste tutte sinora senza esito.
SOS Humanity (international) / Twitter
“La legge dice che ogni bambino che cerca protezione deve essere curato – ha aggiunto Pietro di Sos Humanity adesso a bordo della nave -. I minori non accompagnati sono più a rischio e, quindi, necessitano di maggiori cure e protezione rispetto agli adulti”. Molti dei bambini a bordo soffrono di febbre, diarrea e stanchezza. Anche l’equipaggio è allo stremo delle forze. “Una nave di soccorso può fornire solo aiuti di emergenza e non è progettata per prendersi cura adeguatamente di circa 400 persone per un lungo periodo di tempo – ha affermato il capo delle operazioni navali di Sos Humanity, Till Rummenhohl -. Non solo stiamo finendo l’acqua dolce, che è già razionata da giorni, ma le malattie infettive dilaganti ora si stanno diffondendo anche tra l’equipaggio. È irresponsabile che non otteniamo un porto immediatamente”.
Altri 402 naufraghi si trovano a bordo della nave spagnola Open Arms Uno: anche il cadavere di un naufrago è stato recuperato nei giorni scorsi quando il team ha tratto in salvo 59 naufraghi, tra cui 6 bimbi, da una piattaforma petrolifera. Domenica mattina all’alba dell’ennesima operazione: in 294 sono stati soccorsi dopo essere rimasti quattro giorni alla deriva. Tra loro anche 49 donne e 60 bambini. “Per due giorni sono rimasti senz’acqua chiedendo aiuto”, ha sottolineato Oscar Camps, fondatore dell’ong spagnola. Diversi i casi di disidratazione. “Ancora un giorno e sarebbero morti”.