mercoledì, Settembre 28, 2022

L’Ue chiede di rafforzare il reddito di cittadinanza: “Svolge un ruolo chiave durante le fasi di recessione”. Ecco le raccomandazioni della Commissione agli Stati………..

In Italia il futuro governo di centrodestra ha promesso di ridurre la misura di sostegno, in Europa invece arriva l’indicazione opposta: Bruxelles chiede di modernizzare i regimi di reddito minimo, cruciali durante la pandemia e “nell’attuale contesto di aumento dei prezzi dell’energia e dell’inflazione” per contrastare la povertà e promuovere l’occupazione. Le raccomandazioni: migliorare adeguatezza e copertura del sostegno, così come l’accesso al lavoro.

di Daniele Fiori | 28 SETTEMBRE 2022

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Reddito di cittadinanza, la Commissione Ue invita gli Stati a rafforzarlo: “Svolge un ruolo chiave durante i periodi di recessione”

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In Italia il futuro governo di centrodestra ha promesso di ridurre la misura di sostegno, in Europa invece arriva l’indicazione opposta: Bruxelles chiede di modernizzare i regimi di reddito minimo, cruciali durante la pandemia e “nell’attuale contesto di aumento dei prezzi dell’energia e dell’inflazione” per contrastare la povertà e promuovere l’occupazione. Le raccomandazioni: migliorare adeguatezza e copertura del sostegno, così come l’accesso al lavoro

di Daniele Fiori | 28 SETTEMBRE 2022
  
Il reddito di cittadinanza deve essere rafforzato, perché “è necessario un sostegno più efficace per combattere la povertà e promuovere l’occupazione“. Mentre in Italia Giorgia Meloni ha attaccato la misura di sostegno alle persone indigenti per tutta la campagna elettorale, promettendo il suo smantellamento da parte del futuro Governo di Centrodestra, dallEuropa arriva un’indicazione che va esattamente in senso opposto. Oggi la Commissione invita gli Stati membri a modernizzare i loro regimi di reddito minimo, presentando la sua proposta di una raccomandazione del Consiglio per avere in ciascun Stato membro un reddito di cittadinanza adeguato, che garantisca l’inclusione, sollevando le persone dalla povertà e promuovendo al contempo l’integrazione nel mercato del lavoro di coloro che possono lavorare. Perché? Delle adeguate misure di sostegno al reddito, spiega la Commissione, svolgono “un ruolo chiave durante le recessioni economiche, quando possono mitigare l’impatto sui redditi delle famiglie, prevenire un aumento della povertà e dell’esclusione sociale, promuovendo al contempo una ripresa sostenibile e inclusiva. Reti di sicurezza sociale robuste sono anche essenziali per realizzare il pieno potenziale delle transizioni verde e digitale, attraverso l’attivazione e l’aiuto alle persone ad apprendere nuove competenze in modo da trovare lavoro più facilmente”.

Mentre in Italia il reddito di cittadinanza viene osteggiato, a Bruxelles viene considerato lo strumento principale per raggiungere l’obiettivo di ridurre di almeno 15 milioni di persone entro il 2030 il numero di persone a rischio povertà. Introdotto nel 2019 dal Governo Conte 1, secondo gli ultimi dati Istat il RdC “ha evitato a un milione di individui (circa 500mila famiglie) di trovarsi in condizione di povertà assoluta”. La Commissione nell’illustrare la sua proposta sottolinea l’importanza di questa misura “durante i lockdown legati alla pandemia di Covid-19″. Ma anche oggi: “Un reddito minimo adeguato è estremamente rilevante nell’attuale contesto di aumento dei prezzi dell’energia e dell’inflazione in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, poiché le misure di reddito possono essere mirate a favorire in modo specifico i gruppi vulnerabili“. “In un momento in cui molte persone lottano per sbarcare il lunario – spiega il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis – quest’autunno sarà importante che gli Stati membri modernizzino i propri ammortizzatori sociali con un approccio di inclusione attiva per aiutare i più bisognosi. È così che possiamo combattere la povertà e l’esclusione sociale e aiutare più persone a trovare lavoro durante questo periodo difficile”.

Migliorare adeguatezza del sostegno, copertura e accesso al lavoro
La proposta elaborata a Bruxelles offre una guida agli Stati membri su come garantire che i loro “redditi di cittadinanza” siano efficaci nella lotta alla povertà e nella promozione dell’inclusione attiva nella società e nei mercati del lavoro. “Sebbene in tutti gli Stati membri esista un reddito minimo, la sua adeguatezza, portata ed efficacia nel sostenere le persone varia in modo significativo”, sottolinea infatti la Commissione. Che quindi raccomanda di adeguare il sussidio entro il 2030 (pur salvaguardando la sostenibilità delle finanze pubbliche). Inoltre, migliorare la copertura e la fruizione degli aiuti. Ad esempio, nellUnione europea circa un disoccupato su 5 a rischio di povertà non è idoneo a ricevere alcun sostegno al reddito e stime comprese tra il 30% e il 50% circa della popolazione ammissibile non cerca il sostegno al reddito di cui avrebbe diritto. Bruxelles raccomanda anche un miglioramento delle misure per l’ingresso nel mercato del lavoro. Il Rdc “dovrebbero aiutare le persone a trovare un lavoro e a mantenerlo, ad esempio attraverso l’istruzione e la formazione inclusiva“. Ma dovrebbe essere anche possibile combinare la fruizione del sussidio con lavori di breve durata. Allo stesso modo, vanno migliorati anche gli altri servizi che dovrebbero accompagnare il reddito: assistenza, formazione e istruzione. Infine, il sostegno dovrebbe essere fornito su base individuale, non solo per nucleo familiare.

Una persona su 5 in Ue a rischio povertà e esclusione
“Oggi più di una persona su cinque nell’Ue è a rischio di povertà ed esclusione sociale“, sottolinea il Commissario per l’Occupazione e i
Diritti sociali, Nicolas Schmit. I regimi di reddito minimo “esistono in tutti gli Stati membri, ma l’analisi mostra che non sono sempre adeguati, non raggiungono tutti i bisognosi o non motivano le persone a tornare sul mercato del lavoro. In un contesto caratterizzato dall’aumento del costo della vita e dall’incertezza, dobbiamo garantire che le nostre reti di sicurezza siano all’altezza del compito”. “Dovremmo prestare particolare attenzione a reinserire i giovani nel mondo del lavoro anche attraverso il sostegno al reddito, in modo che non rimangano intrappolati in un circolo vizioso di esclusione”, conclude Schmit. La proposta della Commissione di raccomandazione del Consiglio su un reddito minimo adeguato sarà discussa dagli Stati membri in vista dell’adozione da parte del Consiglio. Una volta adottati, gli Stati membri dovrebbero riferire alla Commissione ogni tre anni sui progressi compiuti nell’attuazione. La Commissione monitorerà inoltre i progressi nell’attuazione della presente raccomandazione nel contesto del semestre europeo.

Le raccomandazioni della Commissione Ue agli Stati membri
Migliorare l’adeguatezza del sostegno al reddito:
Stabilire il livello di sostegno al reddito attraverso una metodologia trasparente e solida.
Pur salvaguardando gli incentivi al lavoro, assicurarsi che il sostegno al reddito rispecchi gradualmente una serie di criteri di adeguatezza. Gli Stati membri dovrebbero raggiungere un livello adeguato di sostegno al reddito al più tardi entro la fine del 2030, salvaguardando nel contempo la sostenibilità delle finanze pubbliche.
Rivedere e adeguare annualmente, ove necessario, il livello di sostegno al reddito.
Migliorare la copertura e la fruizione del reddito minimo:
I criteri di ammissibilità dovrebbero essere trasparenti e non discriminatori. Ad esempio, per promuovere la parità di genere e l’indipendenza economica, in particolare per le donne e i giovani adulti, gli Stati membri dovrebbero facilitare la ricezione del sostegno al reddito per persona, anziché per nucleo familiare, senza necessariamente aumentare il livello complessivo delle prestazioni per nucleo familiare. Inoltre, sono necessarie ulteriori misure per garantire l’assunzione del reddito minimo da parte delle famiglie monoparentali, prevalentemente con capofamiglia donne.
Le procedure di candidatura dovrebbero essere accessibili, semplificate e accompagnate da informazioni di facile utilizzo.
La decisione sulla domanda di reddito minimo dovrebbe essere emessa entro 30 giorni dalla sua presentazione, con la possibilità di rivedere tale decisione.
I regimi di reddito minimo dovrebbero rispondere alle crisi socioeconomiche, ad esempio introducendo ulteriore flessibilità per quanto riguarda l’ammissibilità.
Migliorare l’accesso a mercati del lavoro inclusivi:
Le misure di attivazione dovrebbero fornire incentivi sufficienti per (ri)entrare nel mercato del lavoro, con particolare attenzione all’aiuto ai giovani adulti.
• I regimi di reddito minimo dovrebbero aiutare le persone a trovare un lavoro e a mantenerlo, ad esempio attraverso l’istruzione e la formazione inclusiva, nonché il supporto (post)collocamento e tutoraggio.
• Dovrebbe essere possibile combinare il sostegno al reddito con i guadagni da lavoro per periodi più brevi, ad esempio durante la libertà vigilata o i tirocini.
Migliorare l’accesso ai servizi abilitanti ed essenziali:
• I beneficiari dovrebbero avere un accesso effettivo a servizi abilitanti di qualità, come l’assistenza (salute), la formazione e l’istruzione. I servizi di inclusione sociale come la consulenza e il coaching dovrebbero essere disponibili per chi ne ha bisogno.
Inoltre, i beneficiari dovrebbero avere un accesso continuo ed efficace ai servizi essenziali, come l’energia.
Promuovere il supporto personalizzato:
Gli Stati membri dovrebbero effettuare una valutazione dei bisogni individuale e multidimensionale per identificare gli ostacoli che i beneficiari devono affrontare per l’inclusione sociale e/o l’occupazione e il sostegno necessario per affrontarli.
Su questa base, entro tre mesi dall’accesso al reddito minimo, i beneficiari dovrebbero ricevere un piano di inclusione che definisca obiettivi comuni, una tempistica e un pacchetto di sostegno su misura per raggiungere questo obiettivo.
Aumentare l’efficacia della governance degli ammortizzatori sociali a livello dell’UE, nazionale, regionale e locale, nonché i meccanismi di monitoraggio e rendicontazione.
Sono disponibili finanziamenti dellUE per sostenere gli Stati membri nel miglioramento dei loro regimi di reddito minimo e delle infrastrutture sociali attraverso riforme e investimenti.

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