Il Riesame: «Un vero dominio su piazza della Vittoria»
di Massimiliano Nerozzi
Era tutto alla luce del sole: «Del resto Zichittella (uno dei principali indagati, ndr) gestiva i propri affari in modo piuttosto plateale, confidando evidentemente nell’impunità, tanto che prima che venissero disposte le intercettazioni, gli operanti in abiti civili sono stati in grado di ascoltare dal vivo scambi investigativamente rilevanti tra lui e altre persone». E mica solo per attività di usura, estorsione e abusivo esercizio di attività finanziaria, se dall’indagine del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza sono emersi pure «spunti su attività di racket ai danni degli esercenti del mercato» di piazza della Vittoria.
Lo scrivono in due ordinanze i giudici del tribunale del Riesame (presidenti Loretta Bianco e Marta Sterpos), che hanno concesso i domiciliari a un indagato e confermato per altri cinque la custodia cautelare in carcere, accogliendo nella sostanza l’ipotesi del pubblico ministero della Dda Manuela Pedrotta. Si tratta di un fenomeno piuttosto esteso, visto che i militari della Finanza «hanno individuato 25 persone offese di usura».
Al centro dell’indagine c’è Carlo Zichittella, originario di Marsala, con «gravissimi precedenti, specie in tema di associazione mafiosa», il cui solo nome spesso bastava per evocare la fama criminale e, quindi, la forza di intimidazione: «Trasferitosi a Torino da molti anni — riassumono i giudici — aveva instaurato un vero e proprio dominio nell’area attorno a piazza della Vittoria». Con un controllo visivo totale, dai tavolini esterni di un bar, dove stava «costantemente seduto, almeno durante le mattinate»: per «osservare» e «ricevere svariate persone». Difatti, tirava un’aria bruttissima: «Il carattere di mafiosità avrebbe avuto una precisa ripercussione sul piano della accentuata omertà manifestata dalle persone offese — osserva il Riesame — che sono risultate soggette a un’azione di condizionamento da parte di Zichittella e della moglie», specialmente poco prima di dover essere ascoltate dagli investigatori, dopo le prime perquisizioni.
C’è di più: «Alcune delle persone convocate dalla guardia di finanza si sono recate anche spontaneamente da Zichittella, per chiedere istruzioni su come comportarsi o per riferire quanto era stato loro chiesto e quanto avevano dichiarato». Ne sono uscite versioni da carta a carbone: «In diversi casi è risultata la piena sovrapponibilità tra le versioni dei fatti predisposte nel colloquio» con gli indagati «e quanto riferito dai testimoni» alle Fiamme gialle. Tant’è che «molti hanno poco plausibilmente sostenuto di aver ricevuto prestiti senza interessi». Nel dubbio, «gli indagati sono giunti anche a recarsi nelle abitazioni dei testimoni per svolgere la loro opera di pressione».
28 novembre 2022