L’assalto all’acqua di Roma
da del 11 dicembre 2022 08:2
di Veronica Di Benedetto Montaccini
Le risorse idriche della Capitale sono controllate da Acea Spa. Walzer di poltrone, bollette alle stelle, acquedotti senza manutenzioni e fanghi che vengono esportati all’estero con i soldi dei contribuenti: una gestione che fa acqua da tutte le parti.
Qui tutte le puntate dell’inchiesta di Dossier
Arriva nei rubinetti di tutti i cittadini di Roma e provincia. Muove milioni di euro. Il nuovo oro liquido è l’acqua di Roma, gestita da Acea Spa. Ma chi è a capo dell’azienda e che connessioni politiche ha? E soprattutto quali sono i problemi che riguardano le risorse idriche?
Chi sono tutti gli “sponsor” del nuovo Ad Fabrizio Palermo
A settembre Acea ha repentinamente cambiato amministratore delegato. Con Giuseppe Gola la multiutility aveva risultati in crescita, ma con sette mesi di anticipo è arrivato al suo posto Fabrizio Palermo. Manager amato dai partiti di ogni colore, soprattutto dall’editore e palazzinaro romano Caltagirone. Abbiamo ricostruito chi è, quanto guadagna e come si è mosso finora Fabrizio Palermo.
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Acea vuole gestire l’acqua di tutto il Lazio
Accorpare la gestione idrica di Viterbo con quella di Roma. È questa la soluzione prospettata dal Presidente dell’Ato Lazio 1 (quello che controlla l’acqua della Tuscia) Alessandro Romoli e dal responsabile della Sto (la segreteria tecnico-operativa) dello stesso ambito tramite una lettera inviata a Regione Lazio ed Arera, l’Authority che governa anche il servizio idrico integrato. Negli ultimi anni il progetto della gestione unica è tornato numerose volte alla ribalta: in questa inchiesta vi mostriamo cosa comporterebbe.
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Una delle annose questioni che riguarda Acea è il caro bollette. Il costo del sistema idrico nella capitale è aumentato esponenzialmente dal 2003 in poi, anno di affidamento alla multiutility. Il referendum del 2011 aveva tolto il profitto sull’acqua, ma quel voto è stato tradito riscrivendo la formula per calcolare la tariffa. Intanto, i profitti della Società romana quotata in borsa, salgono alle stelle. Andrea Palladino ha rivelato perché nella Capitale paghiamo così tanto rispetto a Milano.
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L’eterna emergenza degli acquedotti
La rete idrica è messa male, nonostante le perdite negli ultimi due anni siano migliorate riguardano ancora il 40% delle tubature. In questa inchiesta vi raccontiamo il caso del Simbrivio e del Consorzio mai liquidato. In pratica, l’acqua delle sorgenti diminuisce, costringendo il gestore Acea Ato a ricorrere ai pozzi locali. Con un problema, l’alto tasso di arsenico e i relativi costi per la potabilizzazione. Intanto nel bilancio del Consorzio proprietario dell’acquedotto si leggono parole poco rassicuranti sullo stato di manutenzione.
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I fanghi delle acque romane vanno a finire all’estero
Ma c’è una cosa che Dossier ha denunciato in esclusiva: per anni Acea ha sversato i fanghi di depurazione nei campi agricoli, prassi in uso in tutto il Paese. Nel 2018 la Corte di Cassazione ha posto limiti rigorosi e l’intero sistema è entrato in crisi. Due anni fa i sindaci dei comuni dell’Area metropolitana hanno concesso al gestore una deroga alla norma che considerava la gestione della depurazione nel calcolo della qualità. Ora i fanghi vanno all’estero e il conto in bolletta.
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