L’Italia lo scorso mese (un giorno lavorativo in più e una temperatura superiore) ha consumato 26,2 miliardi di kWh di energia elettrica, -4,6% rispetto a gennaio del 2022 (-8,5% le imprese). Domanda coperta per il 28,2% con le fonti rinnovabili. Allarme del Fsb del G20: concentrazione mercato materie prime è una minaccia per l’economia | Caro-bollette, l’Italia ha speso quasi 100 miliardi per famiglie e imprese
da dei 20/02/2023 17:28
di Francesca Gerosa
Bollette elettriche più leggere a gennaio anche per l’industria italiana grazie alla discesa del prezzo del gas. Secondo i dati pubblicati da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, l’Italia lo scorso mese ha consumato 26,2 miliardi di kWh di energia elettrica, -4,6% rispetto a gennaio del 2022.
Gennaio 2023: un giorno lavorativo in più e una temperatura superiore
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Gennaio 2023 ha avuto un giorno lavorativo in più (21 vs 20) e una temperatura media mensile superiore di 1,5°C rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Il dato, destagionalizzato e corretto dagli effetti contrapposti di calendario e temperatura, è calato del 4,3%. Mentre a livello territoriale, la variazione tendenziale di gennaio è stata ovunque negativa: -4,2% al Nord, -5,1% al Centro e -5,2% al Sud e nelle isole.
Domanda soddisfatta per l’81,9% con la produzione nazionale
Quanto alla domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l‘81,9% con produzione nazionale e per la quota restante (18,1%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Più in dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 21,6 miliardi di kWh, -13,7% rispetto a gennaio 2022 con le fonti rinnovabili che hanno coperto il 28,2% della domanda elettrica. Questa la suddivisione: 30,9% eolico, 28,2% idrico, 19,8% biomasse, 14,9% fotovoltaico e 6,2% geotermico. Mentre per quanto riguarda il saldo import-export, la variazione è stata pari a +86,1% per l’effetto combinato di un aumento dell’import (+59,5%) e di una diminuzione dell’export (-45,3%). Considerando tutte le fonti rinnovabili, a gennaio l’incremento di capacità in Italia è stato pari a 297 MW, un valore in crescita (+170%) rispetto allo stesso periodo del 2022.
Industria in ripresa
Al contempo, l’indice Imcei elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese energivore, ha registrato una flessione dell’8,5% rispetto a gennaio del 2022, ma una crescita del 3,5% rispetto a dicembre dello scorso anno: si tratta del primo aumento registrato dopo due mesi consecutivi di flessione. In particolare, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, hanno evidenziato un aumento i consumi dei settori degli alimentari, della chimica, dei mezzi di trasporto, delle ceramiche e delle vetrarie; valori negativi, invece, per i comparti della siderurgia, della meccanica, della cartaria, dei metalli non ferrosi e del cemento, calce e gesso.
Nel frattempo, però, il Financial Stability Board, che coordina le regole finanziarie per le economie del G20, ha lanciato un avvertimento: la pandemia e la guerra in Ucraina hanno evidenziato debolezze nei mercati delle materie prime, dove una concentrazione “significativa” di imprese, banche, borse e clearing house minaccia di riversare le perdite sull’intera economia. Un allarme dopo che le autorità di regolamentazione hanno espresso il timore di non riuscire ad avere un quadro completo di un settore ampio che comprende la negoziazione di derivati sul mercato e fuori mercato, titoli fisici, dati frammentari e produttori sparsi in tutto il mondo.
I prezzi del gas naturale europeo (+4,8% a 51,45 euro a MWh oggi, 20 febbraio, per la prospettiva di temperature più rigide che incideranno sui consumi degli stoccaggi, ma sotto 50 euro la scorsa settimana) e dei metalli in Europa sono raddoppiati, mentre il petrolio e il grano hanno registrato un forte aumento a seguito dell’invasione dell‘Ucraina da parte della Russia, causando un’impennata del cash o delle margin call sui relativi derivati. Per l‘Fsb ciò ha costretto i governi a offrire liquidità ad alcuni operatori di mercato in difficoltà. L’Fsb ha, comunque, sottolineato che non si sono verificati gravi squilibri del mercato – ad eccezione del nickel nel London Metal Exchange (Lme) – e sul resto del sistema finanziario l’impatto è stato limitato.
Nomisma: con il gas sotto 50 euro risparmi per 600 euro l’anno
Per altro, come ha sottolineato il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, all’agenzia Ansa, se il prezzo del gas si manterrà sotto quota 50 euro a megawattora, il minor costo stimato, su base annua, per una famiglia tipo, potrebbe sfiorare i 600 euro: 234 euro per il gas, 363 euro per la luce. “Forse abbiamo esagerato col panico lo scorso autunno, ma quel che conta sono i prezzi ora in forte calo”, ha commentato Tabarelli, rammentando che si tratta “del minimo dal dicembre del 2021 e inferiore di 6 volte al picco dello scorso fine agosto a oltre 300 euro”.