da di mercoledì 22 marzo 2023
di Nello Scavo
Il primo gruppo di minorenni della regione di Kherson sono stati rilasciati oggi. Erano stati condotti in Crimea. Primo segnale di distensione del Cremlino dopo il mandato di cattura per lo zar.
Il Procuratore capo del Tribunale internazionale aveva intimato a Vladimir Putin di rilasciare i bambini deportati. Lo zar aveva risposto respingendo l’accusa, facendo aprire una inchiesta contro i giudici della corte, ma chiedendo che il mandato venisse ritirato in cambio di uno spiraglio negoziale. Alle 15 (le 14 in Italia) due minibus scortati hanno fatto ingresso in un piazzale di Odessa. Ad attenderli alcuni adulti con le lacrime agli occhi. La Russia ha rilasciato il primo gruppo di 15 bambini della regione di Kherson deportati in Crimea da quasi un anno.
Non si tratta di orfani trasferiti da centri per minori, ma in gran parte di bambini separati dalle famiglie d’origine nei “campi di filtrazione” russi e condotti in Crimea, in una delle 43 strutture per minori ucraini a cui è stato consegnato un passaporto russo e la prospettiva di una imminente adozione.
Al contrario di quanto era stato fatto credere, non tutti i genitori dei ragazzi sono stati uccisi durante i bombardamenti e grazie a una difficile mediazione, accelerata dall’emissione del mandato di cattura, le autorità russe hanno dato disponibilità a rimandare indietro i bambini.“Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che Putin abbia una responsabilità penale individuale per i suddetti crimini – spiega una nota della Corte -, per aver commesso gli atti direttamente, congiuntamente con altri e attraverso altri”, oltre a non avere esercitato “un controllo adeguato sui subordinati civili e militari che hanno commesso gli atti, o hanno permesso la loro commissione, e che erano sotto la sua effettiva autorità e controllo”.
Bambini riconsegnati dai Russi