Mentre la Regione Friuli Venezia Giulia ha richiesto per la prossima settimana un nuovo incontro con la società per seguire l’evolversi della situazione che coinvolge anche i 235 lavoratori dello stabilimento di Martignacco. I risparmi sui costi previsti nel piano di ristrutturazione sono a rischio e Mediobanca conferma il rating neutral sul titolo con un target price sotto 1 euro a 0,95
di Francesca Gerosa da Milano-Finanza del 12/12/2019
Il titolo Safilo fallisce il rimbalzo in borsa (-3,35% a 1,15 euro dopo un segno positivo in avvio di seduta e il -25,47% di ieri a seguito del taglio delle stime 2020).
Il piano di ristrutturazione di Safilo presentato dall’ad, Angelo Trocchia, prevede, infatti, esuberi nel Bellunese (400 persone a Longarone), in Friuli (a Martignacco si contano 235 dipendenti, per l’80% donne, età media di 40 anni) e nella sede centrale di Padova (50), in maggioranza personale amministrativo. Non verrà toccata Santa Maria di Sala (Venezia).
Tre settimane fa, ha riferito quest’oggi l’assessore alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, c’è stato un primo incontro, al quale ha preso parte anche l’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, per prospettare all’azienda tutti gli strumenti che la Regione potrebbe mettere in campo a supporto della crisi, per quanto riguarda investimenti e lavoro.
“Urge, quindi, che il ministro dello Sviluppo economico convochi quanto prima un tavolo nazionale sulla crisi Safilo “, ha affermato Bini. “Questa la richiesta che come Regione abbiamo inviato formalmente a Roma, con l’intento di confrontarci con il governo e l’azienda prima del 7 gennaio, termine indicato dalla stessa Safilo come data di chiusura dello stabilimento di Martignacco”.
“E’ importante”, ha concluso Bini, “che si apra un confronto al Mise per poter verificare, partendo da quelli che sono gli strumenti regionali di incentivazione e di politiche attive del lavoro, se ci sono le condizioni quantomeno per un’eventuale sospensione della decisione intrapresa dell’azienda”.
I sindacati, che hanno confermato lo sciopero generale per domani 13 dicembre, hanno chiesto alle istituzioni e in primis alla Regione di esplorare da subito ogni soluzione che possa scongiurare il fermo produttivo, dal momento che, secondo quanto comunicato dall’azienda, le lettere di licenziamento potrebbero cominciare ad arrivare già da gennaio alla luce del drastico calo del volume delle commesse da parte delle grandi griffe dell’alta moda.
“Il primo passo è attivare da subito, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e delle associazioni di categoria, un tavolo di crisi presso il ministero delle Sviluppo economico, che punti a convertire la chiusura in ristrutturazione e si prefigga come obiettivo minimo la cassa integrazione straordinaria per tutti i lavoratori del gruppo che saranno raggiunti da lettere di licenziamento”, hanno indicato la Filctem Cgil, con Andrea Modotto, la Femca-Cisl, con Pasquale Lombardo, e la Uiltec-Uil, con Nello Cum.
Per gli analisti di Equita il piano di Safilo è realistico su vendite ed ebitda, ma non privo di un rischio di esecuzione. In sintesi, i target prevedono una crescita media annua del 6% dei principali brand proprietari, a doppia cifra per Blenders, 1-5% per le licenze. “Non si tratta di target banali, in un mercato atteso crescere del 3-4% ma con un portafoglio marchi per Safilo più debole rispetto al passato per l’uscita dei brand del lusso e per la competizione crescente nell’industria da nuovi brand”, hanno osservato gli analisti di Equita . Mentre il basso livello di investimenti (capex a 20-30 milioni) è giustificato dalla chiusura di impianti.
Nel complesso, “ci sembra che la correzione di ieri del titolo in borsa sia legata più agli eccessi di aspettative che si erano creati di ipotesi speculative o di una transizione più semplice, piuttosto che non alla delusione per i target del piano che riteniamo piuttosto sfidanti ma realistici, quantomeno in termini di vendite ed ebitda, mentre rimaniamo più prudenti rispetto alle guidance in termini di capex e generazione di cassa”, precisano alla sim.
Detto questo, l‘operazione di ridefinizione del business model verso brand di proprietà e con un portafoglio meno presente sull’alto di gamma, con una presenza più forte sul digitale e un impianto industriale riparametrato alle nuove esigenze “presenta diversi rischi di esecuzione, ma ci sembra una scelta industrialmente corretta. Quindi, non vediamo elementi tali da portarci a rivedere in modo sostanziale la valutazione di Safilo : il target price passa da 1,1 a 1,2 euro (rating hold, ndr), tenendo conto della migliore visibilità sui target post Dior grazie a quanto delineato nel piano e all’M&A”.
Oggi anche Banca Akros ha alzato il target price da 0,9 a 1,14 euro, confermando il rating neutral. Viceversa Kepler Cheuvreux lo ha abbassato da 1,45 a 1,35 euro. “Dopo la correzione di ieri dell’azione in borsa e dato il buon track record della nuova squadra manageriale confermiamo il nostro giudizio hold”, hanno concluso gli analisti di Kepler Cheuvreux.
Cauti anche quelli di Mediobanca Securities: “ribadiamo la nostra posizione cauta sull’azione: rating neutral con un target price a 0,95 euro, poiché gli obiettivi del 2024 si basano principalmente sulla corretta esecuzione del piano di risparmio sui costi, che potrebbe essere a rischio. Inoltre, un piano di ristrutturazione implica anche costi una tantum, attualmente quantificati in 50 milioni di euro, dove la visibilità è attualmente scarsa. Per questo motivo, gli obiettivi al 2024 potrebbero essere considerati ottimisti. Consideriamo ancora il 2021 come l’anno chiave per vedere come sarà gestita l’uscita dei marchi Lvmh “. Il consenso Bloomberg ora registra su Safilo 0 rating buy, 7 neutral, 1 sell con un target price medio di 1,02 euro.