martedì, Gennaio 14, 2020

Bertazzo è il nuovo ad di Atlantia

Il cda di Atlantia ha nominato amministratore delegato Carlo Bertazzo, che è anche dg della holding Edizione. Nel frattempo S&P ha abbassato il rating a spazzatura. E i grandi azionisti si rivolgono alla Ue

MF Milano Finanza del 13/01/2020 19:54

di Manuel Follis

Atlantia ha finalmente una guida operativa. Carlo Bertazzo è stato nominato amministratore delegato della holding che fa capo alla famiglia Benetton. Bertazzo prende formalmente il posto di Giovanni Castellucci, che in settembre aveva rassegnato le dimissioni dal ruolo di ad che aveva ricoperto per 18 anni.

Con la nomina di un uomo fidato, la dinastia di Ponzano Veneto stringe quindi la presa e il controllo sulla galassia autostradale. Uno dei primi compiti del manager, che è anche direttore generale di Edizione (la holding che fa direttamente capo alla dinastia di Ponzano Veneto), sarà quello di gestire il braccio di ferro col governo e le tensioni sui mercati.

L’ultima versione del decreto Milleproroghe prevede infatti che il concessionario (cioè Autostrade per l’Italia, la controllata di Atlantia guidata da Roberto Tomasi) non possa più avvalersi della risoluzione di diritto. In più, l’indennizzo (in caso di revoca) dovrebbe essere ridotto e scendere da 23 a 7 miliardi, quindi al di sotto del valore contabile (book value) 2018 della concessione di Aspi pari a 11 miliardi di euro.

Il risultato è stato che le agenzie di rating hanno abbassato i giudizi su Atlantia e le sue controllate. Ha iniziato Moody’s, ha proseguito Fitch e infine ieri è stata S&P Global a tagliare il rating a junk (spazzatura). L’agenzia americana ha ridotto il rating da BBB- a BB- con credit watch negativo.

E così gli investitori istituzionali di Atlantia, tra cui il fondo sovrano di Singapore (Gic) e fondazione Crt dopo aver scritto all’esecutivo nei giorni scorsi (senza successo) hanno deciso di rivolgersi direttamente ai commissari di Bruxelles Margrethe Vetager (Antitrust), Valdis Dombrovskis (vice-presidente della Commissione) e Thierry Breton (Mercato interno).

Nella lettera si esprime forte preoccupazione per gli effetti del Milleproroghe che modifica in modo unilaterale le concessioni autostradali in essere approvate per legge, tra cui quella di Autostrade per l’Italia. Non solo, ma i grandi soci evidenziano come che la misura contenuta nel Milleproroghe sia a tutti gli effetti similare alla modifica normativa che portò nel 2006 la Commissione Ue ad aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per violazione del principio del «pacta sunt servanda» e chiedono un intervento urgente della Commissione per ristabilire il rispetto della legge in Italia.

 

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