domenica, Febbraio 2, 2020

TRASPORTO PUBBLICO-Sciopero mezzi Roma, domani 3 febbraio 2020 si fermano bus e metro…

L’agitazione indetta dal sindacato Fast-Slm, che conta 650 iscritti, ma confida in un’adesione più ampia. Tra le rivendicazione, l’adeguamento retributivo ai turni di lavoro (39 ore settimanali). Polemica anche sulla sicurezza dopo l’allarme coronavirus.

da Corriere.it/Roma – di Maria Egizia Fiaschetti

Possibili disagi, lunedì 3 febbraio, per lo sciopero di 24 ore proclamato dal sindacato Fast-Slm, che riguarderà sia il trasporto di superficie, sia le linee della metropolitana (incluse le ferrovie Roma-Lido, Termini-Centocelle, Civitacastellana-Viterbo). Nelle stazioni potrebbero non funzionare ascensori, scale mobili, biglietterie. Rispettate le fasce di garanzia da inizio servizio alle 8.30 e dalle 17 alle 20.

La mobilitazione è scattata dopo che il sindacato (650 iscritti, ma l’adesione potrebbe essere più ampia) dalla scorsa estate ha chiesto più volte di incontrare il management di Atac, ma si è vista sempre rinviare la convocazione. Tra i motivi dell’agitazione, in vista della quale ieri sono stati distribuiti volantini ai capolinea principali (Termini, piazzale dell’Agricoltura, Tiburtina, Ponte Mammolo, piazza Mancini), la riorganizzazione del lavoro: «Gli autisti si sono fatti carico di 39 ore settimanali con turni non-stop di 6 ore e 30, intervallati soltanto dai due minuti a porte aperte. Lavorano fino a 9 ore e mezza al giorno, ma gli vengono pagate soltanto 6 ore 4o spiega Renzo Coppini, segretario territoriale di Fast-SLM. Chiediamo che gli sia riconosciuto l’intero orario, considerato che prendono servizio al capolinea e smontano in rimessa: spesso, per andare a riprendere l’auto o lo scooter ci vuole anche un’ora».

Per quanto riguarda la metropolitana, oltre agli straordinari, si contesta il mancato adeguamento delle percorrenze: «Dato che i treni sono sempre in ritardo, per recuperare vengono fatti circolare fuori servizio saltando tre-quattro fermate, per riprendere a viaggiare regolarmente dopo essersi riallineati con la tabella di marcia. Servono almeno 4-5 minuti in più, altrimenti si arreca soltanto un disservizio agli utenti, che aspettano in banchina mentre vedono i vagoni passargli davanti». Sarebbe dovuto partire, ma non è ancora stato attuato, anche il trasferimento dei macchinisti sulle linee della metropolitana e sulle ferrovie urbane (Roma-Lido, Termini-Centocelle), per spalmare le risorse con maggiore oculatezza ed evitare che su alcune vi sia più personale a differenza di altre, lasciate sguarnite.

Coppini segnala un’altra situazione di stallo sul fronte della sicurezza: «Il treno che tutte le notti avrebbe dovuto pulire le gallerie per eliminare le polveri sottili è fermo. La gara è stata aggiudicata ma, nonostante il clamore, non è mai partito».

Rientra nello stesso ambito un tema di stringente attualità come il rischio di contagio da 2019-nCoV, il virus proveniente dalla Cina al quale due turisti di Wuhan in visita a Roma sono risultati positivi: «L’azienda, finora, non ha fatto nulla».

Il rappresentante sindacale ricorda che è circolato un decalogo sulle norme di prevenzione, ma che non sono stati distribuiti né liquidi igienizzanti né mascherine: «Si invitano i dipendenti a lavarsi accuratamente le mani, quando nella maggior parte dei capolinea non vi sono bagni».

Rimostranze legittime, salvo notare che lo sciopero cade di lunedì (l’altro giorno più gettonato è il venerdì): una scelta che potrebbe sembrare tattica, per allungare il weekend. «Non è vero, noi siamo tra i pochi che hanno manifestato anche di sabato e domenica per non penalizzare i pendolari insiste Coppini – . Prima di indicare una data, bisogna consultare l’Osservatorio sugli scioperi e accertarsi che siano passati 20 giorni dal precedente. Abbiamo preso la prima casella libera, siamo abituati a lavorare sette giorni su sette».

2 febbraio 2020 | 08:31

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