Si chiamava Adriano Trevisan, aveva tre figli, una delle quali, Vanessa, era stata sindaco di Vo’ è morto nell’ospedale di Schiavonia, dove era ricoverato
da TiscaliNews
Due mesi dopo il primo caso registrato a Wuhan, il coronavirus esplode anche in Italia: 15 sono i contagiati individuati al momento in Lombardia e uno in Veneto mentre il diciassettesimo, un anziano di 78 anni, non ce l’ha fatta. Si chiamava Adriano Trevisan, aveva tre figli, una delle quali, Vanessa, era stata sindaco di Vo’ è morto nell’ospedale di Schiavonia, dove era ricoverato. Ma non è finita: sono centinaia le persone che hanno avuto contatti diretti con loro e sono in attesa di conoscere i risultati dei test e più di 50mila cittadini in provincia di Lodi sono, di fatto, in quarantena a casa loro.
Conte: “Pronti a nuove misure”
“Manteniamo altissima la linea di precauzione – prova a rassicurare il premier Giuseppe Conte – Dovete fidarvi, stiamo adottando tutte le iniziative necessarie per la popolazione, niente allarmismo sociale e niente panico. Abbiamo preso tutte le misure e siamo disponibili a valutarne ulteriori, se necessarie”. Così il premier Giuseppe Conte al termine della riunione straordinaria alla Protezione Civile. “Rassicuriamo tutta la popolazione – ha aggiunto – al momento abbiamo messo in quarantena tutte le persone che sono venute in contatto con i casi certificati positivi”. Ma Matteo Salvini attacca: “I contagi aumentano, bisogna blindare i nostri confini”.
Grave 38enne di Codogno
La situazione è seria, anche perché non è ancora stato individuato con certezza il ‘portatore’, o i portatori del virus. Che, dunque, potrebbero aver contagiato altre decine di persone in diverse parti d’Italia. E’ noto, invece, il ‘caso indice’: un 38enne di Codogno che martedì 18 si è presentato all’ospedale con sintomi influenzali ma che, al termine della visita, è stato rimandato a casa. Il giorno dopo l’uomo è tornato e questa volta è stato ricoverato fino a giovedì sera, quando i test hanno dato il responso: positivo al coronavirus. Immediato è scattato l’isolamento al Sacco di Milano. Ma era già tardi.
L’uomo ha fatto due gare
Nei giorni precedenti il 38enne ha infatti condotto la vita di tutti i giorni, incontrando decine di persone: è andato al lavoro, nel reparto amministrazione dell’Unilever di Casalpusterlengo, ha partecipato a due corse – una mezza maratona a Santa Margherita Ligure il 2 febbraio e una il 9 con la sua squadra a Sant’Angelo Lodigiano – ha giocato a calcetto, è stato ad almeno tre cene e incontri di lavoro.
Come ha preso il virus?
Al momento l’ipotesi prevalente è che possa esser stato contagiato durante una cena con un suo amico. Quest’ultimo, un italiano che lavora per la ‘Mae’ di Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, è rientrato dalla Cina il 21 gennaio. Agli inizi di febbraio, tra l’1 e l’8, ha accusato dei sintomi influenzali e proprio in quei giorni ha incontrato il 38enne. L’uomo è però risultato negativo ai test, il che può significare solo due cose: o non è lui il portatore o ha avuto il virus, è guarito e ha sviluppato degli anticorpi. Lo diranno i risultati degli esami del sangue in corso allo Spallanzani.
Gli altri contagiati
Quel che però è già certo è che dal 38enne il virus si è diffuso in almeno altre 14 persone: la moglie, un’insegnante che è in maternità e solo per questo non ha avuto contatti con gli studenti, un suo amico con cui corre abitualmente, 5 tra medici e sanitari e 3 pazienti dell’ospedale di Codogno, 3 anziani tra i 70 e gli 80 anni clienti di un bar gestito dal padre dell’amico corridore ed una quattordicesima persona di cui non si sa niente, se non che non è il medico di base che aveva visitato il 38enne. Sono tutti in condizioni “serie” dicono i medici.
La disperazione dei genitori
“Nostro figlio è gravissimo – confermano i genitori del 38enne, in autoquarantena a casa – è intubato, è una cosa penosa, siamo distrutti”. Il lavoro che si sta facendo ora è ricostruire tutti i contatti avuti da queste persone. Che sono centinaia se non migliaia. Tanto per essere chiari: solo il 38enne ha avuto rapporti con 120 colleghi dell’Unilever, 70 tra medici e personale sanitario e 80 persone che fanno parte della sua più stretta cerchia, a partire dai 40 della sua squadra di corsa. Ecco perché la Regione, d’intesa con il Governo, non ha potuto far altro che far scattare una serie di “misure restrittive” in 10 comuni, un’area dove abitano 50mila persone.
Paesi isolati: scuole e negozi chiusi
Casalpusterlengo, Codogno, Castiglione d’Adda, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e Sanfiorano sono in isolamento. “Il piano adottato prevede scelte forti” spiega il ministro della Salute Roberto Speranza elencandole: una permanenza domiciliare ‘obbligatoria’ e la sospensione di ogni manifestazione pubblica, di attività commerciali, lavorative, sportive e scolastiche. Misure restrittive anche per le zone del Veneto dove risiedevano i due anziani. L’obiettivo è contenere in aree geografiche limitate l’epidemia” ha spiegato il ministro sottolineando che i provvedimenti ricalcheranno quelli già attuati per i 10 comuni in provincia di Lodi.
Quarantena obbligatoria
“Dobbiamo trattenere il virus dentro quell’area” dice ancora Speranza che poi conferma le misure già adottate: obbligo di quarantena “fiduciaria” per chi torna dalla Cina, e sorveglianza attiva per chi è stato nelle aree a rischio, con obbligo di segnalazione alle autorità sanitarie al rientro in Italia. Sono inoltre già pronte anche due caserme della Difesa a Milano e Piacenza con 180 posti, per accogliere chi dovrà andare in quarantena. E non è escluso, lo ha ribadito anche oggi il Commissario Borrelli, che possano essere requisiti anche degli alberghi.
Si ferma anche lo sport
Anche il mondo dello sport risente contraccolpi per il contagio da coronavirus in alcuni centri del Lodigiano e si muove di conseguenza. La prefettura di Piacenza ha disposto la sospensione di tutte le attività sportive previste nel fine settimana a cominciare dalla partita di Lega Pro tra Piacenza e Sambenedettese. Se i grandi eventi del calcio, del basket, del volley e di altre discipline per ora sono confermati, alcuni campionati hanno risentito dell’emergenza, nel calcio per quanto riguarda le serie minori e nella pallavolo, con la Fipav che ha fermato alcuni gironi di Lombardia ed Emilia di serie B maschile e femminile. Per il calcio, il Comitato lombardo della Lega Dilettanti ha rinviato 43 incontri, al momento, sui 502 in programma nel fine settimana, e per domani è prevista una verifica. Si attendono richieste di altri rinvii.
ISS: “Non si escludono altri casi in aree differenti”
“Non è detto che non possano esserci altri casi, anche in aree diverse”. Lo ha detto all’Adnkronos Salute Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), precisando che al momento i casi in Veneto sono ancora sospetti. “E potrebbero non essere legati al focolaio lombardo”. La situazione è fluida, insomma. “In Istituto stiamo lavorando sulle conferme”, aggiunge l’esperto. Ma gli esperti stanno anche approntando tutto per fare gli isolamenti.
Nella nota l’Istituto superiore di sanità evidenzia: “Un focolaio analogo a quello registrato si era verificato già in Germania ed è stato contenuto in tempi relativamente brevi. Le misure di controllo adottate dal ministero della Salute che prevedono oltre all’isolamento ospedaliero dei casi e alla quarantena dei contatti, anche misure di distanziamento sociale nelle zone colpite, sono tra le più restrittive in caso di epidemia”. “Una priorità è rappresentata dalla individuazione della fonte d’infezione sulla quale però non c’è ancora certezza. Da questo dipenderà anche la necessità di eventuali ulteriori misure – conclude la nota – Il livello di allerta e molto alto e le autorità locali hanno già attuato importanti indagini e misure di controllo in collaborazione con tutte le Istituzioni coinvolte”.
21 febbraio 2020