Siglato il memorandum d’intesa tra i due gruppi nel settore del gas.
L’obiettivo è favorire il passaggio dal carbone al gas nella produzione di energia elettrica.
In Borsa il titolo Eni sale, nonostante il calo del greggio in attesa della riunione dell’Opec+ di giovedì.
da del 30/03/2021 14:50
di Rossella Savojardo
Ulteriore passo avanti nel processo di transizione energetica per Eni e la società cinese, Zhejiang Energy. I due gruppi hanno firmato un nuovo memorando d’intesa.
La nuova partership nel settore del gas e del Gnl (gas naturale liquefatto), promuoverà una riduzione delle emissioni favorendo il passaggio dal carbone al gas nella produzione di energia elettrica.
Eni, che è già presente in Cina dal 1984, ha adesso istituito un nuovo ufficio di rappresentanza a Pechino. Il nuovo memorandum of understanding rappresenta un tassello in più all’interno della nuova strategia già lanciata dalla società guidata dall’ad, Claudio Descalzi, che prevede la neutralità carbonica entro il 2050 all’interno di tutti i processi e prodotti dell’azienda.
Nel lungo periodo l’obiettivo di Eni è che il gas, essendo sempre più decarbonizzato, arrivi a rappresentare il 90% dell’intera produzione. “Usare il gas per produrre elettricità al posto del carbone riduce fino alla metà le emissioni di gas serra di una centrale elettrica, offrendo un immediato progresso nella decarbonizzazione del settore”, ha infatti ricordato il colosso.
Il Mou tra la società italiana e quella cinese stabilisce un chiaro quadro di riferimento per la collaborazione nel processo di transizione ecologica nel settore del gas e del gas naturale liquefatto in Cina e all’estero.
In Borsa al momento il titolo Eni avanza dello 0,44% a 10,394 euro anche se il prezzo del Brent scende dell’1,17% a 64,16 dollari al barile in attesa della riunione dell’Opec+ in agenda per giovedì 1 aprile.
Equita Sim ha segnalato che, secondo alcune fonti, l’Arabia Saudita è pronta a sostenere l’estensione dei tagli da parte dell’Opec e degli alleati a maggio e a giugno ed è anche pronta a estendere i propri tagli volontari per sostenere i prezzi del petrolio a seguito degli ulteriori lockdown di alcuni Paesi consumatori. La strategia dell‘Opec+ ha “ampiamente funzionato negli ultimi mesi nonostante la forte capacità produttiva attualmente sospesa”, ha commentato Equita, la cui stima del Brent per il 2021 di 50 dollari al barile “ora sembra prudente”. La preferita della Sim nel settore oil è Eni.